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5 Novembre 2014

Humans of Turin: volti e storie sotto la Mole

Il progetto che si ispira al celebre Humans of New York ogni giorno racconta Torino attraverso i ritratti, in immagini e parole, di chi la abita

V.M.

Una ragazza ritratta per Humans of Turin: dice che si sposerà nel 2023

Avrete tutti sentito parlare di Humans of New York, il più grande archivio di “facce” newyorkesi al mondo, nato dalla mente del giovane fotografo americano Brandon Stanton. Quello che forse non sapevate, però, è che esiste da qualche tempo una versione “nostrana” del progetto: si tratta di Humans of Turin.

HUMANS OF NEW YORK
Nato nel 2010, il progetto si configura come una sorta di censimento degli abitanti della Grande Mela attraverso le  immagini, tutte pubblicate sul blog di Stanton.
Dopo un po’ di tempo, alle fotografie si sono aggiunte brevi interviste ai soggetti, tutti rigorosamente anonimi: persone di successo e con una vita felice («Una volta ho partecipato ad un talent show e, alla fine, tutti si sono alzati in piedi ad applaudire»), senzatetto pieni di saggezza («Qual è stato il momento più felice della mia vita? Sono piuttosto felice ora»), uomini e donne appena usciti di prigione e ragazzi che cercano disperatamente il loro posto nel mondo, soldati, sportivi e studenti («Il momento di cui sono più orgoglioso è stato la prima volta che ho indossato l’uniforme»), bambini felici che saltano nelle pozzanghere e altri che, nonostante la giovane età, hanno già vissuto esperienze terribili («Il momento più triste della mia vita? Forse quando è morto mio cugino. Gli hanno sparato mentre tornava a casa da una festa»).

UMANI DI TORINO
La versione torinese del progetto è opera di un fotografo, Sergio Sasso, e di una blogger, Jane Pancrazia Cole, che ogni giorno raccolgono volti e storie della nostra città. «Che io stia vivendo una fase d’innamoramento nei confronti della mia città credo che sia evidente ai più, e quale miglior omaggio a questa se non la celebrazione dei volti e delle storie che la rendono tanto speciale?» ha raccontato Jane.
L’intento? Solo uno: sviluppare una mappatura della varia umanità torinese. Si va da musicisti («La nostra prima scrittura l’abbiamo ottenuta da un tizio che ci aveva visto in uno spettacolo in strada. Gli siamo piaciuti, si è avvicinato e ci ha offerto una serata nel suo locale. Poi, dopo quattro ore in cui abbiamo cantato, suonato e fatto i nostri sketch, ci ha dato una pacca sulle spalle e allungato dieci euro. Son soddisfazioni!»), a giovani stranieri trapiantati in Italia («Sono italo-venezuelano e prima di trasferirmi in Italia ho abitato in Spagna per cinque anni. Gli spagnoli sono diversi, moderni e con una mentalità aperta, mentre venezuelani e italiani si assomigliano molto, sia nel bene sia nel male. Ad esempio danno una grande importanza alla famiglia e alle radici, ma hanno anche la tendenza a farsi troppo i fatti degli altri») a giovani emozionati che hanno appena realizzato il loro sogno («Dopo le superiori ho provato ad entrare a medicina, ma non ho superato il test. Allora mi sono interrogata su cos’altro avrei potuto fare nella vita e mi sono tornate in mente le medie. Avevo una professoressa d’italiano fissata con il teatro: da lì ho scoperto che mi piaceva molto recitare. Dopo l’università c’è stata l’Accademia e ora, dopo anni, eccomi qua con il mio spettacolo e i miei personaggi»).

UN’INTERVISTA PER TUTTE
– Parlami della tua famiglia.
– La mia famiglia a Torino è Virgilio. E’ la prima volta che lo dico ad alta voce. E’ il mio compagno e abbiamo deciso che ci sposeremo – annuncia mostrando orgogliosa un anello.
– Congratulazioni! Grazie. C’è anche già una data.
– Davvero? Qual è?
– 23 maggio 2023.
– 2023? E perché?
– Perché ci amiamo. Io sono sicura che sia l’uomo giusto per me. Questo è un investimento che stiamo facendo sulla nostra vita. Fra dieci anni saremo ancora assieme e ci sposeremo. Non ho dubbi. Non abbiamo dubbi.
– E nel frattempo che farete?
Tante cose belle!

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Categorie: Cultura

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