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4 Maggio 2016

Binario 18: a Mirafiori una mostra dedicata ai migranti

Fino al 12 maggio lo spazio riqualificato di Mrf ospita 50 opere sull’immigrazione raccolte da Legal@rte, associazione culturale patrocinata dalla Polizia di Stato

Claretta Caroppo

La mostra Binario 18 sarà inaugurata domani alle 18 allo Spazio Mrf

La mostra Binario 18 sarà inaugurata domani alle 18 allo Spazio Mrf

Domani a Torino si inaugura la mostra dal titolo Binario 18 #StayHumanArt, fino al 12 maggio presso lo Spazio Mrf in corso Settembrini 164. Il percorso espositivo, articolato come fosse un vero e proprio viaggio di formazione, vuole esplorare il tema dell’immigrazione secondo la sua parabola storica, prendendo avvio dai primi fenomeni migratori fino agli accadimenti dei giorni nostri.
La mostra, a cura di Roberta Di Chiara, è costituita da oltre 50 opere d’arte tra pittura, scultura, fotografia, installazioni e il titolo fa riferimento al binario 18, la destinazione dei ‘Treni del Sole‘ che partivano dal sud d’Italia per portare i migranti a Torino. L’esposizione è organizzata da Legal@rte, un’associazione nata dalla volontà di alcune donne appartenenti alla Polizia di Stato di diffondere i principi di legalità anche al di fuori del proprio ruolo istituzionale, facendo leva su nuovi linguaggi e proponendo riflessioni di grande attualità. .
La mostra si aprirà domani alle 18 con alcuni dei protagonisti, che porteranno le loro testimonianze, a metà tra impegno artistico e civile. Interverranno dunque Roberto Albertini, che proporrà un racconto sulla resistenza antifascista tra gli operai della Fiat Mirafiori dal titolo Cronaca di una giornata sotto le bombe; Antonio Damasco della Rete Italiana di Cultura Popolare, con la lettura teatrale Juve – Napoli 1-3, La presa di Torino; Eduardo “Mono” Carrasco, uno tra gli artisti in mostra, cileno, che racconterà Muralismo ribelle ai tempi di Pinochet e Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito afgano, autore del libro L’ultimo lenzuolo bianco, la storia di una rivoluzione personale.
Abbiamo intervistato Stefano Di Polito, regista di Mirafiori Lunapark e responsabile della programmazione del Mrf.

Com’è nata l’idea di ospitare la mostra Binario 18?
«L’idea nasce per accendere un significato, per esaltare il messaggio delle mura dello Spazio Mrf. La domanda, di grande attualità, è: che speranza hanno oggi i profughi? Cosa abbiamo imparato dal passato? A pensarci la risposta è molte volte dettata dalla paura, la stessa che ci imbruttisce, perché da figli di immigrati o da immigrati noi stessi siamo diventati quelli che respingono. Il linguaggio dell’arte e della memoria ci permettono di riflettere, di rispondere alle richieste di aiuto, con intelligenza, calma, amore, senza erigere muri. La voce della mostra arriva direttamente dalla polizia e questo è un aspetto notevole: esso toglie molti fraintendimenti, perché non parte da una posizione ideologia staccata dalla realtà, ma da chi ha cognizione di cosa significhi accogliere chi è in cerca di speranza. Lo scopo è quello di riaccendere la coscienza di ognuno di noi e di costruire una barriera al contrario, contro gli stereotipi e la paura, in un quartiere così ricco di storia come Mirafiori».

Che significato ha lo spazio del Mrf?
«Da gennaio questo vecchio capannone che un tempo era della Fiat è al centro di una rigenerazione partecipata in cui artisti, associazioni, cittadini si stanno impegnando a proporre progetti, percorsi, eventi. Mfr è la sede espositiva prescelta, quale luogo simbolo della migrazione interna degli anni ’60/’70, nel corso della quale tantissimi arrivarono a Torino per lavorare alla Fiat Mirafiori. Questo spazio ha un significato profondo e questa mostra lo esalta attraverso il racconto dell’immigrazione interna ma anche e soprattutto delle nuove migrazioni».

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Categorie: Cultura, Intercultura

Commenti (1)

  1. lucia ha detto:

    Ottima iniziativa anche per utilizzare spazi che diversamente andrebbero in rovina mentre le possibilità di mostrare l’estro e la creatività che si sono sviluppate negli anni trascorsi fra sacrifici e sudori , (musica o espressioni di altre forme d’arte ) sono sempre più difficili da realizzare diversamente.

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