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28 Marzo 2013

I vegani: il nostro corpo non è una tomba

A Pasqua non rinunciano all’uovo, purché fatto con latte di soia. Viaggio alla scoperta di un movimento che mette al di sopra di tutto il rispetto della vita

Viviana Villani

Uova LAV

Per Pasqua i vegani e la LAV propongono uova fatte con latte di soia

Molto spesso si sente parlare dei vegani, ma pochi sanno chi siano veramente. Per approfondire la tematica abbiamo intervistato Alessandra, diciannovenne che segue questa vera e propria filosofia di vita da un anno.

Alessandra ci puoi raccontare qualcosa di te e perché hai scelto di diventare vegana?
«Sono una musicista, suono il violino e il pianoforte. Sono un’attiva volontaria della LAV, Lega Anti Vivisezione. Inizialmente ero vegetariana poi da un anno sono diventata vegana. Chi è vegetariano “per la dieta” non diventa vegano. Per chi invece è vegetariano per etica invece lo sbocco naturale dopo un po’ è di diventare vegani. L’etica per un vegano è la difesa della vita».

Chi sono i vegani e qual è la loro filosofia?
«La filosofia vegana si basa sul rispetto della vita, perché dove c’è sofferenza c’è il male. E’ sufficiente pensare agli allevamenti intensivi: lì gli animali soffrono, sono dei luoghi dove prevale una visione antropocentrica, si mira a far crescere l’animale il più in fretta possibile per poi macellarlo. La specie umana prevarica le altre perché ha facoltà intellettive maggiori che usa per nuocere ai più deboli».

Quali sono i cibi che consumi quotidianamente? E cosa mangerai ad esempio per Pasqua?
«Mangio il seintan, gli hamburger di soia, i legumi, il latte di soia, la mozzarisella, il farro, il tofu e poi ho imparato a conoscere le spezie, a dosarle e apprezzarle. A Pasqua mangerò il classico uovo ma prodotto dalla LAV perché è fatto con il latte di soia».

Riesci a conciliare la tua scelta di vita con aspetti quotidiani come le uscite a cena con gli amici?
«All’inizio è stato difficile. Sono sensibile e soffrivo moltissimo, ci sono persone che non ti risparmiano le battutine. Una volta mi è capitato di essere stata invitata a una festa di compleanno: ognuno doveva portare qualcosa da mangiare. Con una mia amica anche lei vegana ci siamo organizzate perché sapevamo che non avremmo potuto mangiare nulla. Durante la festa purtroppo non sono mancati commenti sarcastici del tipo “Siete delle terminali”».

E questo ti ha ferito…
«Sì certo. Poi ho capito che solo con il dialogo pacifico e spiegando le motivazioni, gli altri ti possono conoscere e comprendere.  A tutti i miei amici faccio vedere dei documentari che mostrano le sevizie che subiscono gli animali, cerco di raccontare il mio pensiero. Ricordo sempre a tutti il principio-manifesto del pensiero vegano: “Il mio corpo non è una tomba”. Credo che  l’ignoranza, la mancanza di rispetto reciproco e l’incapacità di ascoltare non portino a nulla».

Puoi consigliare qualche libro per approfondire la tematica?
«Sì, posso consigliare il libro-manifesto del veganesimo scritto negli anni ’70 da Peter Singer, “Liberazione animale”, e poi  “Gabbie vuote. La sfida dei diritti animali” di Tom Regan e il famoso “L’anello di Re Salomone” dell’etologo Konrad Lorenz».

Link utili:
LAV
Vegan Home
Vivere Vegan

 

Cosa pensate del veganesimo? Abbraccereste questa filosofia di vita?

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Categorie: Cultura

Commenti (2)

  1. Sergio ha detto:

    Sono vegano da 2 anni e concordo al 100% con quanto affermato dalla ragazza intervistata.
    La scelta alimentare vegan deriva da una profonda scelta etica: il rifiuto di causare sofferenza e morte ad altri esseri senzienti.
    Il cibo e il piacere che esso ci da non possono derivare da sofferenza.
    E’ peraltro possibile mangiare cose saporite e gustose anche adottando un regime alimentare vegan

  2. Wang Xiaomao ha detto:

    Avreste dovuto intervistare una persona vegana da 30 o 40… ma almeno da 20… una persona che ha aderito da poco, come la ragazza qui sopra, non fa realmente testo, Molti seguono il veganismo per moda, e come è accaduto per molte altre cose, dopo qualche tempo riprenderanno una dieta socialmente normale, almeno la grande maggioranza, ne son convinto. Io sono stato macrobiotico per 20 – 30 anni, però sono arrivato a sentirmi poco bene. Andando a fare dei test specifici è saltato fuori che avevo sviluppato intolleranze, anche forti, per soya, farina integrale, tofu, tutto ciò che dalla soya è derivato, perfino le carote non ho potuto più mangiare, il sedano è diventato poi pericoloso per tutti, poiché è mutato e sviluppa una tossina molto potente pericolosa anche per noi, che è poi il suo pesticida naturale, che serve ad autoproteggere la pianta dal suo nemico naturale la peste del sedano. Andrà a finire che qualcuno resterà vegano perché la dieta gli è naturalmente congeniale, altri si stuferanno e riprenderanno la dieta di prima, altri ancora avranno delle carenze o dei problemi alimentari e lasceranno stare per stare meglio in salute. Ovviamente il movimento per il veganismo parlerà di quei casi di successo e tacerà, pur conoscendoli, tutti quei casi di fallimento. Ultima considerazione, molti mangiano vegano e si dicono vegani ma in realtà non lo sono poiché nell’esprimere le loro convinzioni esprimono anche aggressività rasentando la violenza. Il vero vegano è una persona tranquilla, ama la pace ed esprime le sue idee con tranquillità appellandosi alla ragionevolezza degli interlocutori, parla per comunicare e non per convincere, rispettando comunque le scelte degli altri… ma vegani così ce n’è davvero pochi! Saluti!

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