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3 Ottobre 2013

Gli archeologi del gusto

Intervista a Generoso Urciuoli, creatore di Archeoricette, associazione culturale torinese nata per riscoprire e divulgare i sapori dell’antichità

Giulia Porzionato e Matteo Tamborrino

archeoricette

Archeoricette promuove lo studio delle ricette e dei sapori del passato

Cucinare è una delle attività quotidiane cui più spesso ci dedichiamo in maniera inconsapevole, senza pensarci troppo: i gesti diventano automatici, le ricette ormai collaudate. Talvolta, però, è importante imparare a sperimentare con ingredienti e ricette dai sapori esotici o… antichi. E’ questa l’idea alla base di Archeoricette, che, grazie anche al successo della propria pagina Facebook, propone ai palati sopraffini rievocazioni filologicamente impeccabili e piatti tipici dell’antichità.
Andiamo quindi alla scoperta degli “antenati” dei nostri ricettari con l’ideatore del progetto, Generoso Urciuoli, 45 anni, laureato in Civiltà Bizantina presso l’Università degli Studi di Torino.

In che modo è nata l’idea di Archeoricette e da chi è composto il vostro staff?
«Archeoricette è un progetto divulgativo e di ricerca, nato per un mio forte interesse verso la cultura materiale delle antiche civiltà, sostenuto da curiosità e voglia di approfondire. Tutto è partito in solitaria, ma strada facendo ho sentito l’esigenza di coinvolgere alcuni appassionati e studiosi che non avevano paura di “sporcarsi” con la divulgazione e soprattutto con l’argomento cibo, tema attualmente non preso in considerazione dal mondo storico-archeologico, se non da un punto di vista antropologico. Il passo successivo è stato quello di creare un’associazione culturale. Nel gruppo di studio, oltre a me, ci sono un’archeologa, un’epigrafista e una vera e propria cuoca. Però ogni tanto, qualche fan della pagina Facebook mi propone delle indagini ed è già capitato di coinvolgerli nel progetto».

Da dove estrapolate le ricette?
«In alcuni casi le ricette sono fedeli trascrizioni dalle fonti con i dovuti aggiustamenti, in altri sono ricostruzioni compiute grazie all’analisi “archeologica” del contesto, operazioni che si possono considerare verosimili e soprattutto filologicamente accettabili. Quando è stato scritto il primo post di Archeoricette, l’approccio era quello di raccontare in poche righe uno dei tanti aspetti legati alle antiche civiltà e in particolare le abitudini alimentari. Il post si era poi trasformato in una ricetta con un contorno storico, ma attenzione: Archeoricette non è propriamente o solo un progetto di “cucina” nell’accezione odierna del termine. La nostra “bibliografia di base” è immensa, soprattutto in lingua inglese, è riportata sia sulla pagina Facebook che sul blog ed è in continuo aggiornamento: dai saggi ai testi degli autori antichi fino ai rapporti di scavo».

Incontrate difficoltà nel tentativo di riprodurre ricette antiche ai giorni nostri?
«In realtà, nessuna difficoltà! Questo perché Archeoricette non nasce per essere una “rievocazione storica” e ho ben chiaro il confine tra comprensione e adattamento, ricostruzione e rielaborazione, studio filologico e lavoro che si concretizza sui fornelli: se i contesti possono essere ricostruiti con una relativa credibilità, è invece praticamente impossibile la traduzione sul piano pratico dell’esperienza dei sapori».

Talvolta comunque organizzate degli “eventi a tavola”: quali sono state le reazioni e i commenti degli assaggiatori?
«Le persone che partecipano a questi eventi, che sono solo una parte del progetto, sono sempre rimasti piacevolmente colpiti dai racconti e da tutto quello che sta dietro una semplice ricetta».

Esistono differenze sostanziali tra i cibi attuali e quelli d’un tempo?
«Sono cambiati gli alimenti, o meglio il modo di organizzare i cibi, sono cambiati gli attrezzi. È cambiata la possibilità di approvvigionassi. Nei secoli è avvenuta la “democratizzazione” dei cibi, in precedenza appannaggio solo di ristrettissime classi sociali. Sin dall’origine l’uomo ha introdotto e contemporaneamente abbandonato diversi alimenti nelle sue abitudini. Per dirla con le parole dello storico francese Fernand Braudel: “Le piante coltivate non smettono di viaggiare e di rivoluzionare la vita degli uomini”».

 

Link utili:
Sito di Archeoricette
La pagina Facebook

Che cosa pensate delle iniziative di Archeoricette? Avete mai partecipato alla rievocazione di un banchetto antico?

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Categorie: Cultura

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