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17 Marzo 2016

Tutti pazzi per le Emoji

Faccine e disegni sono oramai entrati nel nostro linguaggio sul web e sono sempre più inclusivi. Ma come nascono e qual è la loro storia?

Gemma De Bernardi

Alcune delle nuove Emoji politically correct

Alcune delle nuove Emoji politically correct

Dal 2000 al 2014 la percentuale di connessioni on line è cresciuta esponenzialmente del 754%. Ad oggi, più di tre miliardi di persone hanno accesso a Internet e i profili social sono i siti con più iscritti e volumi di traffico all’ora: gli utenti parlano al mondo del digitale attraverso nuovi linguaggi. Uno di questi è dato dalle Emoji, i disegnini con cui spesso accompagniamo i nostri messaggi on line: dal primo set di 172 del 1998, oggi si arriva a contarne 845.

DALLE EMOZIONI AL MONDO INTERO
La parola Emoji deriva dal giapponese, da e che significa “immagine/personaggio/figura” e mojicarattere scritto”: sono simboli pittografici digitali nati nel 1998 e oggi in continua evoluzione. Le Emoji sono nate, dopo le emoticon, per facilitare e arricchire il contenuto dei messaggi, ma se le emoticon (o “smile”) riproducevano solo faccine e stati d’animo, le Emoji riguardano anche gli oggetti più disparati.
Inoltre sono sempre più inclusive, politically correct ed espressive: ad esempio per molte si può già cambiare il colore della pelle e presto ci sarà la stessa possibilità per i capelli. Nel 2015 con l’aggiornamento iOS 8.3 la Apple ha fatto uscire 300 nuove Emoji, ora raggruppate in categorie, con l’aggiunta di altre 32 bandiere di vari paesi e delle famiglie con due madri e due padri.
La novità delle nuove Emoji sta, però, nella loro personalizzazione: dalle Kimoji di Kim Kardashian alle Introji per i più introversi, alle Femoji lanciate dalla Bodyform per le ragazze. E non si può escludere che un giorno ognuno di noi possa averne di proprie.

UN CODICE INTERNAZIONALE
Le Emoji di fatto abbattono i problemi delle barriere linguistiche: alcuni simboli più di altri sono riconosciuti da tutti e per questo facilitano il dialogo tra persone e culture diverse. A garantire l’universalità di questo linguaggio è lo Unicode Consortium, un ente di cui fanno parte anche Apple, Microsoft e Google che si occupa di fare in modo che i linguaggi digitali siano di fatto utilizzabili su ogni tipo di dispositivo.
Per il 2016 sono in arrivo altre 74 nuove Emoji. Tra le più attese, quella che scatta un selfie, alcuni nuovi animali come la volpe, l’anatra o il falco e, attesissime, i riferimenti alle Olimpiadi di Rio, cioè medaglie, guantoni da boxe e altri gadget sportivi.

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Categorie: Tecnologie

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