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29 Giugno 2011

Cinque giorni da ministro

Anche una torinese nella delegazione di studenti universitari che un mese fa a Parigi ha rappresentato l’Italia ai G8/G20 Youth Summits

Erika Guerra

La delegazione italiana si prepara al G8/G20 Youth Summits con un incontro con degli esperti del Ministero della Difesa

Sempre più giovani desiderano prendere parte ad un’esperienza intemazionale durante gli studi universitari. Non esistono però solo Erasmus o scambi culturali, ma anche eventi creati appositamente per permettere a studenti provenienti da tutti i continenti di utilizzare le conoscenze apprese negli anni di studio: tra questi, i G8/G20 Youth Summits. Si tratta di simulazioni dei veri G8 e G20, dove ogni stato è rappresentato da una delegazione in cui ogni membro incarna un ministro. L’ultimo incontro si è tenuto a Parigi dal 29 maggio al 2 giugno (tutti gli anni viene organizzato negli stessi stati in cui si tengono i veri vertici ma quest’anno, straordinariamente, la Francia ha avuto la presidenza di entrambi) e, in veste non ufficiale, era presente anche Digi.TO…

LA DELEGAZIONE ITALIANA
Per il nostro paese il Capo di Stato era un giovane studente della Luiss, Edoardo Morgante, lo Sherpa (responsabile della coordinazione della delegazione, nonché braccio destro del Capo di Stato) era Marta Castellani, una studentessa di comunicazione a Tor Vergata, il Ministro degli Affari Esteri era Cinzia Bianco, una ragazza che il prossimo anno volerà a studiare al King’s College di Londra, il Ministro dell’Economia era Francesco Tacconi, un romagnolo in trasferta a Roma per motivi universitari, il Ministro dello Sviluppo era Francesca Larosa, iscritta all’Università di Pisa e sempre divisa tra mille impegni, il Ministro della Difesa era lo studente di Storia Nicola Speranza, mentre chi scrive rappresentava il Ministro dell’Ambiente.

SELEZIONI E PREPARAZIONE
Tra marzo e aprile di quest’anno ci sono state le selezioni per partecipare all’incontro, portate avanti dalla Responsabile della Delegazione, Alberta Pelino, a cui sono seguiti dei colloqui via Skype con una rappresentante dell’associazione francese che organizzava il Summit. La partecipazione richiede un lungo lavoro di preparazione che abbiamo cercato di portare avanti al meglio, riuscendo a Roma ad incontrare un ambasciatore che si è dimostrato molto disponibile con noi, un esperto del Ministero della Difesa e il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Questi incontri ci hanno aiutato a scrivere i nostri “position papers”, documenti in cui dovevamo esporre la posizione della delegazione sui temi in agenda al Summit, che in parte riflettevano quelli dei veri GB e G20, e che avrebbero costituito la base per le future negoziazioni.

PRIMI INCONTRI
Il 25 maggio finalmente si parte per Parigi, carichi di aspettative e un po’ timorosi perché consapevoli dell’alto grado di preparazione degli altri delegati, che avevamo conosciuto virtualmente tramite i googlegroups: insomma, ci tenevamo a fare una bella figura e a smentire il cliché dell’italiano fannullone…
Fino al 29 abbiamo avuto l’occasione di negoziare solo con i nostri colleghi di Francia, Regno Unito, Germania ed Unione Europea, ed e stato un buon modo per abituarsi alle negoziazioni e per provare a trovare dei punti in comune, dato che eravamo in pochi e questo consentiva di mantenere un clima un po’ più informale. Alla fine di questa prima parte del Summit, chiamata Europe’s Voice, abbiamo scritto un comunicato finale, in cui veniva esposto ciò su cui ci eravamo accordati nei giorni precedenti.

IL G20
Quando sono arrivati anche i delegati da oltreoceano, è iniziato il G20 (per me, per la Difesa e gli Affari Esteri il G8) vero e proprio: abbiamo messo alla prova non solo la validità delle conclusioni a cui eravamo giunti in precedenza, ma anche le nostre personali capacità di negoziare e trovare compromessi soddisfacenti per tutti, dato che, per giungere ad una decisione era necessario il consenso di tutti i delegati, cosa particolarmente difficile quando si è in venti in una stanza.
L’ultimo giorno, infatti, quando si doveva scrivere e approvare il documento che rappresentava tutte le nostre decisioni e che avrebbe dovuto essere presentato alla Presidenza Francese (quella vera!), siamo stati tutti fino alle nove di sera a cercare di trovare un accordo, tranne i nostri Capi di Stato: loro hanno letteralmente passato la nottata scrivendo il proprio comunicato e rileggendo quelli degli altri ministeri.

IL SUMMIT E’ FINITO?
Una volta tornati alla vita di normali studenti universitari ci siamo chiesti: cosa puo ancora fare la delegazione, ora che il Summit è finito? La risposta ovviarnente è stata “pensare al prossimo!”, così abbiamo in progetto di formare un’associazione, come quelle già presenti negli altri paesi, che si occupi della selezione e della preparazione dei delegati dei prossimi anni, in modo che anche altri ragazzi possano prendere parte a questo evento unico al mondo.
E’ un’occasione importante per poter vivere in un arco di cosi pochi giorni un’esperienza internazionale che mette alla prova conoscenze linguistiche e legate agli studi, pemettendo di relazionarsi con giovani provenienti da molti paesi diversi e, perché no, anche di trovare nuovi amici. Nel 2012 i G8/G20 Youth Summits saranno in Messico e negli Stati Uniti: chissà, vedremo anche qualcuno di voi lettori?

Link utili:
G8/G20 Youth Summits
Pagina Facebook della Delegazione Italiana

Avete già preso parte a qualche evento di questo tipo o lo fareste in futuro?

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Categorie: Intercultura

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