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1 Febbraio 2017

Sopra le nostre teste: luna, pianeti, universo

Una breve raccolta delle ultime notizie più interessanti provenienti dallo spazio, vicino e lontano

Andrea Di Salvo

GOOGLE LUNAR XPRIZE
C’è chi sta lavorando da diversi mesi per tornare sulla Luna e non sono le grandi agenzie spaziali. Si tratta di team provenienti dalle università o realtà dell’industria privata che concorrono per il Google Lunar Xprize, una competizione che mette in palio decine di milioni di dollari per i gruppi che riusciranno a mandare un proprio rover sul nostro satellite facendogli eseguire determinati compiti.
Adesso la gara è arrivata a un punto importante: i cinque team finalisti sono stati definiti e ognuno di essi ha un contratto di lancio per raggiungere la Luna entro quest’anno. Cercheranno di portare sul suolo lunare le proprie soluzioni per esplorare il terreno circostante (i rover devono percorrere almeno 500 metri sul terreno o in aria), inviare foto e riprese in alta risoluzione e, eventualmente in aggiunta, ottenere risultati tecnici e scientifici, trasmettere da uno dei siti di allunaggio delle missioni Apollo, sopravvivere a due giorni lunari (le temperature minime raggiungo circa i -33° C) o trovare evidenze scientificamente soddisfacenti della presenza di acqua.
Tutto ciò per aprire le porte dell’industria aerospaziale al settore privato iniziando a indagare la sfruttabilità delle risorse lunari, oltre alla ricerca scientifica.

VICINI STELLARI
Spingendoci ben oltre la Luna adesso, tra qualche anno inizierà la ricerca di pianeti nel nostro vicinato galattico più prossimo, vale a dire nel sistema Alpha Centauri, composto da tre stelle.
L’impresa Breakthrough Starshot, del miliardario Yuri Milner, ha stretto una collaborazione con l’European Southern Observatory (Eso) per il finanziamento dell’aggiornamento del Very Large Telescope (Vlt), il più potente telescopio terrestre al mondo, in cambio della possibilità di osservare con il Vlt stesso il sistema a tre stelle.
È già noto che intorno a una di esse, Proxima Centauri, sia in orbita un pianeta di massa paragonabile a quella terrestre. Nonostante sia già programmato un suo studio più approfondito, probabilmente esso sarà un ambiente inospitale a causa dei brillamenti della sua stella. Maggiori speranze sono invece riposte nelle sue compagne Alpha Centauri A e B: questo sistema binario infatti è formato da stelle più simili al nostro Sole e ciò, in prima battuta, garantirebbe anche situazioni simili a quelle sulla Terra a pianeti eventualmente in orbita intorno ad esse.
La ricerca è motivata dal voler individuare delle destinazioni ragionevolmente vicine per mandare una prima flotta di piccole sonde, del peso di pochi grammi: queste, accelerate a una significativa frazione della velocità della luce da impulsi laser in modo da raggiungere Alpha Centauri in soli 20 anni, dovrebbero poi essere in grado di mandarci immagini delle loro destinazioni, quindi di eventuali altri pianeti. Secondo uno studio, però, l’impresa è destinata a fallire per via degli urti fatali che questa flotta avrebbe con le polveri interstellari.

QUESTIONE DI VELOCITÀ
Spingendoci ancora oltre, sappiamo che l’Universo si sta espandendo, ma quanto rapidamente? Il parametro per quantificare il rate di espansione è la costante di Hubble: per dirla in modo semplice, più un oggetto è distante da noi e più velocemente di sta allontanando.
L’ultima misurazione di questa costante è stata fatta in modo diretto osservando la deformazione subita dalla luce proveniente da nuclei galattici molto luminosi e distanti ad opera di galassie più vicine. Proprio come una lente, infatti, la massa di un corpo deforma lo spazio circostante e quindi il tragitto che la luce compie dalla sua sorgente all’osservatore. Il fenomeno è detto, non a caso, lente gravitazionale. Il valore della costante così trovato è superiore all’ultima misurazione effettuata dal satellite Planck, con una precisione di poco inferiore al 4%, e servirà a verificare o smentire il nostro modello dell’Universo.

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Categorie: Tecnologie

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