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10 Dicembre 2013

Bamboo, a Torino l’ostello si fa green

Intervista a Giorgia Pentenero, proprietaria di una nuova struttura, la prima in Italia totalmente ecosostenibile, che mira a far sentire a casa i propri ospiti

Veronica Minniti

simbolo dell'ostello

Il logo del Bamboo, il primo ostello ecosostenibile in Italia

A Torino gli ostelli non sono molti. Ce n’è uno, però, davvero unico e speciale: il Bamboo, in corso Palermo 90. È, infatti, il primo in Italia ad essere gestito secondo i principi di sostenibilità ambientale.
Sul sito ufficiale si può leggere: “Offriamo una casa accessibile a tutti, dove ognuno possa sentirsi libero nel rispetto e nella tolleranza delle altrui diversità, siano esse fisiche, etniche, religiose o di orientamento sessuale. Tutti possono trovare accoglienza qui, proprio come le foreste di bambù ospitano e forniscono casa a diverse specie animali”.
Digi.To ha incontrato Giorgia Pentenero, la ragazza di 28 anni che dallo scorso giugno gestisce questo piccolo albergo dall’atmosfera molto familiare.

Da che cosa nasce l’idea di aprire un ostello eco-friendly a Torino?
«Ho pensato a questo posto per chi, come me, ama viaggiare e desidera alloggiare in un ambiente caldo e accogliente, con pochi posti letto. In Italia è difficile trovare questo tipo di sistemazioni, per questo ho deciso di importare l’idea. Rendere il Bamboo eco-friendly è stato un passo automatico: io credo molto in questi principi quindi ho semplicemente portato il mio stile di vita nella mia attività».

Come si traduce la tua filosofia di rispetto dell’ambiente all’interno dell’ostello?
«Al Bamboo, innanzitutto, si fa la raccolta differenziata. Utilizziamo prodotti per la pulizia certificati Ecolabel. Abbiamo cambiato gli infissi delle finestre mettendo quelli di nuova generazione per abbattere i consumi. Inoltre utilizziamo fotocellule per l’illuminazione dei corridoi e delle scale usando lampadine a basso consumo. La colazione è inclusa nel prezzo ed è interamente a base di prodotti biologici, dal pane al caffè, dalle marmellate al latte».

Chi sono gli ospiti che scelgono il tuo ostello?
«Gli ospiti sono giovani, tutti attorno ai vent’anni. Vengono da ogni dove: Giappone e Korea, alcuni dagli Stati Uniti, dall’Australia, dal Brasile, dall’Argentina. Dall’Europa arrivano molti olandesi, francesi e spagnoli. Ci sono stati anche dei ragazzi russi. Una volta ho avuto un ospite arrivato dalla Mongolia!».

Come descriveresti l’atmosfera che si respira all’interno del Bamboo? Gli ospiti fanno amicizia?
«Al piano terra dell’ostello c’è la sala comune con la cucina, e lì gli ospiti interagiscono tra loro. Qui posso conoscerli anche io. A settembre, ad esempio, sono arrivati molti studenti in Erasmus e alcuni provenienti da altre città, che si sono fermati anche alcune settimane. Siamo diventati amici e spesso abbiamo organizzato delle cene nell’ostello.  Lo facciamo ancora adesso, per tenerci in contatto. È bellissimo, per me, vedere ospiti, ex ospiti e amici provenienti da cinque continenti diversi mangiare allo stesso tavolo. È quello che volevo: un posto in cui sentirsi a casa».

Link utili:
Bamboo Eco Hostel
Pagina Facebook

 

Che cosa pensate del progetto eco-sostenibile di Giorgia? Alloggereste in un posto come il Bamboo?

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Categorie: Ambiente

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