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29 Ottobre 2012

Io cucino (e mangio) 2.0

Alimentazione e nuovi media? Un binomio sempre più reale nelle sue declinazioni blogging e social, secondo gli esperti del Salone del Gusto

Mara Dalmazzo

conferenza 2.0 terra madre torino

I partecipanti alla conferenza Gastronomia 2.0

Alzi la mano chi di voi, su Facebook, clicca sul fatidico “Mi piace” solo di fronte a succulente foto di ricette. E scagli la prima pietra chi, prima di cucinare anche il più semplice uovo alla coque, non è mai andato a curiosare tra le pagine (virtuali) di qualche foodblogger.
Sabato 27 ottobre siamo andati al Salone del Gusto alla conferenza “Gastronomia 2.0”, per saperne di più sul trend che porta l’enogastronomia più lontano dal cartaceo e più vicino allo schermo di un computer.

NUOVE PAROLE PER NUOVI CIBI

In un mondo che cambia, si modifica anche il lessico con il quale approcciamo il cibo. Parliamo di “ragionare di cambiamento”, come indicato dal moderatore della conferenza Marco Bolasco, direttore editoriale di Slow Food Editore. Parliamo di concetti come identità ed esporsi, specie per i brand che sui social network stabiliscono un contatto diretto con i propri consumatori. Usiamo meno “supermercato” e più “biologico”. Parliamo di democratizzazione (ma anche banalizzazione) del dibattito sul cibo. «Di cibo si parla di più, ma non necessariamente meglio», dice Licia Granello raccontando la propria esperienza di giornalista e blogger di Repubblica.
Proprio qui entra in gioco il mondo della Rete. Variegato, nebuloso, ma pieno di opportunità per informarsi, capire, pretendere qualità. Grazie al web riusciamo a cogliere tutti gli aspetti del cibo, anche quelli che vanno ben oltre una ricetta e spaziano dalla produzione alla distribuzione alla vendita diretta, di cui ha parlato Fabio del Bravo di Ismea. Insomma, una vera panoramica a 360° su chi il cibo lo produce, chi ci lavora, chi ne parla, chi lo cucina, chi lo giudica e chi lo usa come strumento per raccontare storie e magari emozionare, come i blogger Annamaria Pellegrino e Fabrizio Cioffi.

WEB, SOCIAL E FOODBLOGGER

Il fenomeno foodblogging conta in rete 3.500 esempi. Sui social network sempre più spesso troviamo ricette,fotografie, eventi, contenuti che vogliono uscire dai tradizionali siti, come indicato da Andrea Zoppello, content manager presso Nimai.
Come destreggiarsi tra tante informazioni? E chi dice che un blogger sia migliore di un giornalista enogastronomico o di un critico? Ecco, nessuno. La democratizzazione portata dal web ha insite numerose incognite, e sono necessari strumenti che aiutino gli utenti a giudicare cosa stanno leggendo. «Incrociate le fonti, leggete vari blog e diffidate delle sospette marchette», suggerisce Emidio Mansi, responsabile commerciale di Pasta Garofalo, promotrice dell’innovativo progetto “Gente del Fud”. Parole come autorevolezza, capacità, trasparenza, utilità, stanno assumendo una nuova importanza. Al blogger l’arduo compito di portare, oltre alle ricette, la cultura del cibo buono, pulito e giusto. Perché se è vero che “siamo ciò che mangiamo”, il web può darci nuovi mezzi per scegliere e non subire ciò che mettiamo in tavola.
Ad attendere addetti ai lavori e non c’è la sfida futura: il food nel web 3.0.

Link utili
Gente del Fud
Ismea
Blog di Annamaria Pellegrino
Blog di Fabrizio Cioffi
Blog di Licia Granello, La Repubblica
Canale Terra&Gusto di Ansa

Seguite dei foodblog? Quali sono i vostri piccoli spunti quotidiani verso un cibo più buono, pulito e giusto?

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Categorie: Cultura

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