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16 Marzo 2018

Un pallone di speranza

È il nome del torneo di calcio che si svolge ogni anno nel carcere di Torino, iniziativa promossa anche dalla Figc, che vede la partecipazione delle scuole torinesi

Mario Acciaro

Il campo da calcio del carcere Lorusso Cutugno di Torino

Il campo da calcio del carcere Lorusso Cutugno di Torino

La Costituzione Italiana sancisce, all’Articolo 27, la finalità rieducativa della pena carceraria. Un principio di umanità che ha il duplice beneficio di restituire alla società un individuo rinnovato, parte integrante del tessuto economico e sociale del nostro paese. Dalle parole ai fatti, però, il passo non è breve. Le difficoltà organizzative legate alla particolare condizione dei detenuti rischia di innalzare un muro fra il carcere e la società che va a discapito di entrambi. La Casa Circondariale Lorusso – Cotugno di Torino ha deciso di abbattere quel muro in modo semplice ed efficace: con il torneo di calcio Un pallone di speranza.

LA COMPETIZIONE
L’iniziativa prevede la partecipazione di 23 squadre, di cui 7 interne al penitenziario e 16 esterne, provenienti da diversi istituti scolastici torinesi.
Le formazioni sono suddivise in quattro gironi e per ciascuno accedono alla fase finale la migliore delle interne e delle esterne. Le gare sono dirette da un arbitro federale Figc – che supporta il progetto – e seguono il regolamento dei Giochi Studenteschi. Tutte le partite si svolgono all’interno del carcere, permettendo agli avversari l’ingresso con apposita autorizzazione, mentre il pubblico non è ammesso ad assistere per ragioni di sicurezza.

LE SCUOLE
Importante è la partecipazione dei ragazzi, che si fanno portavoce del valore dell’istruzione all’interno delle mura del carcere, permettendo ai detenuti di avere un sano contatto con la società esterna e trovare spunti di miglioramento personale in un’occasione di svago. Ma le opportunità di arricchimento sono reciproche. I ragazzi, infatti, portano a casa con loro una rinnovata percezione del detenuto, non più visto come emarginato ma come persona, membro della società e portatore di un potenziale inespresso.
La competizione sportiva e in particolare il calcio hanno il non trascurabile pregio di accedere alla parte più “innocente” dell’animo umano, riportando alla mente la spensieratezza dell’infanzia e l’importanza del gioco di squadra, che rappresenta un presupposto per il successivo reinserimento in società.

NON SOLO CALCIO
Il calcio comunque non è l’unico strumento di inclusione di cui si avvale la Casa Circondariale di Torino. Sono molte le attività che mirano alla rieducazione e riabilitazione sociale dei detenuti, sia attraverso lo sport (come la Drola, squadra di rugby del penitenziario, e la palestra di pugilato) che tramite progetti come Dentro e Fuori, blog gestito da detenuti con un meccanismo che permette l’utilizzo di internet nonostante l’interdizione del mezzo telematico dalle carceri italiane.
L’evolversi della società si riflette così sull’ordinamento penitenziario, offrendo spunti di riflessione e miglioramento capaci di convertire le attuali debolezze del sistema penitenziario italiano in punti di forza ed esempi di civiltà.

 

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Categorie: Sport

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