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24 Settembre 2020

Trebisonda: libri e incontri a San Salvario

Con l’intervista alla proprietaria di questo negozio che punta su letteratura per ragazzi e autori di paesi lontani si conclude il nostro viaggio nelle librerie indipendenti torinesi

Aurora Saldi

Vetrina con libri - Libreria Trebisonda

La libreria Trebisonda è a San Salvario

Tra via Silvio Pellico e via Sant’Anselmo, proprio al centro del labirinto di vie del caotico quartiere che si muove all’ombra della Sinagoga, c’è un angolo rivestito di vetrine. Sono quelle della libreria indipendente Trebisonda: un coloratissimo spazio accogliente per gli amanti della lettura di tutte le età. Coccodrilli di cartapesta, una sirena che legge El Ingenioso Hidalgo Don Quijote, un iconico divano arancione su cui negli anni hanno preso posto lettori, scrittori, editori. E ovviamente tanti, tantissimi libri.
Abbiamo incontrato la proprietaria, Malvina Cagna, che ci ha raccontato la storia e le attività della libreria.

Come nasce e di cosa si occupa Trebisonda?
«Abbiamo aperto i battenti all’inizio del 2011: la mia intenzione era quella di avere uno spazio dove poter organizzare una serie di iniziative che favorissero l’incontro tra autori, editori e lettori. Per questo abbiamo scelto uno spazio grande, o comunque più grande della media. In realtà poi nel tempo sono stati approfonditi anche temi legati all’attualità. Si è creata intorno alla libreria una corrente di figure che si occupano delle tematiche più varie: geopolitica, divulgazione scientifica, diritti… E poi ci sono le attività per bambini».

Effettivamente in questa libreria la letteratura per l’infanzia sembra essere una delle protagoniste.
«Sì, l’attenzione per i lettori più piccoli c’è stata fin dalla nascita della libreria, anche nell’atmosfera. Ho voluto creare un posto dove i bambini potessero sentirsi a proprio agio, perché la mia idea è che prima si familiarizza con i libri e prima c’è la possibilità che si abbia voglia di leggerli. Il divano è qui anche a questo scopo: se un bambino è incuriosito da un libro può prenderlo e sfogliarlo, sedendosi qui».

Invece com’è stata pensata la libreria per i lettori adulti?
«Gli scaffali, su cui ci sono più che altro opere di narrativa, sono divisi per aree geografiche. Mi sono resa conto che, anche escludendo la saggistica, comunque i libri che vengono pubblicati sono davvero tanti. Visivamente mi è sembrato quindi importante segnalare il fatto che esistono scrittori anche in Paesi che non immaginiamo essere così prolifici dal punto di vista letterario: se usassi il semplice ordine alfabetico si perderebbero. Chiaramente non è un sistema perfetto, visto che viviamo in un mondo sempre più globalizzato e ci sono spesso scrittori “al confine” tra due Paesi, o che magari sono nati in un posto e poi si sono spostati altrove. Però mi sembra importante adottare un’ottica meno mainstream quando si parla di letteratura. In questa direzione va anche la scelta di favorire le case editrici indipendenti rispetto ai grandi editori».

Perché è importante che una libreria indipendente promuova case editrici indipendenti?
«Secondo me l’azione di tante piccole librerie come la mia in tutta Italia ha aiutato e sta aiutando le case editrici più piccole. Quando organizzo gli incontri e dò consigli a chi entra qui mi interessa che il pubblico di lettori conosca queste realtà, entri a contatto con autori ma anche con una scena editoriale meno conosciuti. Penso che negli anni, grazie a queste scelte, siano aumentate le case editrici indipendenti: hanno molta più voce in capitolo rispetto a un tempo, i libri che pubblicano compaiono sempre più spesso sui supplementi letterari e vincono più premi».

Poi un altro punto forte della libreria sono i tantissimi eventi.
«Sì, Trebisonda collabora stabilmente con una serie di soggetti. Ad esempio, a proposito di scrittori geograficamente ibridi, Norman Gobetti, lo storico traduttore di Philip Roth per Einaudi, mi ha proposto in passato un palinsesto di incontri su scrittori come John Berger e Chimamanda Ngozi Adichie. Sempre con lui abbiamo fatto una serie di incontri monografici su Roth filmati da Einaudi e trasmessi sui loro canali social. Un anno poi abbiamo fatto “I Boreali” a Torino: si tratta di un format della casa editrice Iperborea che si è svolto per i primi anni solo a Milano. La libreria è stata main partner di questo evento portando iniziative anche nel quartiere. Fin dall’inizio, poi, Trebisonda è uno dei luoghi più attivi nelle iniziative del Salone del Libro Off: costruiamo ogni volta un cartellone fittissimo di incontri. Ma questo succede tutto l’anno, ormai abbiamo un rapporto consolidato con le case editrici, che mi contattano quando vogliono organizzare qualcosa a Torino».

 

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Categorie: Cultura

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