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7 Settembre 2011
La manovra si abbatte anche su stage e tirocini
Sei mesi di durata massima in un caso e “equo compenso” nell’altro: ma cambierà davvero qualcosa?
Viviana Villani
Sei mesi di durata massima in un caso e “equo compenso” nell’altro: ma cambierà davvero qualcosa?
Nelle pieghe della Manovra Finanziaria in approvazione in questi giorni al Parlamento, oltre ai tagli annunciati, si possono notare anche alcune disposizioni riguardanti i giovani e il mondo del lavoro: in particolare, il testo incide sugli stage e sul praticantato professionale modificando il quadro normativo; vediamo come.
MASSIMO SEI MESI DI STAGE
Negli ultimi anni gli stage sono stati croce e delizia di chi cerca di entrare nel mondo del lavoro. Erano nati per offrire un’opportunità formativa, ma ben si sa che non costituiscono in alcun modo un rapporto di lavoro. Spesso si è creato invece un circolo vizioso per cui c’è un continuo ricambio di giovani di stage in stage: non si mira all’inserimento stabile in azienda, se non in rari casi.
Al fine di ovviare al perpetrarsi dell’uso e dell’abuso dello stage, la Manovra del Governo ha inserito due novità: in primo luogo viene abbassata la durata massima dello stage da 12 a 6 mesi; inoltre potranno lo stage potrà essere svolto solo entro dodici mesi dal conseguimento del diploma o della laurea, novità che tuttavia non riguarda alcune categorie di persone, come ad esempio i disabili e coloro che svolgono stage curriculari.
Il moto rivoluzionario della riforma comunque si arresta qui. E i nodi vengono al pettine. Il legislatore ha semplicemente abbassato la durata dello stage, senza garantire che al termine vi sia l’assunzione del giovane. Ancor più deleterio è il limite dei dodici mesi dal conseguimento dal titolo: un paletto che non favorisce di certo chi cerca un lavoro.
“EQUO COMPENSO” PER I PRATICANTI
Nel decreto un’altra novità riguarda i praticanti degli studi professionali. La Manovra stabilisce infatti che al giovane debba essere corrisposto un «equo compenso di natura indennitaria, commisurato al concreto apporto». Nell’aulica formula vi può rientrare tutto come niente. Ci sarà sicuramente confusione.
Sia nel caso di accordi individuali fra praticante e professionista, che nella contrattazione collettiva, sarà oltremodo complesso stabilire “l’equo compenso”. E poi quali sono i parametri per determinare il concreto apporto? Sono ore di lavoro? Raggiungimento di successi e obiettivi? Idee? Per ora non è dato saperlo.
UN FUTURO A TINTE OPACHE
Il quadro attuale rimane quindi avvilente. Come giovani dobbiamo sperare che ritorni innanzitutto un equilibrio fra domanda e offerta nel mondo del lavoro e una vera novità sarebbe quella di abrogare completamente lo stage dall’ordinamento.
Sarebbe poi utile far comprendere al legislatore che devono invece essere incentivate le aziende virtuose che assumono con contratti validi, duraturi e che mirano all’inserimento stabile in azienda.
Dovremmo ritornare nel più breve tempo possibile a riappropriarci di quelle tutele sancite costituzionalmente di cui i nostri genitori e i nostri nonni hanno goduto e di cui noi ora vediamo solo una fioca luce, un pallido riflesso.
Link utili:
Il testo della Manovra
Cosa sapete e pensate di questa Manovra?