Home » Tecnologie » Gaming che passione
18 Gennaio 2017
Gaming che passione
C’è chi lo definisce uno sport, un passatempo, o una mania. La parola a una player di giochi online, una forma di intrattenimento per tutte le età e sempre più diffusa
Gemma De Bernardi
Se digitate il termine gaming su Google, più che vere e proprie definizioni troverete soprattutto siti e blog di consigli: pc, schede grafiche, processori all’avanguardia sono tra i primi risultati che vi usciranno, tutti ausili per far diventare il vostro gioco più vero. Parliamo soprattutto di Role-Playing Game (Rpg), giochi di ruolo in cui i partecipanti assumono ruoli di determinati personaggi e collaborano tra loro per creare o vivere le storie ambientate in quel mondo di gioco.
Per capire di più su questo fenomeno, Digi.TO ha intervistato una giocatrice di gaming online, R., 28enne laureanda in Ingegneria energetica e nucleare al Politecnico di Torino che ama l’aria aperta e le lunghe passeggiate in giro per la sua città. Ma soprattutto è appassionata di nuove tecnologie, informatica e web.
Quando e come ti sei avvicinata per la prima volta al gaming online?
«All’incirca dieci anni fa. In quel periodo il più famoso game sul web era Travian, un gioco di strategia militare in cui dovevi costruire da zero il tuo villaggio virtuale. Tuttavia avevo poco tempo da dedicarci, considerando soprattutto il fatto che i tempi per progredire nei vari livelli erano piuttosto lunghi, così mi sono stufata abbastanza subito. Ho quindi provato altri giochi simili, ma non mi coinvolgevano molto. Poi, nel 2009, ho iniziato a giocare per la prima volta a un Rpg ambientato nel Far West: a differenza degli altri game mi è subito piaciuto, sia perché era strutturato diversamente, ma soprattutto perché era veloce e non dovevo aspettare delle ore. È sufficiente collegarsi per un paio di minuti, un paio di volte al giorno per impostare le azioni del gioco».
Come descriveresti l’esperienza di gaming online? Perché giocarci?
«Sicuramente per molti è un modo per staccare dalla vita reale, o almeno per me in parte è così. Altri lo vedono come una valvola di sfogo della loro vita normale: quello che non possono essere o avere nel real, cercano di averlo nel gioco. Certo, far credere di essere un’altra persona è molto divertente! Spesso in chat pubbliche, all’interno del gioco, mi divertivo a far credere di essere quello che non ero! In privato, con altri player con cui ho giocato sono sempre stata me stessa, cercando comunque di prendere il gioco come tale. Continuo a giocarci perché mi appassiona molto e nel momento in cui vengono a mancare le sfide, cerco di crearmene di nuove cambiando alcuni tratti del mio personaggio. Poi è senz’altro un gioco che ti permette di confrontarti con molte persone diverse: una cosa che forse non sa chi non gioca online, è che l’età di molti player è più alta di quanto si pensi, intorno ai 40 anni, con le eccezioni ovviamente di quelli che ne hanno 15, ma anche 60 o 70».
Sei iscritta a più giochi e quanto tempo, in media al giorno, ci dedichi?
«Ultimamente devo dire che non ho avuto molti stimoli nel provare nuovi tipi di giochi online quindi mi limito a giocare al Rpg del West, che continua ad appassionarmi molto. Devo dire che quando non ho molto da fare nel real, dedico molto se non fin troppo tempo al gioco, a volte anche 5 o 6 ore al giorno».
Situazioni bizzarre o particolari che sono accadute durante il gioco?
«Non mi sono mai capitate. Oltre al confronto con persone diverse, nascono però anche delle belle amicizie con alcuni giocatori, finisci con il sentire o vedere qualcuno al di fuori del game. Di gente bizzarra sicuramente ne incontri, il web è vastissimo ed è uno spazio aperto a tutti. Io preferisco giocare con chi, come me, si mostra per quello che è anche nella realtà. Se decidi di giocare solo con i “personaggi” non sai mai a cosa vai incontro. Come sempre, ci sono poi le eccezioni che confermano la regola».