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12 Giugno 2020

Autostima e ricerca del lavoro

Secondo gli esperti, quando non ci si trova in armonia con se stessi è difficile ottenere i risultati prefissati, come ad esempio trovare un impiego

Valeria Guardo

Ragazza con mani sul viso davanti a un pc e disegni di frecce verso di lei

L’autostima è importante nella ricerca di un lavoro

A partire dal periodo di lockdown molte istituzioni torinesi si sono adoperate per erogare i propri servizi sul web. Ad esempio durante tutto il mese di maggio il Centro Lavoro Torino ha organizzato un ciclo di incontri tematici online in cui professionisti delle risorse umane e psicologi hanno illustrato il funzionamento del mercato del lavoro, dando spunti per la realizzazione del video curriculum, l’utilizzo del web e delle tecniche di ricerca attiva di un impiego, sottolineando l’importanza dell’autostima.
Quest’ultimo tema è stato al centro di più appuntamenti, durante i quali gli esperti hanno cercato di collegare concetti psicologici alla realtà quotidiana delle persone. Vediamo quindi di cosa si tratta.

AUTOSTIMA: COS’È?
Il concetto di autostima vanta un’ampia storia di elaborazioni teoriche che spesso, però, ne rendono difficile la definizione. Tre comunque sono gli elementi che concorrono a determinare questa condizione: la capacità di auto-osservarsi e auto-conoscersi, la valutazione generale che ognuno dà a se stesso e l’aspetto affettivo, che permette di considerare positivamente o negativamente l’autovalutazione (che emozioni suscita l’analisi e la conoscenza di sé?).
Passando attraverso ognuna delle tre fasi si costruisce un “sé ideale” e una serie di aspettative sul proprio conto che entrano in contatto, rispettivamente, con il “sé percepito” o reale, e con i veri successi che otteniamo. Quando il sé percepito è nettamente inferiore al sé ideale, oppure quando ciò che vorremmo – in qualunque ambito della nostra vita – è molto lontano rispetto agli effettivi traguardi raggiunti, si crea un problema di bassa autostima.

COME SI FORMA?
Il confronto sociale è fondamentale nel processo di autovalutazione; esso scaturisce dal paragone con modelli proposti dalla società, dalla televisione o dai social media. Molto importante è anche il cosiddetto “specchio sociale”, cioè i giudizi degli altri, che hanno tanto più peso quanto maggiore è l’importanza che queste persone hanno per noi.
È così che, inconsciamente, aderiamo a schemi prestabiliti dall’ambiente in cui viviamo per non sentirci emarginati, falliti o peggio, non degni. Come in un circolo vizioso, tutto ciò porta a sentirsi depressi, frustrati e tristi e intacca la nostra autostima.

CONVINZIONI LIMITANTI
Vi sono infine pensieri che scaturiscono da noi stessi e che ci impediscono di progredire e raggiungere i nostri obiettivi: le inferenze cognitive sono idee di sé, spesso negative, che non trovano riscontro nella realtà; il pensiero dicotomico ci fa vedere la vita solo in bianco o solo in nero e le minimizzazioni ci portano a rimpicciolire la portata positiva di ogni evento o successo ottenuto.
Queste sono convinzioni fortemente limitanti che, insieme ad aspirazioni molto ambiziose, ci inducono a pensare di non essere all’altezza di determinati ruoli e responsabilità. In questo modo, pensiamo erroneamente che non verremmo mai selezionati per nessun lavoro, crediamo di non meritare una promozione o non accettiamo un nuovo incarico, anche se stimolante. Il senso di inadeguatezza che ne consegue impedisce invece di vedere gli aspetti della vita nei quali eccelliamo (forse siamo degli ottimi cuochi, abbiamo buone capacità manuali o siamo molto creativi), in un ciclo che si auto-alimenta.

ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO
Cosa fare, dunque, per spezzare il ciclo vizioso? Come per un palazzo che crolla perché non ha solide fondamenta, è importante ricostruire da capo l’autostima, facendo attenzione a tutti gli elementi che la compongono: sarà quindi necessario rompere gli schemi mentali, trovare un proprio sé ideale che si basi sulla reale conoscenza di noi stessi, fissare obiettivi congrui con le nostre possibilità concedendosi il tempo necessario per raggiungerli e, infine, complimentarsi con se stessi per ogni piccolo traguardo ottenuto.
A giovarne sarà anche l’autoefficacia, cioè la fiducia che abbiamo nelle nostre capacità di portare a termine un compito o produrre un effetto. Più essa è alta, minore sarà lo stress nello svolgimento delle diverse attività e maggiore l’impegno per ottenere i risultati prefissati. Ci si sentirà così motivati a dare di più e a misurarsi in nuovi ambiti con difficoltà via via maggiori e ogni sbaglio sarà visto come un’occasione per migliorare.
È bene ricordare che l’autostima è una parte fondamentale nella ricerca del lavoro ma non l’unica: un aiuto professionale esterno può essere molto utile a individuare le competenze di ognuno e metterle in risalto.

 

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Categorie: Lavoro

Commenti (1)

  1. Jone ha detto:

    Argomento molto importante sull’autostima! Complimenti!!!

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