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11 Dicembre 2018

Elliott Erwitt, il fotografo della commedia umana

La Reggia di Venaria ospita Personae, 170 immagini in bianco e nero e a colori scattate da uno dei maestri dell’immagine più influenti del ‘900

Michela Lopriore

Una delle più celebri fotografie di Elliott Erwitt

C’è ancora tempo fino al 24 gennaio per visitare Personae, la mostra fotografica di Elliott Erwitt allestita nella Sala dei Paggi della Reggia di Venaria e curata da Biba Giacchetti.
Si tratta della prima retrospettiva del grande artista americano: 170 immagini in bianco e nero e a colori che insieme compongono una rappresentazione della “commedia umana” così come concepita dal fotografo, che dà alle sue opere un taglio ironico e malinconico, dolce e surreale. Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia ebrea ed emigrato negli Usa a causa del fascismo dopo l’infanzia vissuta a Milano, Elliott Erwitt inizia ad avvicinarsi alla fotografia assorbendo le influenze di colleghi famosi come Edward Steichen, Roy Stryker e Robert Capa ed entrando poi a far parte dell’agenzia di quest’ultimo, la Magnum Photos, che lo rende celebre e gli permette di intraprendere progetti fotografici in tutto il mondo.

CANI E BIANCO/NERO
La mostra di Venaria prende avvio con una serie di immagini dedicate ai cani, soggetti molto amati da Erwitt e che, non a caso, sono stati i protagonisti di alcuni suoi libri come Son of Bitch (1974), Dog Dogs (1998) e Woof (2005). Le foto esposte sono state scattate per un servizio di moda sulle scarpe femminili per il New York Sunday Magazine: le calzature oggetto delle immagini sono viste dalla prospettiva canina lasciando ai padroni il solo spazio dei polpacci e dei piedi (Erwitt ha infatti posto il suo obiettivo all’altezza dell’animale) perché, come asserisce lo stesso fotografo «i cani vedono più scarpe di chiunque altro». Sono inevitabilmente immagini comiche e spontanee.
A seguire una serie di altre fotografie in bianco e nero scattate tra gli anni ’50 e ‘60, tra le più note dell’autore: dai romantici scatti di Parigi e Santa Monica – tra cui spiccano i famosi due innamorati davanti alla Tour Eiffel affiancati da un uomo che salta con l’ombrello e i due amanti incorniciati nello specchietto retrovisore di un’auto in riva al mare – a quelli dedicati alla tematica delle leggi razziali nel sud degli Stati Uniti, fino ai ritratti di alcune celebrità come Marylin Monroe e Jackie Kennedy, quest’ultima ripresa ai funerali del marito. In queste immagini è evidente la capacità dell’artista di cogliere l’attimo con sguardo acuto ed empatico, alla stregua del suo maestro Henri Cartier-Bresson.

ALTER EGO E COLORI
Curiosa la sezione che segue, dedicata alle fotografie prodotte dall’alter ego irriverente di Elliott Erwitt, André S. Solidor. Trattasi di un escamotage dell’artista per mettere alla berlina tutto ciò che disprezza: le immagini esposte ostentano infatti l’uso spregiudicato del digitale, del colore forte e della manipolazione fotografica attraverso immagini nonsense che prediligono, tra i soggetti, nudi di donne. Sono scatti che fanno sorridere e allo stesso tempo riflettere sul mercato dell’arte.
L’itinerario artistico si conclude con Kolors, la parte della mostra dedicate alle foto a colori, tra le quali molte inedite e selezionate personalmente dall’autore. Queste comprendono ritratti di personaggi famosi come Andy Warhol, John Kennedy, Che Guevara, Sophia Loren e la serie dedicata a Marilyn Monroe, ma anche persone comuni colte nella loro quotidianità, manifestazioni politiche e piazze affolate. Elliott Erwitt porta così lo spettatore a esplorare diversi spaccati della società, dimostrando la propria partecipazione alla vita concreta degli individui.

 

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Categorie: Cultura

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