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22 Marzo 2019

Mentalismo, viaggio ai confini della realtà

Ipnosi, lettura nella mente, previsione del futuro: insieme a un giovane professionista torinese abbiamo cercato di fare luce su questa misteriosa forma di illusionismo

Fabio Gusella

Il mentalista Luca J. Bellomo

Complice il successo di alcune note serie televisive, il mentalista desta molta curiosità nel grande pubblico. Ma chi è davvero questa figura? Possiede veramente facoltà straordinarie? Per schiarirci le idee abbiamo intervistato il professionista Luca J. Bellomo.

TRA PARANORMALE E ILLUSIONISMO
Innanzitutto, va chiarito che con il termine mentalismo si intende una corrente dell’illusionismo: il performer infatti simula capacità paranormali come, ad esempio, quella di riuscire a leggere nella mente altrui (telepatia), spostare gli oggetti senza toccarli (psicocinesi) e prevedere gli eventi futuri (precognizione), creando quindi l’illusione di possedere poteri psichici straordinari.
Nonostante la sua popolarità sia piuttosto recente, la figura professionale del mentalista vanta illustri antenati: è infatti possibile riconoscere una lontana parentela con gli oracoli dell’antichità e, soprattutto, con i medium ottocenteschi. Tuttavia come ci spiega Luca il mentalista dei nostri tempi, diversamente dallo spiritista del XIX secolo, non afferma di avere poteri paranormali ma al contrario ammette di usare metodi scientifici o parascientifici per compiere i propri esperimenti, dicendosi ad esempio capace di interpretare il linguaggio non verbale degli spettatori. In realtà, più che le facoltà inesplorate della mente, il professionista sfrutta le tecniche dell’illusionismo e della prestigiazione.
Tuttavia, i mentalisti non si limitano a salire sul palco. Non di rado infatti capita che smascherino presunti fenomeni paranormali, riscontrando l’uso spregiudicato di tecniche illusionistiche da parte di sedicenti medium. Lo smascheramento più eclatante, dopo quelli portati a termine dal “cacciatore” di spiritisti Harry Houdini, fu messo in piedi dall’illusionista americano James Randi, che nel 1976 riuscì a svelare il trucco con cui Uri Geller riusciva apparentemente a piegare il metallo con la sola forza del pensiero.

COME SI DIVENTA MENTALISTI?
«Quando avevo dieci anni – ci racconta Luca, oggi trentenne – mio zio mi ha “iniziato” ai principi della prestigiazione guidandomi nella lettura del manuale Magia delle carte di Carlo Rossetti. Nel frattempo ho seguito strade diverse studiando canto lirico e laureandomi in Giurisprudenza. Penso che una cultura varia aiuti non poco nel mio lavoro – ci confida sorridendo – perché il pubblico sembra lasciarsi “ingannare” più volentieri da una persona che dimostri una buona preparazione».
Come si svolge il lavoro di un mentalista? «Una parte del mio lavoro consiste nel divulgare questa arte: in passato ho tenuto alcune conferenze a Torino presso Binaria – Gruppo Abele e il negozio Le Magie di Merlino, ma anche a Biella con l’Associazione NuovaMente e l’Università Popolare di Cigliano. C’è poi una parte più pratica – continua – perché spesso tengo alcuni corsi in cui insegno agli aspiranti mentalisti tecniche e segreti della disciplina».
Per via dei suoi studi in Legge, Luca è soprannominato “l’Avvocato” e ha una teoria riguardo al suo lavoro. Pur esibendosi di fronte a un pubblico, il mentalista non è un attore: «Un errore da non fare in questo lavoro – ci spiega – è quello di interpretare un personaggio: suggerisco invece di interpretare se stessi, poiché è il nostro personaggio più credibile».

MISTERO, INGANNO E SEDUZIONE
Chi ha guardato la serie The Mentalist l’avrà notato: il mentalismo esercita un innegabile fascino. Perché? «È qualcosa che conserva ancora molto mistero – dice Luca – perché induce a pensare che la mente sia sconfinata e inesplorata. Inoltre, fin dagli albori, l’umanità ha espresso il desiderio di predire gli eventi futuri e leggere nel pensiero del prossimo, per cui colui che riesce apparentemente a farlo desta indubbiamente stupore. Terza e ultima ragione: alla base del mentalismo c’è qualcosa di profondamente naturale, ovvero l’inganno; il mimetismo animale, ad esempio, è il modo in cui le prede architettano veri e propri trucchi per ingannare i predatori».
Non è solo questione di inganno, però, ma anche di seduzione. Ai più giovani farà piacere sapere che «il mentalismo è simile al primo appuntamento: così come un corteggiatore o una corteggiatrice mirano a creare un’atmosfera tale da attrarre l’altra persona, così il mentalista deve creare l’atmosfera giusta in cui far accadere qualcosa di indimenticabile».
Infine, Luca solleva un’inattesa critica alla società contemporanea: «Spingendo i suoi spettatori a collaborare, il mentalista ci ricorda di alzare lo sguardo dai cellulari, per tornare a guardarci negli occhi».

 

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Categorie: Lavoro

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