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11 Maggio 2020

Volontariato a Torino: Edoardo e la martial art therapy

Intervista a un giovane laureato in psicologia che ci racconta la sua esperienza con i piccoli pazienti del Regina Margherita

Giovanni B. Corvino

Due bambine che praticano arti marziali all'aperto

La martial art therapy è l’uso delle arti marziali come terapia

Dopo la storia di Serena e del suo impegno per una società più inclusiva, continuiamo a parlare di volontariato con la storia di Edoardo Giordano.
Nato e cresciuto a Torino, classe ‘92, da molti anni si occupa di svariati progetti rivolti ai bambini di ogni età e nazionalità. Dopo la laurea magistrale in Psicologia (indirizzo criminologico-forense) si è specializzato in coaching sportivo, fino a unire il mondo dello sport con quello dei suoi studi attraverso la martial art therapy, cioè l’utilizzo delle arti marziali come terapia. Con l’associazione Kids Kicking Cancer – Kkc, da più di due anni opera con i bambini del reparto di oncologia pediatrica del Regina Margherita di Torino.

Cosa ti ha spinto a diventare un volontario?
«Sicuramente i sorrisi dei bambini. Tutto è iniziato nel 2014 presso la sede del mio tirocinio universitario triennale, al Gruppo Abele Onlus, con figli di immigrati in età pre-scolare. Mi ha aperto un mondo, poiché ho scoperto di saper lavorare bene coi bambini e da lì ho cominciato a cercare esperienze lavorative e di volontariato con i minori. Ho continuato quindi con il Gruppo Abele per un paio d’anni, poi nel 2017 sono arrivato al Kkc, dove collaboro ancora oggi. Gli incontri sono ora sospesi per il Covid-19, ma ci stiamo attrezzando per fare delle video-attività. Ho iniziato quest’esperienza su suggerimento di una mia compagna di Kung Fu, che ho praticato per 12 anni. Secondo lei, anch’io potevo dare il mio contributo. È un impegno di una volta alla settimana, in Day Hospital o in reparto: si fa arti marziali con i bambini che hanno voglia ed energie, con tutte le attenzioni del caso».

Qual è il ricordo più bello che quest’esperienza ti ha dato?
«È un’esperienza che lascia segni davvero profondi dal punto di vista emotivo. Ogni volta che un bambino mi dice di avere voglia di fare attività con noi, nonostante la stanchezza fisica, mi si riempie il cuore di una gioia indescrivibile. Vedere bambini così felici in quel reparto, sapendo a che tipo di terapie vengono sottoposti, non può che renderti consapevole di quanto sia giusto quello che stai facendo. Purtroppo, ci si deve confrontare anche con situazioni molto forti: paure, tensioni e ansie dei genitori non passano inosservate. I loro “grazie!” sinceri sono però uno dei migliori premi per queste mattinate».

Uomo con casacca orientale rossa in posa arti marziali - martial art therapy

Edoardo Giordano

Ci sono stati degli episodi che ti hanno fatto rimpiangere la tua scelta?
«Rimpiangere la scelta mai, anche se ci sono state delle incomprensioni all’inizio con uno degli alti vertici dell’organizzazione che aveva male interpretato un report che avevo scritto. Mi ha aiutato a capire che anche in queste piccolezze il linguaggio è importante, però sentirsi giudicato sulla base di una cattiva interpretazione non è stato inizialmente facile da comprendere. Questo è un contesto delicatissimo e pertanto si deve stare attenti anche ai dettagli, quindi ho continuato cercando di non fare errori».

Il tuo impegno nel sociale ha avuto dei risvolti a livello professionale?
«L’esperienza maturata negli anni come volontario mi ha aperto molte strade lavorative, infatti di recente sono stato un maestro di hitball nelle scuole elementari e ho svolto il Servizio Civile in una comunità con minori, poiché gli anni di attvità hanno aumentato il mio punteggio in graduatoria. Quindi sì, direi che fare volontariato mi ha aiutato anche a guadagnare economicamente. Sicuramente farlo durante il periodo universitario, ma anche dopo, in un ambito simile al proprio percorso di studi, può aprire tantissime porte a livello lavorativo».

Cosa consigli a un giovane che sa pensando di dedicare al prossimo parte del proprio tempo, appena la situazione sanitaria lo consentirà?
«Indubbiamente, il mio consiglio è di iniziare quanto prima. Il ritorno a livello umano è grandissimo. Un aspetto negativo, se vogliamo usare questo termine, è che spesso ci sono luoghi che si approfittano dei volontari, facendo loro compiere mansioni da ufficio di bassa utilità per la persona, che viene così vista solo come manovalanza gratuita. Sono casi specifici e ristretti, ma esistono e per questo chi vuole fare volontariato deve stare attento».

 

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