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21 Marzo 2019

Leggere il mondo con Steve McCurry

Fino al 1° luglio a Palazzo Madama una mostra con 65 opere di uno dei più importanti fotografi della nostra epoca e un unico tema: la lettura

Carlotta Bianchini

La mostra Leggere è aperta fino al 1° luglio

Un ragazzo indiano legge il suo libro appoggiato sul dorso di un elefante; un bambino steso prono su un marciapiede sfoglia il suo fumetto; un venditore di scarpe a Kabul ha lo sguardo fisso e concentrato sul suo quaderno. Sono solo alcuni dei soggetti scelti per la mostra Leggere, che da qualche settimana Palazzo Madama ospita nella sua Corte Medievale, una raccolta di opere del celebre fotografo Steve McCurry che rimarrà aperta al pubblico fino al 1° luglio.

UN VOLTO PER I LUOGHI E PER LE SITUAZIONI
Curata da Biba Giacchetti, l’esposizione punta le luci su persone di tutto il mondo immerse nella lettura, che sia di libri, riviste o giornali; le fotografie sono accompagnate da citazioni di importanti scrittori, da Pasolini a Umberto Eco, da Proust a Foscolo, scelte dallo scrittore Roberto Cotroneo.
All’interno del percorso di visita sono esposti inoltre 15 libri pubblicati a partire dal 1985 con le foto di Steve McCurry, volumi tradotti in tantissime lingue che hanno reso il fotografo celebre a livello internazionale grazie al potere evocativo delle copertine. Alcuni di questi, a oggi introvabili, sono riposti nelle loro teche vicino alle fotografie originali, come la famosa immagine Shaolin Monks Training, che ritrae i monaci appesi a testa in giù per i piedi durante la loro pratica di allenamento. E proprio dal libro Leggere, edito da Mondadori, si ispira l’intera mostra.
Tra i vari luoghi del mondo ritratti nelle fotografie, McCurry afferma che è l’India la sua meta preferita, per via delle tradizioni e della forte cultura religiosa che la rendono un paese unico per la ricchezza culturale e per l’antichità della sua cultura.

L’ARTE DI DOCUMENTARE
In chiusura della mostra, una video-intervista raccoglie massime e consigli tramite i quali il fotoreporter di Philadelphia racconta come il suo lavoro, la sua passione, la sua fotografia, siano qualcosa da cui non può separarsi. In questo filmato l’autore si apre al pubblico dicendo come la sua vita, fin da quand’era un giovane fotografo, l’abbia chiamato a svolgere un compito: raccontare storie facendosi trasportare dalle situazioni, dare testimonianza di come i posti si evolvano e lasciare il ricordo di come eravamo e come vivevamo.
Una missione per la vita, che continua dopo quarant’anni di esperienza alle spalle e che l’ha portato a trovarsi in frangenti pericolosi come ad esempio le guerre civili, di cui ha deciso di raccontare i volti di chi le viveva sulla propria pelle. «Le situazioni sono lì per te – conclude McCurry nel video – e ogni volta che fotografi devi trovare qualcosa che susciti in te dei sentimenti, in modo da finire la giornata soddisfatto».

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Categorie: Cultura

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