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3 Dicembre 2014

Il navigatore che rende giustizia alle “grandi bellezze”

Grazie a tre giovani ricercatori presto sarà possibile, con uno speciale algoritmo, scegliere il percorso più ricco di attrattive invece di quello più breve

V.M.

Ricercatori torinesi stanno progettando un navigatore che privilegia percorsi legati alla bellezza del paesaggio

Avete presente la frase “quello che conta non è la meta, ma il viaggio”?
Il ricercatore Rossano Schifanella, 36 anni, insieme ai due torinesi Daniele Quercia (35) e Luca Maria Aiello (29) degli Yahoo Labs, sembrano conoscerla molto bene: sono loro infatti gli inventori di un navigatore basato su un algoritmo che rende giustizia alla bellezza paesaggistica e non solo alla strada più veloce possibile.
Per ora è solo uno studio in mano a Yahoo!, ma presto potrebbe diventare un’app scaricabile su tutti i supporti tecnologici.

IL PROGETTO
L’idea, nata nei laboratori di Yahoo! di Barcellona, è ancora un prototipo ma si trasformerà presto in realtà. Così viene raccontata dai tre ricercatori: «Il nostro obiettivo sarà aggiungere al percorso più piacevole alla vista anche suoni e odori, per far godere la città a turisti e residenti, con meno stress e più visioni “emozionanti”. L’aspetto estetico di un posto è connesso intimamente con le sensazioni provate. Il nostro sforzo è stato quello di capire come le persone percepiscano psicologicamente le città».
Il Gps della Bellezza – se vogliamo chiamarlo così – è stato testato con Flickr, sito che contiene milioni di immagini sui luoghi del mondo, gli scatti più belli che si possano trovare in rete: «L’algoritmo da noi inventato associa le foto, la maggiore o minore densità di immagini in alcuni punti, con le categorie psicologiche che emergono dai commenti degli utenti, distinguendo tra emozioni positive e negative, ansietà, rabbia, tristezza, nervoso prodotto dall’ambiente circostante», spiega Schifanella. L’esperimento è partito con la mappatura di Boston, Londra e Berlino.

UNA PROVA SU TORINO
Curiosi di sapere come funziona? I ricercatori hanno lavorato su Torino grazie al contributo di La Stampa e questo è quanto emerso: per andare dal Borgo Medievale a piazza della Repubblica, ad esempio, qualsiasi navigatore ci dirotterebbe verso il caotico, inquinato e rumoroso tragitto di corso San Maurizio, con tanto di Rondò della Forca pieno d’auto. Prima ci farebbe seguire un pezzo di parco del Valentino, sbucando all’incrocio tra corso Vittorio e via San Massimo per imboccare via Fratelli Calandra fino a piazza Cavour, via delle Rosine, via Sant’Ottavio, fino a San Maurizio. Tempo di percorrenza: 49 minuti, per 4 chilometri a piedi.
Se volessimo godere del panorama, invece, faremmo tutto il Lungopo fino a via Cavour, poi via San Massimo, via Santa Croce, piazza Carlina e, via zigzagando, piazza Castello, via Palazzo di Città, Duomo, musei e Porte Palatine. Tempo di percorrenza: 58 minuti, per 4,8 chilometri.
Come si può notare le due vie di percorrenza (quella più breve e quella più emozionante) non differiscono poi tanto in termini di tempo, tuttavia Schifanella ha specificato: «Torino è più faticosa da monitorare di altre città, perché non gode di una copertura fotografica così fitta come altre capitali o grandi metropoli mondiali».
Insomma, per sfruttare al meglio questa opportunità che ci arriverà in futuro dobbiamo essere assai più attivi sui social e su Flickr.

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Categorie: Tecnologie

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