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7 Giugno 2013

“Les Folies (bergere)!”: una serata in rosa per pensare

Domenica all’Hiroshima Mon Amour l’associazione Movimento Arte Creatività organizza una kermesse artistica con al centro la questione femminile

Matteo Tamborrino

MAC

Le donne saranno protagoniste della serata del 9 giugno all’Hiroshima Mon Amour

«La nostra base deve essere il risveglio spirituale degli individui». Una frase, questa della trasgressiva iconoclasta britannica Hazel Henderson, molto cara all’associazione culturale MAC, che per la serata di domenica 9 giugno ha in programma “Les Folies (bergere)!”, una ricca kermesse di produzioni artistiche tutte al femminile, ospitate nei locali dell’Hiroshima Mon Amour di via Bossoli 83 (ingresso libero) e realizzate grazie alla collaborazione dell’associazione MAC (Movimento Arte Creatività), della compagnia teatrale “L’interezza non è il mio forte” e delle Risers of Turin. Ma andiamo a conoscere meglio l’evento, le sue finalità e i protagonisti.

DOMENICA AL FEMMINILE
La serata, il cui obiettivo primario sarà quello di sostenere il risveglio del genio creativo della donne, avrà inizio alle ore 19 con un aperitivo. Seguiranno un racconto multisensiorale della musicoterapeuta Renata Chiappino in compagnia dell’attrice e danzatrice Francesca Bardino, sei domande-provocazioni della blogger Raffaella Perrone e la presentazione del libro “Uomini che odiano amano le donne: virilità, sesso, violenza, la parola ai maschi” di Monica Lanfranco.
Sarà poi la volta delle performance: prima le Risers con “Sa(n)remo S(elv)agge”, un tessuto di tredici storie narrate sul palco da altrettante donne; dopodiché, “Donne che corrono senza lupi” di Interezza, sesto capitolo di un progetto nato anni fa con l’intento di parlare della questione femminile tramite figure mitologiche, poetiche e cinematografiche.
Per finire, il DJ set a cura di LeSpillette.

L’INTEREZZA TEATRALE
L’associazione teatrale “L’interezza non è il mio forte” nasce a Torino dieci anni fa, nel 2003. Fino ad oggi ha portato in scena circa quaranta titoli, tra produzioni e riadattamenti a sfondo sociale: dal femminismo politico alle storie dei NoTav, dallo sguardo tagliente di Gaber a quello poetico di De André, dai racconti della Diaz al G8 di Genova, sino a giungere all’attualità, letta attraverso opere d’autore come il celebre “Aspettando Godot”.
«Gli spettacoli – spiega Marta, attrice della compagnia – sono stati rappresentati in undici regioni italiane, toccando più di trenta province. Per Interezza il teatro è arte sociale, civile, quella forma d’arte che si occupa e si preoccupa delle questioni degli uomini, portando sul palcoscenico frammenti di storia collettiva così come interrogativi attuali e quotidiani, non solo per raccontare fatti, ma per far riflettere nella direzione dell’impegno civile».

MAC E LE RISERS
Da parte sua, invece, Movimento Arte Creatività viene alla luce con l’obiettivo fondamentale «di contribuire alla creazione di una coscienza critica, di smontare le abitudini cattive e dannose, di recuperare il concetto di dignità della vita nel proprio piccolo ambiente di riferimento». Così parla Manuela Rollino, membro dell’associazione, il cui motto è «Pensare globale e agire locale». Nel concreto, MAC agisce sul territorio promuovendo progetti come la danza-terapia, laboratori di scenografia e riciclo, mercatini “virtuosi” e varie occasioni espressive.
Vicine a MAC troviamo poi le Risers of Turin, un movimento di donne nato sulla scia di One Billion Rising a seguito del Flash Mob di Piazza Castello del 14 febbraio scorso.

L’IMPEGNO SOCIALE
Ciò che unisce queste realtà è la forte spinta verso il sociale. Ma che cosa significa esattamente assumersi un impegno civile? «In un tempo di crisi come questo – risponde Raffaella Gallo di MAC – è nostra intenzione seminare atti che prima di tutto ci facciano stare bene, costruendo legami e relazioni di valore. Siamo convinte che ogni seme gettato possa germogliare».
Sull’altro versante troviamo i teatranti di Interezza, «scomodi, indefinibili e scomposti», alla continua ricerca di relazioni e rivoluzioni: «Ci saranno sempre delle sedie da far saltare: e quando il teatro civile esplode, chi lo guarda, fosse anche l’uomo più assopito del mondo, non può certo continuare a dormire. Come recita una citazione di Jannacci, “se la vita non si inventa, se il teatro non si tenta, perché far tanto casino, tanto poi saltimbanchi si muore”».

Link utili:
Hiroshima Mon Amour
MAC – MovimentoArteCreatività
L’interezza non è il mio forte

 

Parteciperete alla serata organizzata all’Hiroshima Mon Amour? Che cosa pensate del teatro sociale?

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Categorie: Cultura

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