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30 Giugno 2017
Domenica tutti al Bike Pride
Presentata in Comune l’ormai consueta “parata in bicicletta”, che quest’anno vuole sfatare falsi miti e pregiudizi sulle due ruote
Aurora Bolandin
“Pedala fuori dai luoghi comuni” è lo slogan dell’ottava edizione del Bike Pride, che si svolgerà a Torino domenica 2 luglio con partenza dal Parco del Valentino alle 15,30.
Il percorso di circa 13 km è adatto a tutti, dai ciclisti provetti a quelli della domenica e si snoda tra i viali che costeggiano il centro della città. Per limitare il traffico cittadino, le strade percorse dalla pedalata saranno gradualmente chiuse al passaggio delle biciclette.
UN EVENTO UNICO
Durante la presentazione dell’evento tenutasi mercoledì in Municipio, organizzatori e rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati sull’importanza della mobilità sostenibile e sugli obiettivi che la parata intende porsi per quest’anno.
Il presidente di Bike Pride Fiab Torino Fabio Zanchetta ha da subito catturato l’attenzione della platea evidenziando i meriti di questa iniziativa: «Il Bike Pride si conferma come un evento unico nel suo genere, non solo in Italia, ma anche in Europa. Stiamo parlando di una manifestazione creata per le persone, perché la città possa diventare non solo a misura di ciclista, ma uno spazio condiviso da tutti».
Un’opinione condivisa anche dall’assessora ai trasporti Maria Lapietra, secondo cui è necessario «formare non solo i ciclisti, ma tutte le persone coinvolte nel traffico cittadino, affinché la mobilità ciclistica possa diventare parte integrante dei trasporti di Torino ed eliminare i contrasti tra automobilisti e ciclisti e tra ciclisti e pedoni».
OLTRE I LUOGHI COMUNI
L’obiettivo del Bike Pride di quest’anno è sfatare i luoghi comuni associati al ciclismo cittadino. Ne sono stati scelti dieci, quelli più ricorrenti e che maggiormente contribuiscono a creare disinformazione sul tema: da “in bici ci metto più tempo che in auto” a “la bicicletta crea pericoli e pedalare in città è rischioso”, fino a quelli più esistenzialisti come “i ciclisti non esistono”.
Riuscire a sensibilizzare più persone possibili sull’importanza della mobilità dolce non è però l’unico obiettivo. La Fiab infatti ha esposto anche delle proposte concrete per modificare alcune zone della viabilità cittadina attraverso sperimentazioni di “living streets”, zone a traffico ridotto in cui non solo i ciclisti, ma anche i pedoni, possano dare vita a spazi per la collettività.
Infine una curiosità: la manifestazione è completamente autogestita ormai da due anni, ma fino a domenica è possibile sostenere l’evento con una piccola donazione sulla piattaforma di crowdfunding BuonaCausa.org.
Buon Bike Pride a tutti!