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23 Maggio 2019
Salgari Records, musica oltre i confini
Un’etichetta indipendente per produrre e diffondere sonorità di ogni parte del mondo: intervista a Davide Vizio, giovane autore torinese che ha ideato il progetto
Francesca Vaglio Laurin
Musica non solo come passione, ma anche come strumento per riflettere su temi di attualità e costruire progetti solidali: è la scommessa di Salgari Records, label emergente nata alla fine dell’anno scorso nella nostra città. Per saperne di più abbiamo fatto qualche domanda a Davide Vizio, 26 anni, fondatore dell’etichetta.
Come è nato il progetto di Salgari Records e in quanti ci state lavorando per ora?
«Salgari Records nasce alla fine del 2018 dall’esigenza mia e di altri produttori musicali torinesi di avere un contenitore in cui far confluire diversi progetti che avevamo all’attivo, legati dal concept delle musiche dal mondo, oltre i confini. È uno spazio non solo per progetti prettamente discografici ma anche per creare una community. Al momento sto lavorando assieme a un altro produttore musicale della scena locale, Patrick Di Stefano, con cui abbiamo trovato un’affinità nella miscela di suoni provenienti dal mondo acustico e del clubbing. Stiamo progettando diverse serate, cercando di creare una sensibilità del pubblico che ci permetta di portare a Torino artisti della scena internazionale. È accaduto lo scorso 23 marzo al Teatro Espace con la data sold out di El Búho, produttore britannico pioniere in questo campo che si è fatto conoscere a livello globale grazie alla sua musica elettronica che unisce tradizioni dell’America Latina e suoni della natura. Infine, ma non per importanza, ci sono Ilaria Molendi e Anna La Rosa che curano la parte grafica insieme a Davide Ibba, che è l’illustratore con cui è nato l’immaginario dell’etichetta».
Fin dal nome si richiama l’idea del viaggio e della scoperta. Perché si parla di “musica senza confini” e come mai hai scelto proprio la figura di Emilio Salgari?
«L’idea che sta alla base dell’etichetta è quella di portare alla luce sonorità tradizionali e folcloristiche che, se non fosse per la trasmissione orale, sarebbero destinate ad andare perse. Salgari ha vissuto a lungo a Torino e da qui è riuscito a creare dei ponti oltreoceano grazie ai suoi romanzi, pur senza allontanarsi dalla propria terra. Il parallelismo che vogliamo suggerire con il nome dell’etichetta è che, allo stesso modo, anche i produttori musicali chiusi nei propri studi possono creare una scena musicale nuova con sonorità provenienti da ogni parte del mondo, unendo popoli, linguaggi e culture, soprattutto in questo momento in cui invece si tende a erigere barriere e muri. Ma la musica non ha confini, unisce».
Salgari Records cerca di coniugare la passione per la musica a un’attenzione verso tematiche e progetti sociali. Ci spieghi meglio quest’idea?
«Credo che a volte la musica possa essere non solo un fine ma anche un mezzo, uno strumento tramite cui dare visibilità a valori come il rispetto di altre culture, la fratellanza, la tutela dell’ambiente. È un vessillo che ci portiamo dietro a Salgari Records, per noi non si tratta solo di fare musica. Non tutti si interessano per forza a tematiche sociali, politiche o di attualità ma magari condividono con noi la passione per la musica e attraverso questa riesci a raggiungerli, a far arrivare loro messaggi nuovi a cui magari non sarebbero arrivati altrimenti. È un modo per provare a sconfiggere l’individualismo e creare dei percorsi comuni».
Avete dei progetti in cantiere da questo punto di vista?
«Stiamo lavorando per far uscire entro la fine dell’anno due cataloghi. Uno sarà più classico, incentrato sugli artisti che Salgari Records produce; l’altro invece sarà un catalogo più “solidale” in cui verranno coinvolti artisti internazionali che pian piano vorremmo portare qui a Torino. Il ricavato di questo secondo vinile sarà devoluto all’associazione di volontariato Lisangà – Culture in movimento, che si occupa di progetti di solidarietà con le comunità rurali in El Salvador. È anche un modo per creare un legame con le persone che quei luoghi li abitano tramite la ricerca musicale che con il nostro percorso portiamo avanti».
Qualche anticipazione su date e idee future?
«Dal 20 al 23 giugno Salgari presenterà un “giardino segreto” all’interno di Jazz:Re:Found. Sarà una vetrina molto importante nella quale porteremo e condivideremo delle nostre proposte inedite, ma ci sarà spazio anche per la collaborazione con altre etichette indipendenti, come Variables e Calista. Il 13 luglio invece ci sarà una data con due ospiti internazionali all’interno di un piccolo festival al Bunker, dove coinvolgeremo anche dj e produttori della scena locale. Infine, uno dei progetti musicali principali di Salgari Records, Nina Simmons, sarà al festival di Apolide il 21 luglio».