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24 Gennaio 2017

I volti nascosti della Scienza

Un astronauta, una programmatrice informatica e un matematico: alla scoperta di alcuni grandi nomi del panorama scientifico, presente e passato, poco conosciuti al grande pubblico

Andrea Di Salvo

Si può dire che la figura scientifica più nota presso i media o la gente comune sia Albert Einstein. Possono anche venire in mente Madame Curie, per esempio, o Stephen Hawking, se consideriamo tempi più recenti. La storia della Scienza è però formata principalmente da un vero esercito di persone per lo più sconosciute al pubblico. Qui ne raccogliamo una brevissima lista.

Eugene Cernan

EUGENE CERNAN
Il 16 gennaio di quest’anno è morto Eugene Cernan, l’ultimo astronauta ad aver camminato sulla Luna.
Di origini statunitensi, nacque nel 1934. Ha fatto parte dei 40 astronauti selezionati dalla Nasa per le missioni spaziali degli anni 60-70. La sua prima attività extraveicolare, cioè all’infuori della capsula spaziale, fu durante la missione Gemini IX iniziata del 3 giugno del 1966.
La sua seconda esperienza spaziale lo vide coinvolto come pilota del modulo lunare Apollo 10 nel maggio di tre anni dopo. Era il primo test di volo di un modulo Apollo, che confermò ai tecnici le performance operative, la stabilità, l’inserimento nell’orbita lunare e la separazione del rispettivo modulo per la discesa sulla superficie, oltre alla mappatura di quest’ultima per le future spedizioni.
La sua ultima assegnazione coincise con l’ultima missione umana sulla Luna del dicembre del 1972: Cernan era il comandante dell’Apollo 17. La missione stabilì diversi nuovi record tra cui la più lunga attività extraveicolare (di ben 22 ore e 6 minuti), il più grande campione riportato a Terra (115 kg di rocce lunari) e il più lungo tempo trascorso in orbita intorno al nostro satellite (147 ore e 48 minuti).

Margaret Hamilton

MARGARET HAMILTON
Le grandi imprese necessitano anche di una grande preparazione tecnica e andare sulla Luna non ha fatto eccezione. La statunitense Margaret Hamilton è un valido esempio delle importantissime persone che da dietro le quinte, con il loro lavoro, hanno permesso alla missione Apollo 11 di atterrare con successo.
Nella foto accanto la si ritrae con tutti i codici di programmazione della missione. Missione che, prima di diventare miliare con la celebre frase di ArmstrongE’ un piccolo passo per l’uomo…”, ebbe un momento cruciale nel quale il computer di bordo, sovraccaricato di dati in ingresso, avrebbe potuto far annullare la missione. Ma il software, sviluppato da un team con a capo la Hamilton, fu in grado di riconoscere il problema e reagire correttamente: annullò infatti tutti i processi non necessari permettendo di eseguire le ben più importanti operazioni di atterraggio.
Dopo questo lavoro fondamentale, la Hamilton amministrò due società di software per poi essere premiata il 22 novembre scorso con la Medaglia presidenziale della libertà conferitale da Barack Obama, il più alto riconoscimento civile negli Stati Uniti.

SRINIVASA RAMANUJAN
Forse questo matematico indiano nato verso la fine dell’800 è maggiormente noto al pubblico dopo il film L’uomo che vide l’infinito, uscito in Italia a giugno, ma è ancora sconosciuto ai più.
Per via del lavoro svolto e dei risultati ottenuti, è stato uno dei più importanti matematici della storia, contribuendo in molti campi e influenzandone lo sviluppo. Non ebbe un’istruzione matematica formale e molti dei suoi risultati vennero annotati da lui stesso su dei quaderni, privi di dimostrazioni.

Srinivasa Ramanujan

Praticamente ignorato in patria, riuscì a farsi notare da uno dei più grandi matematici della sua epoca, il britannico G. H. Hardy, con il quale collaborò per cinque anni. Lo studioso inglese definì questo periodo come “l’unico episodio romantico della mia vita” e c’è da credere che il loro sodalizio intellettuale fosse proprio così: il matematico britannico era ateo e ricercatore di dimostrazioni matematiche rigorose mentre Ramanujan, per contro, era un bramino mosso da una profonda intuizione matematica. In questi anni a Cambridge, Hardy tentò così di colmare le lacune nell’educazione matematica del suo collaboratore che nel frattempo venne nominato membro del Trinity College e, in seguito, della Royal Society.
Sofferente per i continui problemi di salute, nel 1919 Ramanujan fece ritorno in India, ma morì poco dopo. Ancora oggi i suoi quaderni nascondono risultati matematici in attesa di essere (ri)scoperti.

 

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Categorie: Tecnologie

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