Home » Cultura » La creatività porta ricchezza

6 Giugno 2016

La creatività porta ricchezza

Al Festival dell’Economia di Trento si è parlato delle industrie culturali come nuovo fattore produttivo capace di creare occupazione per i giovani e ridisegnare lo sviluppo dei territori

Ivan Lagrosa

Un momento dell'incontro su creatività ed economia

Un momento dell’incontro su creatività ed economia

Chi scrive ha avuto ieri il piacere di coordinare un incontro del Festival dell’Economia di Trento intitolato La Mappa della Creatività e organizzato dal Cest – Centro per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari, un’associazione che riunisce studenti e ricercatori provenienti da scuole di eccellenza in tutta Italia – Collegio Carlo Alberto di Torino, Scuola Normale di Pisa e Sant’Anna per citarne alcune.
Protagonisti dell’appuntamento – che aveva l’ambizione di far capire l’importanza della creatività nella nostra economia – sono stati Luciana Lazzaretti, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese; Pier Luigi Sacco, Professore ordinario di economia della cultura presso la IULM di Milano e visiting professor all’Università di Harvard e Irene Tinagli, Economista e da qualche anno parlamentare alla Camera dei Deputati.

RICCHEZZA E LAVORO
Secondo una recente ricerca di Ernst & Young, il settore delle industrie creative e culturali genera in Italia un valore economico di circa 47 miliardi, l’86% dei quali in maniera diretta, quindi parliamo di produzione e distribuzione. Per capirci, il valore economico diretto di questo settore supera quello delle telecomunicazioni e precede di poco quello dell’industria automobilistica. Un valore che corrisponde poi a circa il 2.9% del Pil, quindi di tutto rispetto.
Spostando l’attenzione sull’occupazione, il settore conta quasi un milione di persone, di cui 850mila occupate in maniera diretta. Stiamo parlando in questo caso di circa il 4% della forza lavoro italiana. Le industrie creative e culturali si piazzano quindi al terzo posto dei settori per numero di occupati, dopo quello delle costruzioni e quello dell’industria alberghiera e della ristorazione.

GIOVANI E DONNE
Un terzo punto che mette in luce come la creatività sia un aspetto anche e soprattutto economico è quello dell’occupazione giovanile. Nelle industrie creative e culturali italiane, il 41% degli occupati ha infatti un’età che va dai 15 ai 39 anni; l’occupazione giovanile negli altri settori si ferma invece al 37%.
Se invece andiamo a guardare il lavoro femminile, sempre nella stessa fascia di età, vediamo come il gap che solitamente c’è tra Italia e Unione Europea in quasi tutti settori, in quello culturale e creativo sia del tutto assente: il 47% dei giovani occupati in questo settore è infatti donna, sia in Italia che in Europa. Questo dato ovviamente non tiene conto del divario di genere in ruoli di rilievo, che è ancora negativo.
Con l’avvento del digitale, si sono create poi sempre più figure professionali che potrebbero impiegare un numero crescente di giovani. E le proposte sono davvero ampie: da imprese che sviluppano app e siti web, a blogger, youtuber, social planner e altri ancora. Insomma, questo delle industrie creative è un mondo dove le opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani lavoratori, non mancano.

L’IMPORTANZA DEL TERRITORIO
Se questi aspetti si legano in primis all’economia, ce ne sono altri che riguardano più nello specifico la creatività e lo sviluppo del territorio, dove negli ultimi anni è andata disegnandosi una mappa nella quale oggi è possibile individuare dei centri, molto localizzati, che più di altri sono in grado di attrarre talenti e produrre innovazione.
Il legame fra creatività e sviluppo è particolarmente forte nelle grandi città, tanto che da qualche anno è stato coniato il termine creative cities. Mentre alcune teorie dello sviluppo locale individuavano le periferie geografiche come nascenti poli di sviluppo, le città si sono dimostrate capaci di conservare il loro ruolo di catalizzatori di innovazione, specializzandosi in alcuni settori stategici. Più un territorio si specializza, più è infatti in grado di attirare nuovi talenti, e rendere così l’industria creativa maggiormente remunerativa.

 

 

Tag: , , , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento