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4 Luglio 2017
Istantanee dal Bike Pride
Colori, suoni e sensazioni della parata in bicicletta di domenica scorsa raccontati da una ciclista ottimista
Aurora Bolandin
Come al solito sono in ritardo. Per fortuna la mia fidata bicicletta non mi abbandona mai e mi lancio a tutta velocità lungo corso Vittorio. Quando arrivo a destinazione il cuore mi si riempie di gioia. Il parco del Valentino è pieno di bici di ogni forma e colore e una folla eterogenea aspetta lungo la linea di partenza: finalmente è Bike Pride!
SI PARTE
Mi guardo intorno e decido di posizionarmi dietro la prima fila, dove sono schierati volontari e organizzatori dell’evento in maglietta arancione; si respira un clima disteso e nell’aria si sente l’attesa per l’inizio della parata. Intorno alle 16 migliaia di campanelli iniziano a suonare ed è impossibile non sentirsi parte di una grande festa.
Il traffico automobilistico viene bloccato e in pochi minuti la carovana si muove; anche io comincio a pedalare ed è bello vedere come tra la folla ci siano famiglie con bambini, comitive di ragazzi e ciclisti più avanti con gli anni, ma ugualmente “sprintosi”.
SUONI E COLORI
Sfiliamo lungo il fiume: i passanti a bordo strada sorridono e salutano con gioia il nostro passaggio mentre gli automobilisti, bloccati dai vigili, non sembrano altrettanto divertiti… Il Pride però scorre veloce, dopo poco le macchine sono libere e noi ci incanaliamo in Corso Regina. Accanto a me un uomo trascina con la sua bici una cassa che diffonde musica anni ’80; tutti tengono il tempo con i campanelli e i più temerari agitano entrambe le braccia.
A ogni incrocio i vigili in bici, aiutati dai volontari, gestiscono il traffico e controllano la situazione: tutto è estremamente organizzato. Sul Pride vigilano anche alcuni supereroi: come ogni anno, infatti, ecco che passa a tutta velocità un uomo su una bicicletta altissima vestito da Superman e, poco dopo, un altro con la tuta di Spiderman. I bambini sono divertiti e alcuni spruzzano acqua da fucili di plastica, una goduria in questa domenica estiva.
Il giro continua, tra risate e saluti da chi assiste dai balconi; si supera Borgo Campidoglio per tornare verso il centro città. A Porta Susa le persone in uscita dalla stazione si trovano di fronte migliaia di ciclisti in sosta per qualche minuto, intenti a farsi trasportare dal ritmo della Macarena, messa a tutto volume dal fidato uomo con la cassa.
FOSSE SEMPRE COSì…
Imboccato Corso Vittorio, il corteo si fa ancora più rumoroso perché si avvicina alla meta finale. Nessuno lo dice, ma questa libertà di pedalare per la città insieme e con spensieratezza domani ci mancherà.
Giunti al Valentino, vado a cercare il mio spazio sul prato, da cui vedo sfilare gli ultimi ciclisti in arrivo. Guardo l’orologio, quasi le 19. Pedalo verso casa pensando a quanto sarebbe bello potersi muovere tutti i giorni in bici con questa tranquillità; allo stesso tempo però sento che qualcosa sta cambiando: lo si percepisce dai tanti sorrisi visti oggi.