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25 Maggio 2016

Earthink Festival, l’arte a sostegno della natura

Iniziano domani a Torino quattro giorni di musica, teatro e performance per riflettere sull’ambiente

Claretta Caroppo

L'Earthink Festival si svolge da domani a domenica al Teatro Gobetti e al Samo

L’Earthink Festival si svolge da domani a domenica al Teatro Gobetti e al Samo

Nato nel 2012, l’Earthink è un festival performativo e artistico, ma al contempo la prima kermesse teatrale in Italia che propone una visione poetica dei temi ambientali, attraverso la sensibilità degli artisti che vi partecipano e le scelte della direzione artistica degli spettacoli e performance presenti. Teatro, musica, arte e danza dunque come momento per incontrarsi e scambiarsi proposte, pensando a forme di spettacolo sostenibile e in armonia con la natura.
L’Earthink Festival 2016 si svolge da domani giovedì 26 a domenica 29 maggio al Teatro Gobetti e al Samo di Torino, con tanti appuntamenti fra cui sei rappresentazioni teatrali, tre Dj set, due concerti e un tram in giro per la città. L’inaugurazione sarà al Gobetti con 6 gradi di e con Giobbe Covatta.
La direttrice artistica del festival Serena Bavo ci ha svelato qualche dettaglio in più.

Come è nato l’Earthink festival?
«Earthink Festival nasce nel 2012 come momento di approfondimento a uno spettacolo di Tékhné Teatro sul complicato rapporto che lega l’essere umano e la natura attraverso il tema dell’acqua. Da sempre Tékhné Teatro attraverso l’attività artistica cerca di porre al centro delle sua formazione e produzione teatrale temi di attualità ed interesse sociale, dalla memoria storica all’ambiente. Nel tempo, la bizzarra idea di parlare, soprattutto alle nuove generazioni, di rispetto e ambiente, ha raccolto sempre più curiosità e interesse, coinvolgendo un numero crescente di artisti e permettendo alla manifestazione di crescere».

Quale tema avete scelto per questa edizione?
«Quest’anno è stata naturale la scelta dello slogan Be the change, ovvero “sii il cambiamento che vuoi vedere realizzato nel mondo”. Uno stimolo alla partecipazione attiva di tutti, partendo dalla nota frase di Gandhi, che abbiamo interiorizzato e adottato come filo conduttore di tutto l’evento. Ognuno di noi, nella vita quotidiana e con piccoli gesti, può davvero contribuire al miglioramento della qualità della vita».

Che rapporto c’è tra arte e sostenibilità?
«Il teatro, la musica e l’arte in generale possono e devono, a nostro parere, stimolare delle riflessioni nelle persone. Messaggi importanti, come nello specifico l’eco sostenibilità e l’ambiente, attraverso un processo creativo si arricchiscono di un potente amplificatore. E’ necessario però fare attenzione a non confondere la trasmissione di un tema e la proposta di possibili riflessioni con l’imposizione. Nell’azione pratica, piccole attenzioni nella scelta dei materiali per la creazione di una scenografia, il riuso di oggetti che diversamente diventerebbero rifiuti o la riduzione del consumo energetico, come l’adozione di fari al led, possono contribuire alla sostenibilità del pianeta. Nel nostro piccolo, per esempio, quest’anno abbiamo scelto di ridurre, grazie anche alla collaborazione di Coop, lo spreco di carta realizzando la cartella stampa di presentazione in formato digitale su chiavetta usb».

Come è possibile coltivare nei giovani e giovanissimi l’amore per la natura e l’ambiente?
«Per quanto mi riguarda ho molta fiducia nelle nuove generazioni. Credo che loro, forse più di noi adulti, abbiano le idee molto chiare su come debba essere il loro futuro e il pianeta in cui vivono. Earthink Festival è il momento conclusivo e spettacolare di un progetto artistico che dura tutto l’anno portato avanti da Tékhné Teatro. Da qualche anno, infatti, abbiamo un progetto di formazione attivo in collaborazione con una scuola elementare della Città che propone l’educazione al rispetto della natura, alla riduzione degli sprechi e ad una alimentazione sana e sostenibile attraverso il teatro e l’arte. Da quest’anno curiamo anche la pratica in un orto urbano didattico. Credo che per gli adulti sia un dovere impegnarsi a rendere questo mondo un luogo giusto e sano per i bambini perché, come mi piace spesso ricordare, questo mondo non lo abbiamo preso in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli».

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Categorie: Ambiente, Cultura

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