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22 Settembre 2020

Alla scoperta del sapone di Marsiglia

Dal Medioriente alla Francia e fino a Torino, il viaggio lungo secoli di un prodotto oggi utilissimo in tempo di emergenza sanitaria

Valeria Guardo

Cubi di sapone di Marsiglia

Il sapone di Marsiglia ha origini antiche

Ciò che fino a poco tempo fa ci sembrava una pratica banale, in realtà ha aiutato più volte nel corso della storia ad arginare le epidemie: lavarsi le mani è l’arma migliore contro batteri patogeni e virus. Quella del sapone, dunque, si è rivelata una delle scoperte fondamentali per l’umanità, anche se non si hanno notizie certe sulla sua origine, con tutta probabilità risalente all’epoca romana.
Oggi il sapone più famoso e apprezzato al mondo è considerato quello di Marsiglia, che nel centro di Torino ha un negozio dedicato. Ma come nasce questo prodotto?

DALL’ASIA A MARSIGLIA
Un’origine antica lo lega al Medioriente: deriverebbe, infatti, dal Sapone di Aleppo, ancora molto richiesto e con una storia millenaria. La tecnica di produzione di quest’ultimo si sarebbe diffusa a seguito delle crociate in tutto il bacino del Mediterraneo, passando per l’Italia e la Spagna e raggiungendo infine Marsiglia.
Nel XII secolo nella città francese nascono le prime saponerie, dove si utilizza come materia prima l’olio d’oliva a cui viene aggiunta la soda (carbonato di sodio), ottenuta dalle ceneri di una pianta, la salicornia.
All’inizio del XVII secolo la produzione è appena sufficiente a soddisfare il fabbisogno locale e il porto di Marsiglia riceve sapone anche dall’Italia e dalla Spagna. Di lì a poco la guerra blocca le importazioni dalla Spagna e i saponai marsigliesi devono aumentare la lavorazione non solo per le richieste della città e della Francia del nord, ma anche di paesi come l’Olanda, gli stati tedeschi e l’Inghilterra.

QUALITÀ E CRISI
Sotto il regno di Luigi XIV il sapone di Marsiglia diviene garanzia di qualità e nel 1688 il ministro francese Colbert emana un editto, in parte ancora vigente, secondo il quale per la sua produzione è vietato l’uso di grassi di origine animale, in favore dell’impiego esclusivo dell’olio d’oliva.
Nel 1820, però, nuovi tipi di grassi vengono importati per essere usati nella lavorazione del sapone: oli di palma, arachide, cocco e sesamo, e all’inizio del XX secolo un chimico francese crea una formula, oggi conosciuta come formula à l’ancienne (all’antica) del sapone di Marsiglia, che prevede un contenuto del 72% in massa di acidi grassi.
Negli ultimi cento anni questo prodotto conosce periodi fiorenti dovuti alla meccanizzazione del processo produttivo e momenti di declino, in particolare nel secondo dopoguerra quando nascono i detersivi di sintesi a buon mercato, la cui diffusione costringe alla chiusura molti saponifici marsigliesi.

DA MARSIGLIA A TORINO
Oggi non resta che un pugno di fabbricanti nella regione. Tra questi troviamo Serge Bruna, marsigliese di origini cuneesi che alla morte del nonno Pierre ha ereditato un capannone nel porto di Marsiglia e i macchinari di inizio ‘900 per produrre il sapone. Oggi porta avanti la tradizione dei maîtres savonniers nel fulcro artistico della città, dove si trovano la sua piccola fabbrica, che è anche un museo aperto al pubblico, e i suoi negozietti sparsi per il porto.
Le sue origini piemontesi lo hanno inoltre spinto ad aprire una piccola boutique anche a Torino. La Savonnerie de Marseille La Licorne è presente in via Lagrange dal 2013 e da allora attira ogni giorno decine e decine di clienti grazie all’invitante mix di profumi che si sprigiona dalla porta d’ingresso, sempre aperta. Entrando ci si ritrova completamente avvolti da note floreali che catapultano chiunque tra i prati di lavanda in fiore della Provenza, in un’esperienza sensoriale unica. Qui le coloratissime saponette sono vendute sfuse per permettere al cliente di saggiarne tutte le proprietà organolettiche prima di scegliere e comporre confezioni regalo personalizzate.

 

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Categorie: Cultura

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