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23 Aprile 2020

Libera, divertente, per tutte le età: è la divulgazione scientifica

Uno dei fondatori dell’associazione torinese ToScience ci illustra il suo lavoro, nato dalla passione per una materia che deve essere alla portata di ognuno di noi

Valeria Guardo

Tavolo con in primo piano ampolla di vetro per esperimenti, sfondo di bambini

L’associazione ToScience fa divulgazione scientifica

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, abbiamo visto la graduale ma inesorabile chiusura di musei, centri culturali e scuole. Fra le manifestazioni in programma rinviate o sospese del tutto ci sono anche i festival di divulgazione scientifica.
Gli eventi di questo tipo in Italia sono tantissimi, grandi come il Festival della Scienza di Genova o il Food and Science Festival di Mantova o più a carattere locale come il CassanoScienza in Puglia. Dall’ideatore di quest’ultimo, Alessio Perniola dell’associazione Multiversi è nata l’idea di un appuntamento nazionale della divulgazione scientifica dai contenuti adatti a tutte le età e fruibili gratuitamente sul web, il Science Web Festival.
All’appello si sono uniti molte realtà torinesi, tra cui l’associazione ToScience, attiva dal 2014. Mattia Fradale, socio e cofondatore insieme a Davide Pallai, ci svela attraverso la sua esperienza chi è e cosa fa un professionista della divulgazione scientifica.

Com’è nata l’idea di fondare ToScience?
«ToScience nasce dalla passione di alcuni giovani per la scienza e dal desiderio di comunicarla tramite canali non convenzionali. Quando la nostra realtà ha mosso i primi passi sul territorio la divulgazione scientifica non era molto conosciuta. Oggi le cose stanno cambiando e troviamo un pubblico sempre più ricettivo e attento».

Quali sono state le difficoltà iniziali? Come si è sviluppato il progetto nel tempo?
«È oggettivamente difficile trasformare una passione in un lavoro. Inoltre, per dimostrare a un eventuale cliente che dietro alla voglia di fare c’è anche un progetto valido ci vogliono tempo e fatica, a maggior ragione se si è dei perfetti sconosciuti nel settore. Noi ad esempio abbiamo iniziato con la progettazione e la realizzazione di laboratori e attività didattico-scientifiche per enti e scuole che ancora oggi rimangono il nostro focus principale, ma ci occupiamo anche di spettacoli scientifici, formazione di docenti e giovani explainer. Facciamo anche qualche incursione nell’ambito editoriale e nel mondo digitale».

Cosa significa fare divulgazione oggi?
«La divulgazione serve a rendere fruibili concetti e temi scientifici, spesso ostici, a un pubblico generico. Gli strumenti comunicativi attualmente disponibili sono molti e diversificati: dai classici articoli di giornale all’utilizzo dei social network, conferenze, giochi e laboratori didattici. Tutti hanno però un solo obiettivo: aumentare l’alfabetizzazione scientifica e rendere l’opinione pubblica meno diffidente nei confronti della scienza, vista troppo spesso come un qualcosa di lontano e insondabile. Oggi più che mai c’è un disperato bisogno di scienza alla portata di tutti».

Avete dei consigli a chi vuole intraprendere questo percorso?
«Ancora oggi quando diciamo di essere divulgatori scientifici, molte persone ci scambiano per… quelli che vendono i farmaci! Il consiglio alle “nuove leve” è di non abbattersi se nei primi tempi non si riescono a raggiungere i risultati sperati. Se la divulgazione scientifica è una vocazione e non un semplice passatempo in attesa di un altro lavoro, bisogna insistere. Molto importante per il divulgatore è poi utilizzare gli strumenti e le modalità comunicative più congeniali alla propria indole, su cui specializzarsi e creare una carriera».

 

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Categorie: Lavoro

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