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9 Settembre 2015

Volete essere studenti eccellenti? Mostratevi curiosi

Intervista a uno studente della Scuola di Studi Superiori dell’Università di Torino “Ferdinando Rossi”, il cui bando di ammissione scade dopodomani 

Tommaso Portaluri

Alessandro Lacedra, studente della Scuola di Studi Superiori dell’Università di Torino

Alessandro Lacedra ha 21 anni e studia Matematica per la finanza all’Università di Torino. Ama la corsa: ogni giorno ritaglia almeno un’ora di tempo per correre al parco del Valentino: «Lo faccio per me, mi fa sentire bene e in pace con me stesso». E la sera non perde occasioni per uscire in compagnia: «A Torino le opportunità non mancano davvero mai!». È uno studente eccellente che sta per iniziare il terzo anno della Scuola di Studi Superiori dell’Università di Torino “Ferdinando Rossi” (SSST).
La SSST è una Scuola di Eccellenza nata nel 2009 su iniziativa del professor Ferdinando Rossi, che ne fu primo direttore e che, prematuramente scomparso, oggi dà il nome all’istituto. La SSST è un’opportunità di studio che offre una formazione aggiuntiva rispetto al percorso accademico all’università; gli studenti che superano il competitivo concorso di ammissione (30 posti all’anno) hanno inoltre notevoli benefici economici.
In vista del prossimo bando di ammissione – solo on line, le iscrizioni scadono dopodomani 11 settembre – abbiamo chiesto ad Alessandro di raccontarci più nel dettaglio la Scuola e qualche consiglio per gli aspiranti studenti eccellenti.

Che cos’è, in breve, la SSST?
«La SSST è la scuola di merito dell’ateneo torinese che offre un percorso parallelo rispetto a quello universitario; il corpo docente della Scuola afferisce sia a dipartimenti umanistici che a quelli scientifici. Grazie a questa ampia varietà, la Scuola offre ai propri studenti 24 corsi, tra i quali ogni studente può liberamente scegliere. Al termine del ciclo di studi si ottiene, unitamente alla laurea dell’Università di Torino, un Certificato di Alta Qualificazione».

Quali sono i vantaggi di essere uno studente SSST?
«Il primo punto di forza è l’interdisciplinarietà che la Scuola stessa prefigge come obiettivo, coinvolgendo ogni studente su tematiche di studio anche lontane dal suo corso di laurea. In questo modo, si incentiva molto l’incontro con studenti di altri corsi di laurea, che rappresenta a mio avviso il miglior vantaggio di essere studente della SSST, studenti con i quali si collabora anche per la produzione dei progetti di esame. Accanto a ciò, ci sono anche dei benefici logistico-economici: gli studenti sono ospitati nelle residenze universitarie convenzionate, ricevono una borsa di studio e vengono loro pagate le tasse universitarie».

Che cosa richiede la Scuola?
«Ogni anno ogni studente sceglie liberamente tre corsi da sostenere; ciascun corso ha una durata di 40 ore e prevede un esame finale, solitamente nella forma di produzione di tesi scritta. Questo lavoro è fatto insieme ad altri studenti ed è sostanzialmente un lavoro di approfondimento rispetto alle lezioni sostenute. Oltre agli esami interni, è necessario mantenere una media di 27 per gli esami universitari, senza mai prendere meno di 24, e bisogna sostenere tutti gli esami di un anno accademico tassativamente entro la sessione invernale dell’anno successivo».

Si riesce a coordinare lo studio con l’università o ci sono periodi particolarmente stressanti?
«Lo studio per la propria facoltà e i corsi della Scuola sono conciliabili, ma è necessario essere disposti a dare il massimo in sessione esami, perché il tempo durante i corsi si assottiglia parecchio. Ad ogni modo, le ore di lezione SSST si contraddistinguono per un proficuo dialogo studenti-professori e si dà molto spazio a interventi e riflessioni. L’atmosfera che si respira è quella del liceo: pochi studenti e tanto dialogo con gli insegnanti».

Consiglieresti a uno studente di tentare l’ammissione? 
«La Scuola premia l’impegno e ogni interesse culturale ed è un validissimo supporto nel caso in cui si inciampi in qualche periodo duro: ho avuto le mie difficoltà e ho trovato persone attente e aperte al dialogo, pronte ad aiutarmi. È un po’ dura ma non si è mai soli e questo è un ottimo stimolo per la crescita. Certo, la Scuola è ancora giovane e può lavorare per ampliare la portata del titolo di studio che rilascia, che al momento non è ancora ben identificato nel panorama accademico. Ma si tratta, a mio avviso, di un ottimo investimento, sia culturale che economico e lo consiglierei senza riserve».

Cosa diresti agli aspiranti studenti eccellenti?
«Mostrate il vostro interesse e le curiosità che vi appassionano, è quello che viene giudicato di più. Siate confidenti nelle vostre capacità».

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Categorie: Università

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