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10 Marzo 2015
Se un pomeriggio d’inverno un viaggiatore… e un pianoforte
Cosa succede in poche ore intorno allo strumento che ormai è una presenza fissa alla stazione Porta Nuova di Torino
Antonella Capalbi
“Il mondo magari non l’aveva visto mai, ma erano quasi trent’anni che il mondo passava su quella nave. Ed erano quasi trent’anni che lui su quella nave lo spiava. E gli rubava l’anima”.
Con queste parole Alessandro Baricco racconta il curioso caso di T.D. Lemon Novecento, il formidabile pianista sull’oceano incapace di scendere dalla nave da cui spiava il mondo tramite i buchi della sua personalissima serratura a forma di oblò; la sua porta, i tasti bianchi e neri di un pianoforte. Quello stesso strumento che sembra fare da porta alle storie incrociate di sconosciuti accomunati dall’unico desiderio di farsi incantare in uno dei luoghi da cui ogni viaggio può avere inizio: una stazione ferroviaria e, in particolare, quella di Porta Nuova.
Da qualche tempo, infatti, nella stazione principale di Torino i binari delle esistenze dei passeggeri in viaggio hanno la possibilità di incrociarsi in un pit-stop particolare, fatto di note e armonie, grazie a un pianoforte a muro che domina la parte centrale della stazione e permette a chiunque di sedersi e suonare per qualche minuto.
L’IDEA
Nata dall’idea del musicista inglese Luke Jerram, l’iniziativa è stata introdotta in Italia da Grandi Stazioni, società impegnata nella riqualificazione e gestione delle dieci principali stazioni italiane. E in effetti a fare da palco al pianoforte – che a suon di un carroliano “suonami” invita i viaggiatori di tutta Italia a improvvisarsi compositori e improvvisare melodie di ogni sorta – non è solo la stazione Porta Nuova di Torino, perché l’iniziativa è attiva anche a Venezia Santa Lucia, Roma Tiburtina e Milano Centrale, oltre che in altre 45 città del mondo.
L’accoglienza riservata dal capoluogo piemontese a questo ospite apparentemente fuori contesto, a discapito dei luoghi comuni sulla freddezza climatica e non della città, è stata tra le più calorose, al punto che Grandi Stazioni ha annunciato che il pianoforte, noleggiato in principio solo per un anno, rimarrà lì per sempre.
COSA SUCCEDE
Se ci si improvvisa T.D. Lemon Novecento per un pomeriggio e si prova a spiare quello che succede nella stazione di Porta Nuova, si può osservare un avvicendarsi costante di scenari stupefacenti.
Si passa con grande facilità da una delicata Valse d’Amelie suonata da una giovane studentessa fuorisede per poi tuffarsi tra le Onde di Einaudi, dominate elegantemente da un capitano di mare di mezza età, per non parlare delle note strimpellate a caso da più di un bambino attratto da questo curioso gioco “pubblico”.
Avendo tempo e pazienza di aspettare, capita poi di sentire i brani più classici di Bach, Beethoven e Mozart suonati dagli esecutori più diversi, tra le incertezze di chi si improvvisa musicista per qualche minuto o rispolvera i tasti neri e bianchi precedentemente appesi al chiodo e chi dimostra, invece, che su quello sgabello ci è seduto da un po’ e che è destinato, proprio come Novecento, a non scenderci mai.
Articolo molto bello.. e poi Baricco.. brava dott.ssa Capalbi, poterla leggere è sempre un piacere..
Articolo curioso, piacevole e interessante, non sapevo del pianoforte a Porta Nuova, la prossima volta che passerò nelle vicinanze mi spingerò dentro a osservare ciò che succede e magari, se sarò fortunata, ad ascoltare qualche bella melodia.
Grazie!