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9 Aprile 2015

1 Caffè con Luca Argentero

L’attore torinese racconta del successo della Onlus da lui fondata tre anni fa e di come riesca a conciliare questo progetto con una carriera ormai ben avviata

Tommaso Portaluri

Luca Argentero ha fondato la Onlus 1Caffè (foto dal sito omonimo)

Se essere brutti è difficile, essere belli è quasi impossibile. Richiede costanza, spirito di sacrificio, capacità di porsi degli obiettivi e di organizzare piani di lavoro per conseguirli. A ben vedere, sembra la lista delle caratteristiche del candidato ideale in un annuncio di offerte di lavoro. Ma se volessimo rilevare dalla somatica di una persona le caratteristiche del suo carattere, bisognerebbe probabilmente partire dagli addominali. Un 6-pack o, addirittura, un 8-pack sono la prova schiacciante, incontrovertibile della determinazione ostinata di una persona quanto una tartaruga girata al contrario o sedimenti di adipe siano sintomatici di scarse volontà e applicazione.
È certamente così per Luca Argentero, torinese, 37 anni non ancora compiuti, attore e titolare di una casa di produzione cinematografica, la Inside Productions. A tutto questo aggiunge l’impegno nel sociale con la Onlus di cui è socio fondatore, 1Caffè, che ha recentemente festeggiato 3 anni di attività. Il progetto prevede che dal sito sia possibile fare donazioni del costo di un caffè a un ente no profit diverso ogni settimana.
Lo scorso mese Argentero è stato protagonista di un’asta di beneficenza tenutasi a Fiano nell’ambito del Grand Season Opening, un evento ricco e variegato tra sport, eccellenza culinaria e solidarietà. Noi di Digi.TO gli abbiamo rivolto alcune domande.

Come nasce l’idea di 1Caffè Onlus e come funziona?
«Nasce da un insieme di cose. L’esigenza mia e del mio amico Beniamino Savio di restituire un pochino della fortuna che abbiamo ricevuto dalla vita, la voglia di fare qualcosa insieme, l’idea avuta notando il semplice gesto quotidiano di offrire i caffè, un articolo letto sul crowdfunding, la tradizione del caffè sospeso…Un po’ di brainstorming insieme ed è nato il progetto».

Come vengono selezionate le Onlus a cui vanno le offerte?
«Ogni Onlus può liberamente candidarsi in autonomia sul sito, l’accettazione in questo momento è determinata principalmente dalla completezza delle informazioni ricevute, ma la lista dei campi richiesti è stata studiata a monte con alcuni consulenti esperti nel settore no profit. La richiesta di molti dati tutela noi e i donatori da realtà “fittizie”. Tra i progetti a breve termine abbiamo la formazione di un Comitato Scientifico, formato da professionisti ed esperti esterni alla Onlus che nel momento in cui, come speriamo, le candidature saranno molte, si occuperanno della selezione delle priorità».

In un periodo di crisi e di calo di opportunità, il settore no profit è invece in crescita e crea posti di lavoro e occupazione. Che cosa vuol dire questo secondo lei?
«Non saprei, è davvero così? In tal caso sono felice, perché credo che significhi che al di là di ogni visione politica o governo gli italiani sentono la necessità di aiutare chi è meno fortunato, fino al punto di dedicare la maggior parte del loro tempo, quello solitamente dedicato al lavoro, a questo obiettivo».

Che bilancio fa di questi tre anni di attività di 1Caffè?
«Ho ancora l’entusiasmo del primo giorno. L’atmosfera che si respira quando ci incontriamo, le persone e le storie che questo progetto permette di conoscere, le incredibili realtà no profit che nel nostro piccolo cerchiamo ogni giorno di supportare fanno di questa avventura una grande esperienza personale. Sono soddisfatto dei risultati, siamo seguiti sui social e c’è interesse da parte dei media e delle associazioni, abbiamo partner importanti, ma sono motivato a voler fare di più, perché siamo solo all’inizio del nostro percorso. Abbiamo alcuni progetti ambiziosi per il prossimo futuro, sentirete ancora parlare di noi».

In poco più di un lustro lei ha all’attivo 12 film, 4 serie tv e una tournée teatrale; ha fondato una Onlus e una casa di produzione cinematografica. Due domande: quanta voglia di lavorare ha e quando dorme?
«Tanta voglia di lavorare, su questo non ci sono dubbi. Però riconosco che ho l’enorme fortuna di fare un lavoro che mi piace, una vera e propria passione, e quindi è più facile. Oltre a questo, sono curioso e intraprendente per natura e mi piace cercare di cogliere le opportunità quando si presentano. Non dormo tantissimo, ma quanto basta».

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Categorie: Intercultura

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