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13 Luglio 2020

Concerti annullati, rimborsi e l’emendamento Paul McCartney

Molti biglietti già acquistati sostituiti da voucher validi per spettacoli del 2021 di altri artisti. La leggenda dei Beatles protesta e il governo lo ascolta

Gabriele Costa

Paul McCartney in concerto

Paul McCartney ha protestato per il mancato rimborso dei suoi concerti in Italia

Il 15 luglio si saprà se il Senato darà ragione a Paul McCartney. L’ex Beatle, autore di alcune tra le canzoni più belle di tutti i tempi, sta infatti per fare qualcosa di totalmente nuovo dopo sessant’anni di carriera: dare il nome a un emendamento.
La rockstar si era lamentata lo scorso 10 giugno sulla sua pagina Facebook per il mancato rimborso dei biglietti per il suo tour in Italia: “È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto”.

Perché infatti uno spettatore che ha scelto di ascoltare McCartney dovrebbe optare per Céline Dion? L’Italia è l’unico paese europeo dove sinora i biglietti per i concerti cancellati non sono rimborsabili ma sostituibili con un particolare voucher previsto dal Decreto Cura Italia e il Dl Rilancio. Il buono ha la durata di 18 mesi e si può spendere in successivi eventi live, soluzione che voleva così salvaguardare le imprese dei concerti in grave crisi per l’emergenza sanitaria.
Peccato che per le restrizioni previste dal Dpcm su cinema, teatri e concerti, il ritorno alla normalità per le esibizioni dal vivo è più incerto che mai: dal 15 giugno infatti sono consentiti concerti all’aperto con una capienza massima di 1.000 persone e al chiuso con 200, nel rispetto delle norme di sicurezza e del distanziamento sociale.

Ancora lontana quindi una ripartenza in tempi brevi: i concerti di Paul McCartney di giugno in Italia (10 a Napoli e il 13 a Lucca) non hanno ancora nuova data. Chi ha già acquistato i biglietti, quindi, e magari aspettava da anni di vedere la leggenda del rock, si ritrova solo con un voucher per eventi organizzati dallo stesso promoter. Concerti che includono tra gli altri, appunto, Céline Dion o Beck.
«A tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato quest’estate è stato offerto il rimborso completo – sottolinea contrariato il bassista dei Beatles – L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli e i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso. Questo è un vero insulto per i fan».

La risposta del governo non è tardata ad arrivare, con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che in seguito alla baraonda suscitata da McCartney ha dichiarato: «È evidente che la ratio della norma è che il voucher valga solo per un concerto dello stesso artista e che se questo non si terrà lo spettatore avrà diritto al rimborso. Il Parlamento credo potrà intervenire in conversione per togliere ogni dubbio interpretativo sulla norma». Mercoledì 8 luglio il testo del Dl ha incassato la fiducia alla Camera e arriva in Senato, e da qui a qualche giorno dovrebbe avvenire la definitiva conversione in legge.

Cosa succede però per chi ha già richiesto i voucher? Non è ancora stata fatta chiarezza in merito e la telenovela è ancora lontana dall’essere conclusa. Quel che è certo è che si cercherà un delicato equilibrio per accontentare le richieste legittime dei consumatori e cercare di risollevare un settore, quello dei concerti dal vivo, che ha di fatto azzerato le sue entrate in questo 2020.

Oltre alle due date italiane del Freshen Up Tour di Paul McCartney, infatti, sono stati annullati anche grandi festival musicali come Firenze Rocks e I-Days e numerosi concerti (alcuni nomi: Green Day, Pearl Jam, Foo Fighters, Billie Eilish, Alanis Morissette, Simply Red, Vasco Rossi, The Lumineers e Ben Harper), quasi tutti rinviati però all’estate 2021.

Nel frattempo, consoliamoci ascoltandoli in cuffia.

 

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Categorie: Musica

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