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25 Febbraio 2015

Torino Fly Experience: volare con Marco Berry

L’artista torinese presenta la sua ultima creatura: la prima camera del volo in Italia, perché “solo quando hai volato puoi capire perché gli uccellini cantano”

Antonella Capalbi

Torino Fly Experience

“Quando hai la gioia nel cuor, tu ti senti sollevar, puoi volar puoi volar puoi volar!”: Walt Disney ci ha insegnato che la gioia può mettere le ali ai piedi e alla colonna sonora di Peter Pan sembra fare eco una recente iniziativa nell’ambito del panorama piemontese, anzi, italiano: Torino Fly Experience. Nella prima “camera del volo” in Italia, adiacente alla Shopville Le Gru di Grugliasco, non è solo la gioia a mettere le ali ai piedi dei partecipanti, ma soprattutto i quattro motori che aspirano l’aria, sollevando i novelli Icaro verso la realizzazione di uno dei sogni più antichi dell’uomo.
A parlarci dell’iniziativa è il suo ideatore, nonché responsabile del marketing e della comunicazione: Marco Berry. Noto al pubblico anche per altro genere di voli – quelli di chi è in grado di trascinare i propri spettatori sulle ali dell’illusionismo, dell’intrattenimento e dell’inchiesta giornalistica – la “iena” Berry ci ha accompagnati per mano, anzi, “in volo”.

Come è nata l’idea che sta alla base di Fly Experience?
«Tutto risale al 2006, anno in cui conducevo un programma su Italia Uno, Danger, nel quale eseguivo dei numeri di prestidigitazione in ogni puntata: in una di queste dovevo compiere un’evasione alla Houdini, lanciandomi ammanettato da un aereo dall’altezza di 4.000 metri e dovendo poi liberare le due mani per aprire il paracadute nel corso della caduta. Per un numero del genere necessitavo di una preparazione atletica ben precisa che era stata affidata a Manuel Basso, campione del mondo di paracadutismo: l’ho incontrato e mi ha subito detto che avremmo dovuto recarci in Inghilterra, nella galleria del vento di Bedford. Quando ho visto di persona questa realtà sono rimasto folgorato e una volta iniziato l’allenamento ho provato un’ emozione incredibile perché è un ‘esperienza unica, in cui il corpo sembra immerso nella terza dimensione, che ti porta a partire da zero un po’ come quando si impara a nuotare e a superare te stesso. Così cinque anni fa mi sono impegnato a realizzarla anche in Italia. Ne ho parlato con Giuseppe Vercelli, psicologo e preparatore mentale di diversi gruppi sportivi italiani tra cui la Juventus, che ha condiviso il mio entusiasmo, supportato poi a livello pratico da un gruppo di imprenditori che ha preso in mano la gestione della galleria: quando l’hanno realizzata, mi hanno chiesto di occuparmi del marketing e della comunicazione del progetto».

Cosa avviene a livello tecnico nella capsula che permette la simulazione del volo?
«Il funzionamento è semplice ma efficace: ci sono quattro motori che aspirano l’aria e la fanno girare. Da un grande cilindro al centro della capsula l’aria passa a una velocità tale che consente di essere sollevati in volo. Il tunnel simula la caduta libera tipica del paracadutismo, non a caso strutture di questo genere sono utilizzate anche come centro di allenamento professionistico per questo tipo di attività sportiva. Nella camera del vento non si prova alcuna sensazione di vuoto perché quando ci si lancia da un aereo che sta andando a un tot di velocità, mettiamo per esempio a 100 nodi, anche il passeggero ha acquisito quella stessa velocità e quando esce dall’aereo si appoggia all’aria sempre alla velocità di 100 nodi. Può esserci un’escalation che dura 12 secondi e fino a un massimo di 300 km/h ma comunque non è percepita in volo perché non ci sono punti di riferimento, se non quelli costituiti dagli altri “passeggeri del vento”, che però sono in volo come te. Tutte queste sensazioni sono riprodotte esattamente nella camera del vento».

E’ necessaria una qualche forma di preparazione atletica prima dell’esperienza?
«Non occorre alcun tipo di preparazione ma, ovviamente, prima di entrare nella camera è necessario un piccolo brief con l’istruttore: una sorta di lezione su cosa voglia dire stare nella galleria e su quali meccanismi possono consentire di volare meglio. Comunque, essendo un’attività assolutamente non violenta e svolta nella totale sicurezza, è accessibile a tutti e non esiste limite di “target” né a livello di età né a livello di struttura fisica. Può volare il bambino di 4 anni così come l’anziano di 92, anzi posso dire che ha già volato un bambino di 3 anni e che stiamo aspettando una signora di 96. L’unica controindicazione fisica, che comunque non preclude la possibilità di partecipare all’esperienza del volo, può essere costituita da una tendenza alla frequente slogatura della spalla: in quel caso, comunque, è sufficiente segnalarla all’istruttore che darà le indicazioni utili su come muoversi all’interno della cabina in modo da non andare a premere troppo su quella parte del corpo».

Qual è la reazione delle persone dopo questa esperienza?
«Solitamente l’espressione delle persone uscite dalla camera del volo è distesa e rilassata ed è questa per noi la soddisfazione più grande: vedere nei visi della gente la gioia di chi ha provato un’esperienza altrimenti impossibile o comunque difficilmente praticabile. E’ per questo motivo che abbiamo scelto come slogan dell’iniziativa una frase che mi sta particolarmente a cuore e che sottolinea perfettamente l’unicità di quest’esperienza: solo quando hai volato puoi capire perché gli uccellini cantano».

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Categorie: Tecnologie

Commenti (2)

  1. eugenio ha detto:

    Marco sei un mito una struttura così in Italia ci voleva! Ho fatto l esperienza dell aff e so quindi cosa si prova purtroppo i costi sono diversi. Per cui grande continua così a regalare sogni alla gente….

  2. Trusel Pierfranco ha detto:

    Buongiorno ,mi hanno regalato un buono per l’esperienza ma la struttura è chiusa e senza tante spiegazioni al riguardo : un po’ di trasparenza e di chiarezza sarebbe gradita , sopratutto da un personaggio del calibro di Marco Berry .
    Grazie

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