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27 Ottobre 2014

The Candy Project, le caramelle parlano di noi

Dal Salone del Gusto, il primo studio internazionale su come cambiano i gusti e le abitudini legati a questo tipo di cibo, perfetto connubio tra golosità e cultura

V.M.

The Candy Project studia i gusti delle caramelle nei vari paesi dal punto di vista gastronomico e culturale

Chissà se era formato interamente da golosi il pubblico che ieri ha partecipato, al Salone del Gusto, all’incontro su The Candy Project, uno studio che si occupa di indagare i diversi gusti delle caramelle a seconda del paese in cui ci troviamo: il sapore caramelle infatti combacia con le abitudini alimentari culturalmente condivise nel mondo adulto, in modo tale da abituare i bambini a certi cibi.

PAESE CHE VAI, CARAMELLA CHE TROVI
Se foste stati messicani, da piccoli i vostri genitori vi avrebbero comprato delle caramelle fritte e con un’accesa nota piccante. Golosi di M&Ms? Se foste nati in Cina, avreste sicuramente assaggiato quelle al sapore di insetti. In certi paesi, invece, vi è la tradizione di produrre caramelle con un aroma di pesce: in Corea, infatti, potete prevare delle caramelle al sapore di calamari secchi.
Esiste quindi un nesso molto forte tra le abitudini alimentari di una cultura e le caramelle prodotte, e The Candy Project vuole approfondirlo; il progetto si propone inoltre di indagare non solo l’aspetto gastronomico, ma anche quello socio-culturale delle caramelle.
A portare avanti lo studio ci sono uno chef stellato, Andoni Luis Aduriz (due stelle Michelin col suo ristorante Mugaritz), Slow Food International, l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il sociologo Inaki Martinez de Albeniz, che ai media spagnoli ha spiegato: «Non si è data sufficiente rilevanza all’interazione che il bambino ha con le caramelle, quando invece è di fondamentale importanza per la formazione dei gusti personali nella primissima fase della vita».

PREMIO O PUNIZIONE
Nella prima fase del progetto, che coinvolgerà – grazie alla collaborazione della rete Slow Food – cuochi, produttori, distributori e giornalisti specializzati di circa 150 Paesi, sarà creata una vera e propria “mappa delle caramelle”, di cui verrà messo in luce anche l’aspetto sociale: le caramelle infatti sono entrate all’interno di determinati rapporti interpersonali con valore di ricompensa o simbolo di riconoscenza, un aspetto che secondo il sociologo Albeniz può essere molto interessante da approfondire.
È però anche interessante notare come a volte le caramelle siano usate anche come punizione col fine di educare: in Thailandia, ad esempio, ai bambini che si comportano male viene richiesto, come punizione, di mangiare una caramella dal gusto molto sgradevole: quello di radici.

TU DI CHE CARAMELLA SEI?
Importante sarà anche il contributo della gente comune, che potrà completare un apposito questionario sul sito dell’iniziativa: una grande massa di dati che consentirà di avere una fotografia precisa del fenomeno e potrebbe anche diventare il punto di partenza per contrastare alcune distorsioni dei comportamenti (ad esempio il consumo compulsivo) che possono manifestarsi durante l’infanzia, nonché un’errata educazione al gusto, come ad esempio le mele aromatizzate al bubble-gum proposte negli Stati Uniti…

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Categorie: Cultura

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