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16 Marzo 2016
L’orto sul tetto che aiuta il quartiere
Nasce a Torino il primo progetto per trasformare in aree verdi utili le sommità in disuso di vecchi edifici: un modo originale per vivere in modo nuovo la città
Ivan Lagrosa
Orti Alti è un’idea nata dalla passione di due giovani architette torinesi, Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito, con l’obiettivo di riqualificare i tetti urbani trasformandoli in uno spazio verde, tecnologicamente avanzato e utile, sotto molti punti di vista, alla realtà locale.
Il primo intervento in questo senso riguarda il ristorante Le Fonderie Ozanam e si pone l’obiettivo di trasformare il tetto di una vecchio edifico del 1938, una volta adibito a stamperia e oggi sede di numerose attività tra le quali, oltre al ristorante, anche una residenza per studenti.
IL PROGETTO
Realizzato dall’architetto di origine bulgara Nicolaj Diulgheroff, l’edificio, a forma di macchina-nave e collocato tra via Stradella, via Foligno e largo Giachino, è un interessante esempio di architettura del secondo Futurismo Italiano, unico nel suo genere a Torino.
L’OrtoAlto Le Fonderie Ozanam è in fase di realizzazione proprio sopra al ristorante e per accedervi sarà disponibile una scala che dal cortile della Casa Ozanam porterà sul tetto. L’orto e i suoi camminamenti occuperanno nel complesso una superficie di circa 300 metri quadri, di cui ben 150 adibiti a coltivazioni.
I VANTAGGI
Numerose le ricadute positive, anche sociali, che la realizzazione dell’orto avrà sull’ambiente: innanzitutto una riduzione dei consumi energetici del ristorante, una migliore qualità ambientale dell’intorno e, soprattutto, la produzione di frutta e verdura fresca a “cm 0” da usare nel ristorante o da rimettere in circolo nel quartiere; in secondo luogo una opportunità di lavoro per i ragazzi di due cooperative del territorio, Meeting Service e Agridea.
Infine, l’orto rappresenterà uno spazio verde di qualità restituito al quartiere, aperto alle scuole e alla cittadinanza per ospitare eventi pubblici e organizzare iniziative sui temi del consumo alimentare critico e della sostenibilità ambientale.