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24 Aprile 2020

Il mio amico petauro dello zucchero

Seconda puntata della nostra rubrica sugli animali da compagnia insoliti: oggi scopriamo quello che viene erroneamente chiamato scoiattolo volante

Giovanni B. Corvino

Petauro dello zucchero che mangia un seme

Il petauro dello zucchero

Dopo Fabrizio e il suo California King Snake, la nostra ricerca di storie di animali domestici non comuni ci porta in provincia di Varese da Alessio Guzzetti, giovane panettiere che trascorre i pomeriggi in compagnia dei suoi due petauri dello zucchero.
In molti erroneamente li chiamano “scoiattoli volanti” per via della loro somiglianza con i più famosi roditori e della loro capacità di planare anche per più di mezzo metro. Esatto: questi mammiferi dalle dimensioni ridotte (circa 30 cm se si include la lunga coda) sono in grado di “volare”. Inoltre, in quanto marsupiali, le femmine hanno una tasca in cui i cuccioli terminano di crescere in tutta sicurezza.
Possono facilmente essere acquistati nelle fiere per animali esotici e il loro prezzo si aggira intorno ai 150 €. È proprio durante una di queste occasioni che Alessio, catturato dalla particolarità di questi piccoli mammiferi, decide di portarne a casa ben due.

Cos’hai pensato la prima volta che li hai visti dal vivo?
«È stato amore a prima vista. Ne avevo sentito parlare solo nei documentari, ma vederli di persona è tutt’altra cosa».

Come hanno reagito i tuoi famigliari e i tuoi amici appena hanno saputo dei tuoi nuovi animali da compagnia?
«I miei famigliari, in particolare mia madre, sono rimasti sorpresi della scelta vista la rarità della specie, ma oggi sono tutti innamorati di loro e non si può proprio dargli torto. I miei amici, invece, si divertono a prendermi in giro e a farmi le domande più disparate. Ho anche un gatto che convive benissimo con loro e spero di far arrivare a breve anche un cane».

Come ci si prende cura di un petauro dello zucchero?
«In realtà, è abbastanza semplice. Mi prendo cura di loro, in primis, facendoli vivere in coppia, perché i petauri soffrono molto la solitudine e quindi non è possibile tenerli da soli. Inoltre, hanno bisogno di una voliera per uccelli, in quanto hanno bisogno di parecchio spazio per muoversi e tenersi attivi. La loro dieta merita sicuramente attenzione: principalmente è basata su frutta, verdura e insetti da pasto come tarme della farina, caimani e grilli. Vanno poi aggiunti pasti speciali da distribuire nella settimana e nel mese, come ad esempio uova, polline e camole. È importante integrare la loro alimentazione con del calcio. I costi per il mantenimento dei petauri sono quindi relativamente bassi, dato che frutta e verdura si hanno sempre e comunque in casa, mentre gli insetti possono essere allevati se non li si vuole acquistare, ma anche loro non rappresentano una spesa dispendiosa. L’integratore di calcio va spolverato leggermente dalle 4/5 volte a settimana, pertanto con un investimento di 10 euro si è tranquilli per un po’».

Come trascorrono il tempo nella voliera?
«Nella voliera ci devono essere diversi giochi e distrazioni, ma nulla di particolare poiché giocano veramente con poco. È però fondamentale tenerli lontani da spifferi d’aria e luce intensa, visto che sono animali notturni che soffrono il freddo. Quindi la voliera deve avere uno spazio dedicato».

Conosci altre persone, in Italia, con cui condividi consigli sui petauri?
«Personalmente ho incontrato pochissime persone che ne possiedano almeno uno, però sui social ho avuto più riscontri. A oggi sto cercando di riunire un po’ di persone con Instagram attraverso la pagina Petauritalia, quindi staremo a vedere».

Qual è il ricordo più bello della tua storia con loro?
«Io ho un bel rapporto con entrambi, ma con Grace è davvero qualcosa di stupendo. Lei risponde ai miei comandi e mi cerca molto spesso per le coccole. Il ricordo più bello è stato al ritorno dalla mia prima vacanza che abbiamo passato separati e lei, appena ho aperto la voliera, mi è saltata addosso e ha fatto una festa paragonabile a quella dei cani».

 

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Categorie: Ambiente

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