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19 Marzo 2014

A spasso per la città con i Turin Greeters

Intervista a Michele Penna, fondatore della sezione torinese del movimento nato negli Usa che organizza uscite informali gratuite per turisti e curiosi

Valentina Esposito e Matteo Tamborrino

Il logo dei Global Greeters

Quante volte ci è capitato di visitare una città come turisti senza sapere da che parte girarci, desiderando magari qualcuno ci che facesse da cicerone? I Global Greteers nascono proprio per soddisfare questa “esigenza” e dopo New York, Lione, Nizza e Londra ora sono sbarcati anche a Torino. A solo un mese dall’inaugurazione del progetto nella nostra città, più di 20 persone hanno già messo a disposizione il proprio tempo per accompagnare turisti e curiosi in conviviali uscite tra amici, il cui centro non è tanto Torino, quanto il cittadino torinese, autoctono o di adozione che sia.
Michele Penna
, fondatore del movimento di Torino e presidente dell’associazione 6secondsTO, ci ha spiegato nel dettaglio in che cosa consiste questo movimento.

Chi sono i Greeters? Quando nascono?
« I primi gruppi di Greeters ufficiali, che hanno preso esempio dal gruppo nato a New York, sono nati già negli anni ’90. Se si parla di quelli di Torino, invece, nascono circa un mese fa: la cosa particolare è che in Italia esistono già delle forme di turismo alternativo, ma sono tutte a pagamento. Noi non lo siamo, perché chi vuole avere un incontro con un Local, ovvero con un Greeter appartenente alla città di interesse, non deve iscriversi a nessuna associazione, a nessun circuito, ma semplicemente compilare il form che si trova sul nostro sito».

Cosa vi differenzia dalle guide turistiche professionali?
«Non facciamo i classici giri per spiegare la storia di Torino, né mostriamo la parte architettonica della città, ma semplicemente vogliamo essere come amici che fanno visitare all’ospite magari il locale preferito, il negozio dove si trovano cose interessanti o i luoghi legati alla propria storia personale. Per esempio, questi giorni di sole sono perfetti per le passeggiate sul lungo Po, raccontando della propria esperienza in città, della propria vita a Torino. La difficoltà è che essendo il primo gruppo in Italia subito siamo stati scambiati per concorrenti delle guide turistiche, quando non è così e anzi, superate le prime diffidenze ci sono stati molti momenti di incontro e scambi di idee con le guide stesse: può essere anche un momento per allargare il proprio giro, perché magari il Greeter può consigliare la guida al turista, visto che non offre un servizio simile. Solo che poi chiaramente è un servizio che diventa a pagamento e che esula dalla nostra attività».

Ci vogliono requisiti particolari per diventare Greeter?
« Gli unici requisiti sono la voglia di incontrare persone, di mettere a disposizione il proprio tempo e di essere curiosi. Fa sicuramente piacere in una città sconosciuta sapere come orientarsi, come organizzare il tempo e i greeters fanno proprio questo: ci si incontra tra amici, in maniera informale e piacevole, per sentirsi un po’ a casa. Sicuramente conoscere le lingue aiuta, perché tutti possono essere Greeters, anche studenti stranieri che vivono da alcuni anni a Torino, che si sono già ambientati e possono aiutare eventuali connazionali in visita nella nostra città anche abbattendo la barriera della lingua, che è una cosa da non sottovalutare».

Come hai conosciuto questa realtà e perché hai deciso di fondare un gruppo a Torino?
«Circa un anno fa andai a Lione per le ferie di Capodanno e, come ogni turista, cercavo delle informazioni per muovermi al meglio in città. Visitai il sito turistico della città e ci trovai un link al sito dei Greeter locali, ho fissato un incontro ed è stato assolutamente piacevole e utile. Così, una volta tornato, mi sono informato per entrare nel circuito internazionale, per fondare il gruppo e quindi eccoci qui. L’unico costo iniziale è stato il sito, ma nonostante le prime difficoltà siamo partiti davvero bene, non mi aspettavo un riscontro simile in così poco tempo. Ci sarà certo bisogno di sostenere economicamente il progetto, ma il mio sogno è creare un movimento assolutamente no profit e di aprirci anche a livello internazionale, grazie al network».

Ci sono progetti per il futuro, magari qualche evento organizzato da voi?
«I primi sei mesi sono di “rodaggio” e di sperimentazione. Presto ci saranno degli incontri per radunare chi ha già aderito al progetto e per organizzarci al meglio e comunque i reclutamenti sono sempre aperti, soprattutto in questo periodo. Torino è una città che stupisce sempre, nonostante i numerosi pregiudizi che sono solo parole: i torinesi sono disponibili, aperti e questa idea sembra entusiasmare chi già partecipa e siamo certi che piacerà anche a chi scoprirà la nostra realtà».

Link utili:
Turin Greeters
Global Greeters Network

 

Vi piacerebbe diventare Greeter? Cosa pensate di questa iniziativa?

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Categorie: Cultura

Commenti (2)

  1. Dedy Di Benedetto ha detto:

    Siamo una coppia di pensionati interessati a visitare la vs.città nei primi di maggio. Gradiremmo sapere se possiamo beneficiare del vs. appoggio. Epoca prima decade di maggio.
    Cordialmente.
    Salvatore Di Benedetto – Palermo

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