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19 Marzo 2012

In città la musica è nera

Il collettivo Afrobeat Torino da anni promuove la black music e per il 21 marzo, Giornata Mondiale contro il Razzismo, organizza un grande concertoMara Dalmazzo

musica black torino

Gli Excitements, un esempio di black music

“It began in Afrika”, tutto è cominciato in Africa. In questa frase, che fa da intro al loro sito, c’è la sintesi perfetta del collettivo Afrobeat Torino, da alcuni anni impegnato a portare in città la musica black in tutte le sue declinazioni, non solo sonore ma anche artistiche e culturali. Mercoledì 21 marzo, Giornata Mondiale contro il Razzismo, all’Hiroshima Mon Amour appuntamento clou per Afrobeat, che ha portato la soul band spagnola The Excitements per la prima volta in Italia.
Siamo andati alla Casa del Quartiere di San Salvario per fare due chiacchiere davanti a un caffè con Rocco, Luciano e Stefano, alcuni membri del collettivo . Ci hanno spiegato che «dovunque ci sono stati schiavi c’è stata e c’è ancora musica afro».

AFROBEAT A TORINO

La storia di Afrobeat non comincia nel continente nero ma a Torino, o meglio su Facebook. Rocco, percussionista folgorato dalla musica black, intercetta il bisogno degli appassionati piemontesi di avere un punto di riferimento locale e nel 2009 diventa il fondatore di Afrobeat: l’obiettivo è far conoscere alla gente artisti sconosciuti di musica afro e afroamericana attraverso proposte di qualità.
A partire da quel momento si ramifica una fitta rete di contaminazioni di gusti, generi, età che si traduce in concerti, jam sessions, eventi culturali. Afrobeat ha collaborato negli anni con artisti come Blitz, Vodoo Sound Club, Tinariwen, Sila, Soul Nassau e la Body Soul band. Ad oggi il collettivo è composto da più di 10 persone fra le quali ci sono musicisti, dj e semplici appassionati, ma è ancora in fase di definizione: nei prossimi mesi arriveranno una sede fisica vera e propria, corsi di percussioni, danza e molto altro.

TORINO IN BLACK

Ma quanto c’è di non conosciuto dell’Africa nella nostra città? Perché sappiamo molto di immigrazione, criminalità, dittatori, apartheid e Obama, ma in fatto di musica si va poco al di là del rap americano commerciale. «A Torino c’è molta musica underground legata al genere black – dice Luciano – gli stessi Africa Unite e i Subsonica degli albori mostrano sonorità reggae».
È vero che il genere black è di nicchia? «Sì – risponde Stefano – e ci ha sorpresi il fatto che lo sia per gli stessi ragazzi che vivono in Italia ma provengono da Paesi africani. Loro non ascoltano musica black». Suona strano se proviamo a pensare, come spiegano gli intervistati, a un concerto di Zucchero a Berlino: inevitabilmente attira tanti giovani italiani, studenti ma anche emigrati residenti in Germania da anni. Per i ragazzi africani invece non è così. Forse vogliono scrollarsi di dosso le origini, la tradizione, e abbracciare in toto il loro personalissimo nuovo mondo. «Noi comunque portiamo avanti le nostre attività perché crediamo che la musica sia un ottimo veicolo di integrazione» conclude Stefano.

PER CHI AMA LA MUSICA BLACK

Luciano ha 42 anni, 3 figlie (la più grande spazia tra Katy Perry e Bob Marley) ed è resident dj al Fluido, dove una volta al mese propone una jam session aperta a tutti in collaborazione con i musicisti del collettivo. Mensilmente anche l’Hiroshima ospita la serata Kalakuta Republic di Afrobeat. C’è poi un programma dedicato alla musica funkie su Sonika Web Radio, intitolato “Groove me up” e condotto da Alberto Mauro. Se invece vivete fuori Torino potete ascoltare musica black al Jazz Refound di Vercelli o al Novara Jazz Festival.
Nel logo di Afrobeat Torino c’è l’immagine di Fela Kuti, musicista inventore del genere afrobeat. I ragazzi del collettivo l’hanno scelto come simbolo perché tutto è cominciato in Africa e anche la musica del futuro, ne sono convinti, andrà in direzione Sud.

Link utili
Afrobeat Torino
Chi è Fela Kuti

Vi piace la musica black? Avete ricordi speciali di un viaggio in Africa?

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Categorie: Musica

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