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20 Novembre 2018

Consumo e risparmio: l’educazione finanziaria per vivere meglio

Nella settimana del Black Friday un esperto ci parla dell’importanza del nostro rapporto quotidiano con l’uso del denaro

Alice Dominese

Risparmiare richiede allenamento ma porta a una migliore gestione della nostra vita

Oltre a essere un consulente in materia, Antonio Cajelli si definisce anche un educatore finanziario. Lavora con le aziende, collabora con le famiglie, ma gli piace soprattutto cercare il confronto con i giovani organizzando laboratori e incontri legati al mondo della microeconomia, per educare alla consapevolezza nell’uso del denaro.
«L’educazione economico-finanziaria – dice – non consiste nell’insegnare a fare calcoli, ma nel far conoscere i propri diritti per poi applicare delle norme che possono aiutarci a gestire la nostra vita quotidiana». Per farlo, servono delle modalità di incontro insolite, di questo Antonio è fermamente convinto, per questo motivo ad esempio porta nelle scuole delle lezioni sotto forma di spettacolo teatrale.

INFLUENZA E AUTONOMIA
«È importante capire che il modo in cui spendiamo non ha nulla a che vedere con quanto siamo intelligenti, perché lo facciamo seguendo l’istinto e non la parte razionale del nostro cervello».
Di fronte a un mondo complesso in cui le sollecitazioni al consumo diventano sempre più mirate grazie alle informazioni che volenti o nolenti lasciamo nel web, risulta ancora più cruciale riflettere sull’autonomia nel controllo del denaro e dei nostri dati: «Non farlo può danneggiarci. Non si tratta di demonizzare i social network e Internet, né di giudicare il comportamento di ognuno, ma di far comprendere che come usiamo il denaro è una scelta autonoma fino a un certo punto» sottolinea Antonio.
«Più che dalle strategie di marketing – continua – siamo influenzati da chi ci circonda. È un tratto naturale dell’essere umano, infatti, subire l’influenza del gruppo di appartenenza, pena il “dolore da esclusione sociale”, una sensazione talmente insopportabile da rendere necessario per ciascuno possedere oggetti per uniformarsi». In questo senso il denaro non è più uno strumento neutro, ma si carica di significati sociali, desideri e aspettative.

FAMIGLIA E RISPARMIO
L’educazione economico-finanziaria può essere un valido aiuto in questa direzione. «Tutto parte dalla famiglia, dove bisognerebbe parlarne di più e meglio. Oggi il dialogo fra genitori e figli è invece spesso disfunzionale – dice Cajelli – ma acquisire familiarità con il denaro significa dedicare del tempo a noi stessi, imparare a programmare le spese e quindi a gestire meglio la nostra vita, anche indagando la sfera della fiscalità e della tecnologia».
Dati recenti affermano che le famiglie italiane non sono più capaci a risparmiare, anche se vorrebbero. Proprio il risparmio è un tema caldo nell’agenda dell’educazione finanziaria: «Non sono d’accordo con chi dice che il risparmio è un sacrificio, un privarsi di qualcosa, credo invece sia un’opportunità che può garantirci di soddisfare i nostri desideri con una spesa futura. Mettere da parte, però, richiede molto allenamento per diventare un’abitudine virtuosa, perché significa porsi un obiettivo e rispettarlo».
È dimostrato scientificamente che saper resistere all’acquisto facile senza consumare tutto e subito aumenta le nostre possibilità di benessere e stabilità economica: la soluzione, allora, diventa allenarsi a ottenere qualcosa. Iniziare è facile: basta un salvadanaio.

 

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Categorie: Cultura

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