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7 Maggio 2015

L’Assessore all’Urbanistica: “L’università è la vocazione di Torino per i prossimi 20 anni”

Intervista a Stefano Lo Russo, che con One Minute Torino invita a raccontare gli ultimi 20 anni di trasformazione urbana in un video di 60 secondi

Tommaso Portaluri

L’Assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Stefano Lo Russo

In collaborazione con Film Commission Torino Piemonte e Museo Nazionale del Cinema, l’Urban Center Metropolitano (associazione autonoma nata per accompagnare i processi di trasformazione di Torino e dell’area metropolitana) ha lanciato One Minute Torino, un concorso per la realizzazione di uno short movie che in un minuto racconti com’è cambiata la città (o un singolo quartiere) negli ultimi 20 anni. In palio ci sono 3.600 euro per diversi premi ed è possibile partecipare fino all’8 luglio.
Abbiamo colto l’occasione per incontrare Stefano Lo Russo – Assessore all’Urbanistica del Comune di Torino e presidente di Urban Center – e fargli qualche domanda.

Un solo minuto per raccontare i cambiamenti della città di Torino: c’è innanzitutto un messaggio di rapidità?
«Certamente. In questi anni, Torino ha ricevuto un grosso contributo in tema di trasformazione urbana: è davvero un’altra città rispetto a quella che era nel 1995. Il contest che abbiamo avviato con l’Urban Center, One Minute Torino, si propone di individuare attraverso una procedura di concorso i migliori video che raccontano questi incredibili vent’anni per la città in soli 60 secondi».

Come descriverebbe la personalità di Torino e qual è il ritratto che disegna, di questa città, il piano regolatore?
«Sicuramente una città che ha puntato molto della sua trasformazione sull’innovazione tecnologica: il tessuto industriale che ha caratterizzato la città nei primi decenni del ‘900 ormai ha avuto un vero e proprio cambio di pelle. E poi una città di cultura, come fattore che caratterizza il territorio e ne fa una vocazione sul piano dello sviluppo, anche economico. Infine direi una città universitaria: Torino oggi ospita oltre 100.000 studenti universitari, di cui 20.000 arrivano da fuori regione e 10.000 sono stranieri. Proprio Torino University City è il brand su cui stiamo caratterizzando la trasformazione dei prossimi vent’anni».

Torino ha, storicamente, carattere industriale. Qual è la vocazione, dal punto di vista economico, che lei ritiene più promettente per Torino e in che modo il territorio si sta preparando ad accoglierla?
«Il tema della riconversione industriale delle aziende e il forte investimento in tema di ricerca, innovazione e sviluppo del prodotto mi sembra sia uno dei principali assi su cui lavorare, come certamente anche la vocazione turistico-culturale della città. Torino è una delle piattaforme turistiche più importanti nell’arco alpino, è una città che ha possibilità di coniugare elementi che pochissime città al mondo possono vantare: una forte vocazione storica, una strategica posizione geografica tra il mare, la montagna e un aeroporto intercontinentale».

Rigenerazione urbana e riqualificazione: Torino è una città che cresce, ma soprattutto che si rinnova. Quali sono, in città, le zone e le strutture più rilevanti che necessitano un recupero o un ripensamento?
«Il processo di cambiamento di una città è complesso e talvolta lento. Le aree della città che necessitano una riqualificazione sono molte. I progetti si stanno concentrando sulle periferie, in particolare quella a nord con il grande piano della linea 2 della metro, la copertura del passante ferroviario, ma anche la zona sud e poi tutta una serie di altri interventi che si sviluppano nelle aree industriali dismesse ancora presenti nella città. Torino, alla fine del ’95, aveva 10 milioni di metri quadrati di aree dal passato industriale da riconvertire. Oggi, ne sono rimasti 5 milioni: siamo a metà dell’opera».

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Categorie: Ambiente, Tecnologie

Commenti (2)

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