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8 Febbraio 2012

Diventare insegnanti a Torino, tra malumori e speranze

Dopo l’apertura nel portale di Unito della sezione dedicata ai nuovi tirocini, gli studenti iniziano a porsi interrogativi circa il loro futuro

Matteo Tamborrino

Scuola

Un nuovo iter per diventare insegnanti a seguito della riforma Gelmini

Poche settimane fa l’Università degli Studi di Torino ha inserito nel proprio portale internet la nuova sezione in merito ai requisiti e alle modalità strutturali per la formazione iniziale di insegnanti dei vari ordini e gradi scolastici, definiti dal D.M. n. 249 del 10 settembre 2010.
Dopo mesi di attese e dubbi, finalmente una ventata di novità. Ma cosa è cambiato nel percorso per diventare insegnanti e cosa ne pensano gli studenti?

L’ABOLIZIONE DELLA SSIS
Due anni fa la Riforma Gelmini ha soppresso la SSIS (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario), veicolo, per anni, di aggiornamento continuo per gli insegnanti; al suo posto è stato inserito il TFA, acronimo di Tirocinio Formativo Attivo, conseguibile soltanto dopo aver superato una selezione a numero programmato, stilata annualmente dal Ministero, in relazione alla previsione delle cattedre potenzialmente necessarie in futuro. Il TFA si articola su un anno di percorso didattico – circa 475 ore, di cui 75 dedicate alla disabilità – suddiviso tra esami universitari (alcuni nell’area disciplinare delle scienze pedagogiche) e tirocinio scolastico, sotto la guida di un tutor. Solo al termine di questo percorso, l’aspirante insegnante può accedere all’abilitazione alla professione.
Altro grande scoglio è che per poter accedere al test preliminare per il TFA è necessario aver conseguito una laurea magistrale specifica, anch’essa a quanto pare a numero chiuso, durante la quale si siano acquisiti determinati crediti universitari nei settori disciplinari caratterizzanti e in quelli pedagogici.

VOCI DALLE FACOLTÀ
Tra i corridoi delle facoltà universitarie si avvertono pessimismi e malumori: «In questo modo si tutela soltanto il problema esistente – afferma in coro un gruppo di studenti – e non si cerca di porre rimedio al futuro. Noi, che non siamo ancora laureati, come faremo a insegnare?».
Più ottimisti appaiono, invece, alcune matricole del primo e secondo anno: «È vero che non ci sono notizie certe riguardo le lauree per l’insegnamento; tuttavia, sappiamo quali crediti occorre ottenere durante la triennale, per accedere alla selezione. Almeno, per quanto riguarda Lettere, smetteremo di scegliere esami a caso».
Da Scienze Naturali alcuni studenti ricordano che: «questa situazione è scaturita anche a causa del pregiudizio diffuso, riguardo al fatto che l’insegnamento sia il “ripiego” per chi è incapace di svolgere una “vera professione”. Prima di cambiare metodi e procedure di selezione, sarebbe il caso di cambiare mentalità».

PARLA IL MINISTRO
In un’intervista al Messaggero del 15 gennaio scorso, il Ministro dell’Università Francesco Profumo ha affermato di voler aprire a ottobre un “concorso per nuove leve”. «La scuola vuole docenti con età più vicina ai ragazzi. Ci sono più di 200 mila precari, ma bisogna lasciare spazio ai giovani», così si è espresso l’ex-rettore del Politecnico, che invoca semplificazioni invece di altre riforme organiche: «Sono tornato di nuovo tra i banchi di fòrmica verde. Davanti a me la lavagna e l’insegnante che, in piedi, spiega. Mi sono reso conto che, da questo punto di vista, non è cambiato nulla dagli anni Sessanta. Non è possibile! Basta con le lezioni frontali».
Ma intanto cosa succede? Il sito di Unito riporta: “Tali proposte (riguardanti le Lauree Magistrali, ndr) attendono l’approvazione del Ministero, che dovrà autorizzare la loro attivazione e definire il numero dei posti disponibili per ciascun corso. Successivamente l’Università pubblicherà i bandi in cui saranno precisati termini e modalità per la presentazione delle domande e le date di svolgimento delle prove di accesso”.
Per ora, dunque, non resta che attendere.

Link utili:
Unito – Formazione degli insegnanti in Piemonte

Siete interessati a diventare insegnanti? Condividete il disappunto degli studenti?

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Categorie: Formazione

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