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13 Giugno 2014

A lezione (cinematografica) di pari opportunità: Corti&pari

Mercoledì, presso il cinema Massimo, si è tenuta la premiazione di Corti&pari, concorso cinematografico sul tema delle pari opportunità

Antonella Capalbi

CORTI&PARI

Il logo di Corti&Pari

Tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge, cita un fondamentale principio di uguaglianza comune a tutte le costituzioni e che, nella fattispecie in quella italiana, costituisce parte dell’articolo 3. Ma tutti gli uomini sono uguali anche davanti alla macchina da presa: questo sembra essere il prolungamento ideale dell’articolo 3 da cui ha preso le mosse l’iniziativa Corti&Pari organizzata in una concomitanza di forze tra l’Associazione Piemonte Movie, Alessiostudio, Bodà e la Cooperativa Orfeo e che mercoledì ha trovato conclusione tramite la premiazione tenutasi presso il Cinema Massimo alle 18.30.
IL LABORATORIO
Gli organizzatori dell’iniziativa hanno scelto come momento preliminare della premiazione la presentazione dei cortometraggi prodotti dal laboratorio cinematografico che, insieme al concorso vero e proprio, ha costituito parte fondamentale della manifestazione. Un gruppo composto trasversalmente da componenti che si interfacciano quotidianamente, anche a telecamere spente, con storie di discriminazione ha lavorato al tema delle pari opportunità declinandolo secondo diverse sfaccettature: dal tema della nazionalità a quello della disabilità psichica e motoria. E così, come su un tappeto rosso costituito da fotogrammi, hanno sfilato le storie di Rosa Maria, maestra in pensione di origini tunisine che si è sentita pienamente italiana solo dopo aver conseguito il diploma magistrale, di Andrea, businessman d’un tratto impossibilitato a vedere pienamente ma che paradossalmente ha iniziato a osservare la vera realtà delle cose solo da quel momento e dei N’euro, band che fa delle storie di “follia” dei propri componenti la base fondamentale del proprio sound. Con una narrazione asciutta e metacinematografica, i cortometraggi realizzati all’interno del laboratorio hanno fatto delle storie dei protagonisti la vera e unica direttiva di regia fondamentale e necessaria per il racconto.

LA PREMIAZIONE
Dalle storie raccontate dai ragazzi del laboratorio si è passati a quelle raccontate nei fotogrammi dei cortometraggi giunti alla premiazione dopo una serrata selezione da parte di una giuria di sette esperti. E se il primo premio di mille euro è stato assegnato a Irene Dionisio che ne “Il canto delle sirene” ha raccontato la storia di chi quotidianamente soffre di allucinazione sonore e, nel particolare, di un “Ulisse” che per la prima volta, a diciotto anni nel Pireo, ha sentito il canto fraudolento delle ammaliatrici sirene, sei menzioni d’onore con relativo premio di duecento euro sono state assegnate a prodotti di altrettanta raffinata fattura cinematografica. Si è partiti dal racconto ironico e di “Shame and glass”, storia di imbarazzi quotidiani a scuola legati al dover indossare gli occhiali, passando per la” Vertigine quotidiana” di chi giornalmente fa il funambolo tra disoccupazione e necessità di arrivare a fine mese, per la sensibilità di “Matilde”, bimba dagli occhi azzurri, capelli alla Amelie Poulain e apparecchio acustico per combattere la sua sordità, per “Malatedda”, corto d’autore che si è addentrato nei meandri in bianco e nero della follia, per la storia di amicizia tra Francesco, educatore, e Bjorn, giovane ragazzo autistico fino ad arrivare ai due cortometraggi di ambientazione prettamente scolastica: “Sin secretos” e” Dire fare non discriminare”.
In una serata che, a detta stessa degli organizzatori Giorgio Risso e Alessandro Gaido, è stata tutt’altro che conclusiva poiché prevede la parte più importante dell’iniziativa, la divulgazione dei cortometraggi, l’attenzione a storie che quotidianamente passano di fianco senza fare troppo rumore è stato il minimo denominatore comune di una serata che ha avuto l’obiettivo di rendere comune ciò che di solito non lo è.

Link utili
Corti&pari

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Categorie: Cultura

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