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29 Ottobre 2012

I giovani ci hanno preso gusto

Studenti e volontari hanno affollato il Salone organizzato da Slow Food, fra sapori e cooperazione, salami di renna e sali indonesiani

Valentina Esposito

Salone del Gusto

Molti giovani quest’anno al Salone del Gusto

Il primo aggettivo che viene in mente entrando al Salone del Gusto, quest’anno, è “giovane”: perché, non appena varcata la soglia, si viene travolti da comitive di studenti e volontari impegnati attorno agli stand e a indirizzare i visitatori verso questa o quella parte. Iniziato giovedì 25 ottobre, il Salone è una vera estasi di tutti i cinque sensi, rafforzata dall’apertura al pubblico di Terra Madre, fino a due anni fa riservata ai protagonisti delle “comunità del cibo”.
Nonostante il non proprio economico prezzo del biglietto, tantissime persone hanno voluto partecipare all’atmosfera di multiculturalità che si respira nei padiglioni di Lingotto Esposizioni e Oval, affollando sia le numerose conferenze che gli stand con gli assaggi di prodotti tipici.

DALLA SVEZIA ALL’INDIA
Sicuramente la zona più apprezzata dell’intero Salone è quella dedicata ai paesi esteri, europei e non, presa d’assalto dalle migliaia di visitatori che sono affluiti nei giorni di fiera. La sensazione provata è assai strana ed insolita: un momento si è intenti ad annusare le spezie dell’India e poco dopo, appena oltrepassato un breve corridoio gremito di gente, si assaggia il salame di renna della Svezia.
Il mondo racchiuso nell’ampio spazio del PalaOval lascia esterrefatti e il primo impulso è quello di comprare qualunque cosa capiti sotto mano, perché tutto sembra avere un aspetto particolare, un gusto più buono. Ogni assaggio che viene offerto è una storia che i produttori sono felici di raccontare a chi si ferma a prestare ascolto. «Il mio è un lavoro difficile , che però va portato avanti, perché la mia famiglia da generazioni conosce la tecnica per raccogliere il sale. E’ una tradizione tramandata di padre in figlio e la procedura non si è modificata col passare del tempo», racconta con l’aiuto di un interprete Wayan, raccoglitore di sale indonesiano.
Tra tutte le culture presenti emergono quelle africane che, con l’ausilio di orti tipici allestiti proprio al centro dell’Oval e di piccoli spettacoli musicali improvvisati, fanno vertere l’attenzione generale sui problemi politici ed economici dei loro paesi, dilaniati da guerre e carestie.

GIOVANI CHE CI CREDONO
Hanno sbalordito tutti, con la loro solerzia e voglia di fare: sono i giovani del Salone del Gusto, appartenenti ad ogni nazionalità, chiave di volta di quest’edizione. L’inglese è la lingua che accomuna la ventata di idee e propositi riversatasi sul pubblico, votata ad un migliore sviluppo dell’agricoltura e del commercio internazionali.
Sarah, americana 24enne di Slow Food Youth Network, spiega il loro progetto web: «Abbiamo creato un network interamente in inglese, una sorta di punto di incontro tra tutti i giovani di Slow Food. Giusto sabato mattina abbiamo tenuto un incontro dove abbiamo confrontato i nostri punti di vista sul cibo e sul modo di vivere l’ambiente da consumatori consapevoli. La nostra pagina Facebook è molto cliccata e contiamo di sensibilizzare sempre più giovani».

GIOVANI CHE STUDIANO
Invece Stefano, 20 anni, è uno studente di Scienze Gastronomiche, la nuova facoltà universitaria aperta a Pollenzo, e ci racconta i suoi studi a stretto contatto con la terra e i prodotti agricoli: «Le classi sono formate per metà da italiani e per metà da stranieri che vengono in Italia grazie a borse di studio, per garantire quel senso di multiculturalità che poi in fondo è alla base della filosofia di Slow Food internazionale. Impariamo le ultime novità in fatto di agricoltura ecosostenibile e mezzi tecnologici, e durante l’anno numerosi stage ci permettono di osservare le realtà agricole e di studiarle, per poterle migliorare. Soprattutto gli studenti stranieri – continua – non vedono l’ora di tornare a casa per applicare i concetti imparati qui in Italia. E’ facile immaginare uno scenario ottimistico in cui i problemi relativi alla fame nel mondo vengono risolti da giovani intraprendenti, inseriti nella comunità locale e mondiale. Purtroppo, date le circostanze attuali a livello mondiale, è un’utopia».
Durante i numerosi incontri organizzati per Terra Madre, però, questo modo di pensare non pare avere i connotati dell’utopia: i giovani e i loro pensieri sono finalmente ascoltati da un attento pubblico di esperti e non, che accoglie applaudendo le loro innovazioni e il loro modo di fare. Il vero successo di quest’anno, insomma, sono stati loro, che insieme vogliono e possono cambiare il mondo.

Link utili:
Salone del Gusto
Slow Food Youth Network

Siete andati al Salone del Gusto? Avete seguito qualche conferenza?

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Categorie: Cultura

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