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7 Giugno 2018
Terra Madre, il gusto al centro del cambiamento culturale
La conferenza stampa di ieri ha dato il via alla stagione del Salone del Gusto 2018, il progetto Slow Food dedicato alla scoperta della cucina internazionale e alla difesa della sostenibilità ambientale
Alice Dominese
Il cambiamento culturale parte dal cambiamento gastronomico: questa è la filosofia di Terra Madre, presentato ieri alla Nuvola Lavazza nell’ambito della 12a edizione del Salone del Gusto.
Fra il 20 e il 24 settembre, a Torino e in altre 120 città piemontesi verranno accolti oltre 5.000 produttori, agricoltori e attivisti Slow Food, l’associazione internazionale nata a Bra con lo scopo di salvaguardare il patrimonio alimentare dei popoli contro l’agricoltura massiva e l’omologazione delle grandi industrie a favore della biodiversità e dell’attività dei piccoli produttori.
Il tema 2018 è Food for Change, mirato a rendere consumatori e produttori più responsabili attraverso attività e itinerari alla scoperta della tradizione gastronomica di ogni continente.
UN PROGETTO FONDATO SULLE COMUNITÀ
La scelta di lanciare il progetto all’interno della nuova sede della multinazionale di caffè, partner Slow Food dal 1996, è stata così motivata da Marco Lavazza, vicepresidente di Lavazza: «Il nostro obiettivo è comune: fare impresa nel rispetto delle tradizioni, dell’ecosostenibilità e della valorizzazione dei prodotti gastronomici».
Il Presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha invece posto l’accento sulla dimensione umana dell’evento, esprimendo il proprio entusiasmo per un’iniziativa che «pone al centro la persona, una forma di attenzione che in questa epoca non è scontata e che dà forza all’interculturalità promuovendo il pensiero critico e l’innovazione».
È d’accordo Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che ha definito Terra Madre «un’operazione di fraternità universale, capace di rendere la comunità attiva nell’agire politico. Ad alcune persone questa iniziativa ha cambiato la vita: questo significa democrazia, dare autostima a chi è marginalizzato». La rete di Terra Madre, infatti, attraverso una realtà di cooperative permette ai produttori da tutto il mondo di raggiungere il Salone ammortizzando le spese di viaggio e ricevendo ospitalità dalle famiglie torinesi.
EQUITÀ SOCIALE E RISPETTO DELL’AMBIENTE
L’azione di Terra Madre si concretizza anche nella difesa e nella valorizzazione delle comunità migranti e di quelle indigene, di cui si parlerà nelle conferenze del festival. «Questi popoli sradicati dai loro territori oggi rappresentano una risorsa per la biodiversità, perché possiedono oltre il 70% delle tecniche di allevamento, coltivazione e caccia diffuse nel mondo» spiega Francisco Prieto, responsabile del progetto Indigenous Terra Madre.
Invertire la rotta del cambiamento collettivo nel rispetto dell’ambiente e farlo globalmente è quindi il monito che anima l’iniziativa, impegnata a combattere lo sfruttamento in tutte le sue forme, come dichiara il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale: «Cambiamento è una parola molto usata, per noi significa iniziare a restituire alla Terra ciò che l’uomo le ha tolto, smettendo di essere parassita. Per questo chiediamo ai visitatori del Salone del Gusto di non essere semplici spettatori ma partecipanti».