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22 Marzo 2016

Il coworking, fra condivisione e creatività

Sono in crescita anche a Torino gli ambienti che creano un modo innovativo di pensare il lavoro e la produttività, con la possibilità di scambiare competenze e idee

Ornella Darova

Negli spazi di coworking si condividono gli spazi di lavoro ma non solo

Negli spazi di coworking si condividono gli spazi di lavoro ma non solo

Uno spazio di coworking è un luogo, in genere un ufficio, dove diversi professionisti si trovano per lavorare pur svolgendo ognuno un’attività indipendente. Si tratta di uno stile lavorativo – ma qualcuno direbbe un vero e proprio modello di business – molto innovativo, che in Italia ha preso piede da poco tempo.

IL COWORKING A TORINO
Nella nostra città esistono diverse realtà di coworking. Si possono citare Cowo, Spazio 19, Luft, Ultraspazio, Toolbox, Talent Garden (TAG), Container e altri ancora. Normalmente offrono una scrivania, la connessione a internet, armadietti, possibilità di fare fotocopie e così via. Servizi aggiuntivi possono essere una cucina interna, spazi polifunzionali per corsi, conferenze e meeting, come la possibilità di accogliere clienti in uffici dedicati.
Ogni realtà di coworking offre la sua formula specifica, con opzioni diverse al loro interno, per una logica all’insegna della flessibilità. Spazio19, ad esempio, offre anche un servizio di consulenza settimanale con un avvocato e un commercialista.

I VANTAGGI DI UN UFFICIO COMUNE
Lavorare in questo tipo di ambienti, invece che nelle proprie case, significa poter attingere a una risorsa inedita e particolarmente promettente: la comunicazione e lo scambio fra le persone che partecipano all’attività di coworking. Il valore aggiunto, infatti, è proprio quello di poter entrare in contatto con le professionalità più svariate e quindi poter in questo modo sia sfruttarne le competenze direttamente per la propria attività, sia avere nuove suggestioni per sviluppare idee e concept, come ci ha spiegato Sabina Beckert, che ha una scrivania in Toolbox: «Lavorare in uno spazio di coworking significa anche poter ampliare la propria offerta verso i propri clienti».
Non solo: Maurizio Grosso, Ceo di Spazio19, ci ha raccontato anche come l’interazione sociale aiuti a creare un’atmosfera positiva e creativa, e a vivere in modo diverso il proprio lavoro.

CHI SONO I COWORKER
Le persone che frequentano questo spazio sono spesso molto eterogenee fra loro. Sabina Beckert ci ha elencato alcuni dei coworkers di Toolbox: «Da chi crea siti web a chi programma, dagli organizzatori di eventi e mostre ai blogger, dai commercialisti agli avvocati, passando ancora per fotografi e giornalisti, le professionalità che si incontrano all’interno del nostro ambiente sono tantissime. Ai freelance si aggiungono poi un ufficio di architetti, un altro che si occupa di comunicazione e siti per le aziende e ancora un gruppo di traduttori».
Per Maurizio Grosso l’eterogeneità è una scelta specifica, operata secondo il preciso obiettivo di ricreare all’interno di Spazio19 un panorama mentalmente aperto e ricco di proposte e opportunità, sfruttato soprattutto dai freelance.
Sull’età media dei coworker ci sono sorprese: giovani, ma non giovanissimi. Sabina Beckert dice attorno ai 35 anni, ma Maurizio Grosso incontra spesso anche persone oltre i 40 anni, di sicuro mai al di sotto dei 30. Secondo quest’ultimo, spesso ai giovani manca uno spirito imprenditoriale e indipendente, pur essendo una generazione che, invece, dovrebbe saper sfruttare a proprio vantaggio la flessibilità che oggi richiede il mercato.

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Categorie: Lavoro

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