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9 Maggio 2018

Francis Bacon: basta un grande nome per fare una grande mostra?

La nostra recensione sulla personale del pittore irlandese, a Palazzo Cavour fino al 20 maggio

Giovanni Mauriello

Francis Bacon - Volto - Mutazioni

L’opera di Francis Bacon scelta come locandina della mostra

Ultimi giorni per visitare Mutazioni, esposizione di opere di Francis Bacon inaugurata lo scorso 2 marzo a Palazzo Cavour e in programma fino al prossimo 20 maggio.
Proviamo a conoscere meglio l’artista irlandese, scomparso a 83 anni nel 1992, e a rispondere al quesito: vale la pena andare a vedere la mostra?

BACON A TORINO: UN EVENTO NECESSARIO
Una personale su Francis Bacon non si vedeva a Torino dal 1962, anno in cui la Gam organizzò una mostra a lui dedicata. Era ora, dunque, che il pubblico nostrano potesse ammirare di nuovo l’intensa opera dell’artista irlandese, specie dopo l’incredibile grado di affermazione (sia in termini di critica che di mercato) che Bacon ha raggiunto a livelli internazionali.
Introspettivo, esistenzialista, aggressivo, ma anche rivoluzionario, colorato, umanista. Bacon è tutto ciò: a lui va il merito di aver saputo raccontare l’uomo e la sua interiorità con un taglio neo-espressionista che ha reso possibile la rivincita della pittura figurativa su quella astratta, pur trattandosi di un periodo – quello post-bellico – in cui l’informale dominava e l’interesse per la condizione esistenzialista aveva sempre meno i connotati del ritratto. Nelle sue opere sono invece i volti ad avere il ruolo di protagonisti: che si tratti di autoritratti, del volto di amici, papi o amanti, il soggetto preferito di Bacon resta il viso, utilizzato come fosse un ponte per congiungere interiorità ed esteriorità, un mezzo per manifestare l’insicurezza, il dolore e l’angoscia umana che spesso si traducono in squallore.

LA MOSTRA
Non a caso Mutazioni è un tripudio di volti. La mostra è stata possibile grazie a Cristiano Lovatelli Ravarino, proprietario della totalità delle opere esposte poiché lo stesso Bacon, poco prima della sua morte, gliene aveva fatto dono. Per chi scrive si tratta a dire il vero di un nucleo di non eccelsa qualità rispetto all’opera del pittore: si rimane perplessi davanti alla ripetitività dei volti – molto spesso solo bozzetti – esposti senza una particolare cura; le stanze sono pressoché tutte uguali, non c’è uno sforzo esplicativo né un concetto a sostegno dell’esposizione.
Bacon resta Bacon e la sua indagine esistenzialista colpisce, nonostante qualcuno abbia addirittura ipotizzato la possibilità che alcuni dei lavori esposti fossero dei falsi. Quel che è certo è che – per 13,50 € di biglietto senza possibilità di far valere l’abbonamento musei, se non per avere un’irrisoria riduzione – un artista atteso e iconico come Francis Bacon meritava forse un trattamento diverso, ma per farvi una vostra opinione potete sempre fare un salto a Palazzo Cavour e saziare la vostra curiosità.

 

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Categorie: Cultura

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