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28 Agosto 2020

Un pomeriggio di fine agosto in Barriera di Milano

Le strade che percorriamo ogni giorno nascondono storie poco note: abbiamo trascorso qualche ora in un quartiere alla periferia di Torino per scoprirle

Aurora Saldi

Muro con scritta Bagni municipali in via Agliè

I Bagni Pubblici di via Agliè

Parte nord della città, afa soffocante, vie deserte: inizia così il nostro viaggio in Barriera di Milano. La zona, un rettangolo sghembo tagliato a metà da corso Giulio Cesare, non rientra sicuramente negli itinerari turistici tradizionali. Eppure, il caldo senza scampo che dilata i pomeriggi estivi torinesi regala la calma necessaria per lasciarsi sorprendere.

Nonostante sia fuori dal centro, ad esempio, Barriera ha collezionato nel tempo un numero sempre maggiore di luoghi di aggregazione. Tra questi, spiccano i curiosi Bagni Pubblici di via Agliè, un centro nato per fornire servizi igienici al quartiere. Il piano terra è occupato dalle docce: immaginate la lunga fila di abitanti che, negli anni ‘60, affollava il marciapiede antistante, mentre ognuno aspettava il proprio turno.
Se pensate però che il concetto di bagno pubblico appartenga solo al passato vi sbagliate: nel 2006, dopo un decennio di pausa, i servizi hanno riaperto e ancora oggi offrono docce a prezzi modici a chiunque ne abbia bisogno. Ma non solo: lo spazio in via Agliè è diventato anche una Casa del Quartiere con lo sportello sociale, i numerosi corsi e le attività per tutti gli abitanti della zona.

Poco lontano si staglia, così imponente da suonare quasi fuori posto, lo spettacolare profilo della Chiesa della Pace, in cui una volta entrati restiamo colpiti dai meravigliosi interni affrescati. All’ombra della grande cupola si svolge tranquilla la vita di corso Giulio Cesare, una delle arterie pulsanti del quartiere.

Proprio vicino alla chiesa a pianta greca si trova il cuore – geografico e metaforico – di Barriera di Milano: piazza Foroni. Ma attenzione: non provate a chiedere indicazioni chiamandola così. Nessuno infatti capirebbe che state cercando piazza Cerignola, come a Torino è stata rinominata ormai da anni. Il motivo? Negli anni ’60 questa zona era frequentata e abitata da immigrati provenienti dalla Puglia.
Attraversiamo lo spazio assolato. Oggi il consueto vociare e i banchi del mercato non ci sono. In compenso, un gruppo di ragazzi si rilassa ascoltando musica e chiacchierando. Sono quasi tutti stranieri e osservarli lì, dove neanche troppi decenni fa viveva e si muoveva una popolazione a maggioranza pugliese, ci restituisce un dato importante sul quartiere.

Il ricambio degli abitanti di Barriera di Milano è stato relativamente rapido, ma a essere rimasto pressoché invariato è il costante dialogare di tradizioni e lingue provenienti da lontano. All’immagine della piazza si sovrappone quindi quella di una città intera, Torino, che ha fatto della multiculturalità una tradizione. Negli anni, è venuto a vivere all’ombra della Mole prima chi proveniva dal sud Italia, poi dalle coste africane e infine dall’est Europa. Questa complessa stratificazione di voci, culture, storie e volti è perfettamente visibile nelle strade e nei palazzi del quartiere.

Imbocchiamo la vicina via Santhià: qui sorge una delle tante scuole della zona, la celebre Aristide Gabelli, un bell’edificio liberty che sembra essere stato rapito dalle vie del centro per risorgere tra le strade popolari della periferia che lo circonda. Sugli ingressi spiccano, in grosse lettere di marmo, le scritte “Ingresso femminile” e “Ingresso maschile”: un vero e proprio reperto in un territorio che ha preferito da anni la via dell’inclusività e della commistione.

A qualche parallela di distanza, in via Brandizzo, ci imbattiamo in un altro dei punti di aggregazione e produzione culturale del quartiere: il Teatro Monterosa. Mentre ci passiamo davanti si sta svolgendo Barriera è casa mia, la rassegna cinematografica che per buona parte dell’estate ha regalato agli abitanti della zona la possibilità di vedere o rivedere film usciti negli ultimi anni a un prezzo popolare. Normalmente, invece, la sala segue una programmazione teatrale.

Il sole, sempre più basso, comincia ad accarezzare i variegati profili delle case. Nella luce di fine giornata si conclude il nostro viaggio in Barriera di Milano. Mentre andiamo via immaginiamo qualcuno sperare, chissà in che lingua o dialetto, tra i grandi palazzoni o le case basse di ringhiera, che l’aria della sera rinfreschi finalmente le strade della città.

 

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Categorie: Scoprire Torino

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