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9 Maggio 2014

We love Quidditch!

Questo weekend arriva a Torino il torneo, versione “babbana”, dello sport nato tra le pagine della saga fantastica di Harry Potter

Valentina Esposito

Nel weekend Torino ospita il torneo nazionale di Quidditch

E’ impossibile non conoscere Harry Potter e la fortunata saga di J.K.Rowling, che ha incantato tutto il mondo e ha consacrato l’autrice J. K. Rowling all’olimpo della scrittura. Gli amanti della saga, inoltre, non avranno difficoltà a ricordare le emozionanti partite di Quidditch, sport che si pratica a cavallo di manici di scopa, descritte più volte nelle pagine dei libri.
Eppure chi è veramente appassionato sa come far avverare i suoi sogni in realtà: a Torino, domani e dopodomani, si svolgera il torneo nazionale di Quidditch, che vedrà impegnata la squadra di casa contro alcune avversarie nazionali. Qui, a Torino, l’appuntamento è al complesso sportivo Cit Turin di Corso Francesco Ferrucci 63, dalle 10 alle 19, ad ingresso libero.

LO SPORT
Il Quidditch “babbano”, ovvero delle persone senza magia – per ovvi motivi- prende ispirazione dal rugby, dal dodgeball e dal famosissimo gioco “ce l’hai”, quello che tutti, da piccoli, facciamo.
La squadra, composta da sette atleti, viaggia rigorosamente su manici di scopa (che, purtroppo, non volano!), e  ha lo scopo di buttare la cosiddetta pluffa – una palla un po’ sgonfia – in uno dei tre cerchi piantati su dei pali, posti agli estremi del campo da gioco, ostacolando gli avversari con dei bolidi, ovvero palle un po’ più pesanti. La partita si vince, però, catturando il boccino messo in gioco dal “boccinatore”, che ha il compito di rendere davvero difficoltosa e interessante la partita.
Andando oltre le mere regole, non è facile giocare a questo sport particolare e anche capirlo, però non si può non tifare per la squadra di casa.
L’evento è stato pensato e organizzato dalla AIQ, l’Associazione Italiana Quidditch, che è orgogliosa di mostrare all’interno panorama europeo la bravura degli atleti italiani, per selezionare quelli più adatti alla Nazionale. Inoltre, esiste pure una versione per i piccoli aspiranti maghi, il Kidditch, che inaugurerà il torneo e che è lo sport in piccolo, per avvicinare anche i bambini.

L’ASSOCIAZIONE
Fondato da due ragazzi inglesi nel 2005, lo sport è in continua espansione anche qui in Italia e Gianluca Tenzone, responsabile eventi dell’Associazione Italiana Quidditch, ci parla un po’ di questa autentica passione sportiva e della nascita dell’ente: «L’esigenza di fondare la AIQ è stata dettata dalla volontà degli stessi giocatori di rendere ancora più concreta nel nostro territorio una realtà in veloce espansione, oltre a voler garantire ai nostri giocatori di essere riconosciuti come sportivi e tutelati durante le manifestazioni. L’associazione è uno strumento con il quale possiamo comunicare con tutti e in questo modo cerchiamo di portare nel nostro paese un’alternativa ad altri sport, capace di stupire e incuriosire per la sua unicità e per il forte legame che questo crea tra giocatori di squadre diverse.» Non è solo una questione di appassionati, infatti, ma è uno sport a tutti gli effetti che sta concretizzandosi sempre più come realtà, anche se non è stato semplice, agli inizi. «Tra i giocatori di Quidditch ci sono sicuramente molti fan della saga, ma posso dire con certezza che non tutti i giocatori sono legati a Harry Potter, anzi, alcuni di loro hanno scoperto lo sport senza aver mai letto i libri di J.K. Rowling, e si sono avvicinati alla disciplina più per la sue caratteristiche sportive che non per il legame i romanzi. Trovare le squadre per questo torneo non è stato difficile, poiché sono tutte squadre ufficiali regolarmente iscritte all’AIQ e alla International Quidditch Association». L’idea del torneo in sé, è stata fortemente voluta dalla associazione, «per istituire una manifestazione importante che desse la possibilità alle squadre, sparse per tutta Italia, di incontrarsi e mostrare il lavoro fatto durante la stagione sportiva, così da decretare il migliore – continua Gianluca – Un incentivo per noi e anche un modo originale per avvicinare curiosi e sportivi e far conoscere a tutti la nostra realtà anche perché purtroppo al momento non abbiamo degli sponsor, ma ci auguriamo in un futuro prossimo di veder crescere interesse per la nostra realtà, quel che basta per sviluppare questa disciplina e aiutare nuove squadre a formarsi e crescere, così da portare il nostro sport in tutta Italia».

I GREEN TAUROS
«Ogni giocatore mette la sua esperienza sportiva a disposizione della squadra: c’è chi viene dal calcio, chi dal basket o dalla pallamano, ma anche dalla pallavolo, o dall’altetica, oppure chi come me ha vissuto di pane e tennis tutta la propria adolescenza» racconta Michele Genovese, capitano e battitore della squadra torinese, alla sua prima prova. «Eppure tutte queste diversità ci hanno fatto crescere dal punto di vista fisico, proponendo ognuno gli esercizi adatti a questo o quello scopo, ma anche dal punto di vista del gioco tattico nel Quidditch, dove “viviamo” di una infarinata dei vari sport. Ci alleniamo due volte a settimana, ne usciamo stremati ma le soddisfazioni sono tante e ci permettono di continuare. Non è così difficile, comunque, entrare nel gioco: vedere questo sport da fuori dà ai più una sensazione di confusione, nel loro primo impatto. Entrando dentro il gioco invece tutto ha una sua logica, e il compito di ogni giocatore diventa chiaro e limpido».
Michele ci racconta che le difficoltà per i nuovi giocatori sono più che altro la mancanza di fiato in una corsa ricca di scatti e senza pause, «ma l’allenamento comunque colma queste difficoltà e l’esperienza dà ai giocatori certe furbizie o qualità che nell’immediato non spiccano, motivo per cui i ruoli vengono scelti con lunghissime meditazioni, prove e controprove. Scegliere i ruoli infatti può sembrare difficile, ma spesso si riesce a trasformare un cacciatore in un battitore, anche dopo mesi. E per la squadra avere giocatori polivalenti è fondamentale».
I grintosissimi Green Tauros, che si chiamano così  in onore dei famosi “Turèt” torinesi e per la festa di San Patrizio, sono al loro esordio e sentono tutta la pressione per la gara. Tuttavia, sanno tirare fuori il giusto mood: «Sappiamo di essere in possesso di ottime potenzialità, a livello atletico e, in particolare, a livello tattico. Con la giusta intelligenza e tutta l’attenzione necessaria, sappiamo di poter arrivare in alto. Ma questo è solo l’inizio di una lunga strada. Non è un progetto che si fermerà al primo fallimento, e ciò ci tranquillizza. Alcune delle squadre in campo infatti fanno parte dell‘elite europea – conclude Michele – e tutte comunque hanno già un’esperienza biennale, mentre per noi è il primo banco di prova. Ma se si fa arrabbiare il toro…».

Link Utili:
Quidditch “babbano”
Torneo Nazionale Quidditch

Conoscevate già il Quidditch? Andrete a vedere qualche partita?

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Categorie: Sport

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