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28 Dicembre 2015

Il Banksy della poesia

Un nuovo artista solca i muri torinesi: scrive versi e li regala alla città. Un beneficio per tutti quelli che camminano con il naso all’insù

Gemma De Bernardi

Una poesia dell’anonimo autore che lascia i suoi componimenti sui muri di Torino

La città è tutta illuminata a festa. Le luci d’artista aprono le vie nella notte. Torino diventa un po’ più magica e parla ai suoi abitanti: loro, a loro volta, dialogano con lei. In questi giorni di vacanza alzate i vostri sguardi e cercate su muri, palazzi e colonne porticate del centro: un poeta parla a voi, alla città e al mondo.

ARTISTA ANONIMO
E’ il nuovo Banksy delle parole, un oratore del nostro tempo: grida e si arrabbia, si innamora e poi ne è deluso. Come il famoso writer e street artist inglese all’inizi della sua carriera, l’autore delle poesie non si firma, ma lascia tracce ben visibili e noi lettori dobbiamo solo cercarle.
Torino diventa il labirinto del Minotauro in cui il poeta fa cadere il suo filo rosso: troverete le sue poesie in giro per la città. Sono messaggi ermetici d’amore e di lotta; ed ecco che tra rivoluzioni, donne materne e generazioni di poeti ci ricordiamo qualcosa di importante: le idee non si fermano, ma crescono e trovano nelle città il modo di farsi vedere. Anche la tranquilla passeggiata domenicale può trasformarsi in una visita culturale della città, a costo zero, camminando tra un palazzo barocco e un mercato dell’antiquariato. Potremmo chiamarle poesie di strada, ma di fatto sono più di questo.

UNIRE I POPOLI
Il tema è ben preciso: l’unificazione di tutte le nazioni d’Europa. Le poesie diventano un manifesto popolare dalla grande visibilità. Il poeta desidera creare una cultura, una classe e un patrimonio comune in cui radicare le proprie sicurezze. Come dargli torto di questi tempi.
Non una moneta ma un linguaggio unico, e quale arte se non la poesia meglio può accompagnare una rivoluzione culturale?

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Categorie: Cultura

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