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17 Settembre 2013

“Europae”, da Torino una rivista per parlare ai giovani di affari europei

Incontro con il direttore Antonio Scarazzini, per parlare della rivista nata a Torino, che sta diventando punto di riferimento per i giovani interessati agli affari europei.  

Federica Spagone

Nella foto la redazione di “Europae”

Europae“, nata a Torino il 7 febbraio di quest’anno (non a caso nell’anniversario della firma del trattato di Maastricht), è una rivista online che si occupa di affari esteri.  Ideata e gestita interamente da giovani studenti di Scienze Politiche, Economia e Giurisprudenza, con l’obiettivo di avvicinare le tematiche europee principalmente ai loro coetanei, ha saputo conquistare, in questi pochi mesi, l’attenzione dei lettori e dei media. Il punto di forza  di questa rivista è il saper trattare argomenti importanti e complessi di economia e politiche UE,  con l’occhio dell’analista esperto capace di rendere i concetti fruibili a tutti.

Per  approfondire l’argomento e sapere qualcosa in più sul progetto, abbiamo incontrato Antonio Scarazzini, 25 anni, direttore di “Europae”. 

Essere direttore a 25 anni è un bel traguardo, che percorso hai fatto per arrivare fin qui?
«Mi sono laureato in Scienze Internazionali – Studi Europei presso la facoltà di Scienze Politiche di Torino e oggi ho la fortuna e l’onore di mettere in testa al mio curriculum la direzione di Europae, in cui mi occupo principalmente di temi legati all’ economia europea ed internazionale. Questo lavoro è il coronamento delle mie aspirazioni giornalistiche poiché avevo già avuto modo di mettermi alla prova con una piccola testata sportiva, ma partecipare alla creazione e gestione di un progetto editoriale è una sfida molto più appagante che non regge il confronto».

Qual è l’obiettivo della rivista e chi collabora al progetto?
«Europae nasce con lo scopo di offrire il punto di vista oggettivo di “specialisti”, per cercare di rompere quel circolo mediatico che rinchiude il dibattito sull’Europa dentro la discussione politica nazionale. A quest’idea hanno subito aderito con entusiasmo parecchi dei nostri colleghi di studio o lavoro, infatti, la redazione è prevalentemente composta da neolaureati o studenti di Scienze Politiche  e di Giurisprudenza ed Economia con una formazione “europeista”. Il nucleo dei fondatori univa il polo torinese di amici e compagni di corso a quello formatosi a Bruxelles nel contesto dello stage presso la “Rappresentanza Italiana” presso l’UE. Ogni fondatore ha dato poi il via al proprio passaparola in diverse università: inizialmente Torino, Bologna e Padova, poi Trento e Milano ed è così che ci ritroviamo oggi con circa trenta collaboratori».

Quali sono le tematiche che trattate con più interesse?

«Il fatto di poter contare su un numero così vasto di redattori, ci permette di poter coprire un largo spettro di argomenti e sino a questo momento: Abbiamo spaziato moltissimo andando dalla politica monetaria alla sperimentazione sui biocarburanti e credo che il nostro punto di forza, sia la capacità di raccontare i passaggi importanti dell’azione dell’UE che non finiscono sotto i riflettori, come per esempio le attività del Parlamento Europeo e delle sue Commissioni. Abbiamo in ogni caso affrontato tematiche che sono diventate poi “i nostri cavalli di battaglia” e siamo riusciti ad i intervistare grandi nomi del panorama europeo come Guy Verhofstadt e Ulrich Beck. Abbiamo dato una copertura completa alle sessioni del Consiglio Europeo, al percorso che ha portato all’accordo tra Serbia e Kosovo e ora siamo ormai proiettati verso le elezioni europee della prossima primavera».

Quali sono i progetti futuri per “Europae”?
«Nel breve termine l’intento è di consolidare l’attuale offerta, ovvero mantenere una piattaforma web con un’informazione puntuale e aggiornata, a cui si aggiungono l’approfondimento fornito con la pubblicazione mensile e le attività dell’associazione “Osare Europa” che è editrice della rivista. “Europae” rappresenta un esempio d’imprenditorialità giovanile e in questo senso l’editoria digitale ci può offrire diverse opportunità. Se la combinazione di risorse umane ed economiche ce lo permetterà, vogliamo affermarci come punto di riferimento per tutti coloro che vogliano informarsi sulle evoluzioni politiche ed economiche in Europa, dallo studente universitario al lettore più “generalista”».

E se dovessi analizzare in poche righe la situazione economico/politica dell’Unione Europea, come la riassumeresti?

«La storia recente ci ha insegnato che c’è un’Europa che non funziona, quella dei compromessi fra governi, dei tentennamenti dovuti a calcoli politici interni che hanno portato ad una gestione maldestra della questione greca, di quella cipriota ma anche ad un accordo fallimentare sul budget dell’Unione per il periodo 2014-2020; per non parlare delle ben magre performance in politica estera. La risposta alla crisi siriana infatti è l’ennesimo specchio delle divisioni europee. L’Europa che funziona invece, è quella che riesce a svincolarsi da queste dinamiche: l’unione bancaria, fa storcere il naso a qualcuno (alla Germania per esempio), ma ha avuto tempi di sviluppo insolitamente rapidi e tutto il quadro delle iniziative per disciplinare il settore finanziario, è assolutamente incisivo. Il Parlamento Europeo è una voce sempre più rilevante nel dialogo istituzionale e ciò lascia ben sperare per una maggiore legittimità democratica del processo legislativo. Certo, servirebbe più chiarezza nella strategia, per emergere dalla crisi economica ed occupazionale, ma anche questa deve essere concordata a livello sovranazionale, pena l’irrilevanza nei confronti dei poli emergenti e di quello statunitense che è già tornato a crescere».

Link Utili:

La rivista Europae

E voi siete interessati agli affari Europei? Conoscevate la rivista “Europae”?

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Categorie: Cultura

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